20 aprile 2018

Vecchie Storie (terza parte)

Seconda parte nel precedente post.

Continuo con altre storie brevi scritte di mio conto e personali, molte inedite quindi, nel periodo in cui ero adolescente.

ERIC
Eric vive in casa mia. Più precisamente, in camera mia. Per vederlo devo essere lì. Lui mi vede e poi mostra come mi vede dallo specchio. Lui ama lo specchio. La mattina gli chiedo che aspetto ho, e lui fa il malizioso. Credo s'ecciti anche. Ogni tanto ci vestiamo uguali. Ma nessuno ci ha mai riconosciuti, è strano. Ogni tanto vede le vetrine con me. Insieme entriamo nei camerini e lui mi osserva attento. La gente ci guarda con curiosità, ma ad Eric un po' diverte, perché siamo davvero una coppia bizzarra.
Quando mangio spesso Eric ne approfitta per pulirmi con un fazzoletto; anche questo gli piace molto.
E gli piace molto anche quando m'accompagna in bagno.
Capita che mi venga voglia di masturbarmi per qualche minuto e lo invito ad osservarmi. Qualche volta è lui a masturbarsi, davanti a me. Altre volte mi infilava la sua mano nel mio ano. Ciò ci piace parecchio, ci si sente davvero uniti, ma sul serio.
Lui mi capisce alla perfezione. Gli piace tutto di me.
La sera usciamo spesso insieme, e spesso mangio i suoi avanzi o pago io tutto compreso. Mi sta bene così.
A casa guardiamo qualche bel film al mio lettore dvd e non si litiga mai: Eric è davvero perfetto.
L'ho incontrato a 14 anni, quando mi masturbai davanti allo specchio del bagno della mia scuola.
Per fortuna, nessuno lo vide entrare nel bagno delle ragazze. E' così agile e scattante, Eric.
E la notte, oh. Sa quando ho voglia, ma voglia vera e propria, e fa tutto quello che gli chiedo, senza lamentarsi. Ama masturbarmi un sacco di volte ed accarezzarmi la testa. Ooh se ci piace.
Spesso si finisce sempre che mi fotta davanti al nostro specchio. Sento i nostri versi, mi eccito, mi stanco e vedo che non c'è più. Sa staccarsi senza problemi, e sa quando è ora di dormire.
Mi conosce davvero, davvero nel mio inconscio.

VITE, VIAGGI
Charlotte ha 16 anni, è francese ed è bionda.
Ha molti peluche dappertutto.
Nabi, 17 anni, senegalese.
Ha molti fiori sui capelli.
Erin, 15 anni, è inglese ed ha i capelli rosso fuoco.
Ama collezionare skaters coloratissimi.
Amanda, 18 anni, è italiana e bruna.
Ama collezionare foto di persone dal vivo.
Rei, 14 anni, giapponese, bellissima.
Conserva un sacco di tinte per capelli.
Un giorno, Nabi riesce a guadagnare un po' di soldi per realizzare un suo sogno: quello di vedere gli immensi giardini del Re Sole.
Nello stesso posto, Charlotte si prepara a partire per Tokyo, anche se ama particolarmente Kyoto e Shibuya, per comprarsi qualche gadget.
A Shibuya, Rei esce dalla parrucchiera coi capelli blu. Amante del punk, desidera ardentemente visitare l'Inghilterra, e mentre lo pensa, ascolta i Misfits. Nella piovigginosa Londra, una giovane skater dai capelli color fiamma fissa il cielo, immaginandosi di librare nel vuoto dell'interno del Colosseo.
Nei dintorni e nella realtà del sogno dell'ultima ragazza, una neomaggiorenne toscana nel suo primo viaggio di prima libertà indipendente.
Ma qualcosa non la soddisfaceva a pieno.
Le mancava il sole ardente, dei felini più grandi dei gatti che di notte animavano il Colosseo.
La sua seconda tappa sarebbe stata infatti l'Africa, e avrebbe fotografato tutto, anche le ragazze che ci abitavano.

TREDICI PASSANTI DI VITA
Umidità
Maledetta umidità infernale
C'hai condannati
in prima persona
ad i nostri miti
ed ai nostri limiti
della sopportazione
facendoci folli

Era una delle nostre tipiche passeggiate pomeridiane col bel sole.
Eravamo tutti: Patrick, Annette, Rosie, Marcus, Joseph, Yoko, Jeordie, Belle, Goerge, Jeanne, Jenny, John ed io.
Patrick ci disse che avrebbe portato lui le torce, rubate dal negozio di suo padre. Ognuno si portò l'indispensabile: Rosie un taccuino riciclato con infilata una matita di legno ed un cartoncino dentro la sua variopinta borsa a tracolla da cui non si separava mai; Marcus, come diceva spesso:"Voglio sudare" si portò tutti i nostri sacchi a pelo, oltre che un sacco di panni puliti; nonostante fosse già magro; non sapevo invece cosa contenesse Joseph nel suo borsello a tracolla leggerissimo, visto che Joseph non parlava molto; Yoko aveva un sacco di manga, e ne leggeva altrettanti lungo la strada, frugando dal suo zaino rosa con l'aspetto di un coniglietto "puccioso". Non potevo sapere però se era una mania la sua, visto che la vedevo per la prima volta. Jeordie, a mia impressione, era un dark. Chissà cosa conteneva il suo zaino? Spesso mi domandavo se era satanista. Non era difficile sapere cosa si portasse dietro Belle, tirata così a lucido. George era l'unico senza borsa e si portava tutto nelle tasche dei pantaloni. Ma che bravo...
Jeanette: saggi filosofici e testi umanitari; Jenny: CD, Mp3, Ipod e mini-computer; John, tipico metallaro black-symphonic-glam-thrash-street-horror-punk, col borsone infilzato dappertutto da borchie, portò un sacco di libri.
Io? Un album per disegnare. Adoro disegnare.*
(Ah, anche se in prima persona, non sono io quella che racconta)
Patrick
Tanto non avrei fatto altro oggi.
Mio padre avrebbe lavorato ancora nella sua stupida ferramenta.
Ha sempre cercato di farmela amare, quel bastardo.
Anni ed anni di torture in quel postaccio di merda.
Io preferisco l'informatica. Lui la odia a morte.
Odio le sue viti, i suoi bulloni, i suoi chiodi e lo sporco.
Vorrei tanto tirarglieli addosso.
E così, ho accettato d'uscire in montagna.
Sempre meglio che stare all'inferno. Di mio padre.
Non so perché ho fatto questo. Forse sono eccitato all'idea di passare la notte fuori o di scaricare, perdere o distruggere tutte quelle cazzo di torce. Maledetto, ti farò morire.
??? - personaggio non nominato-
Mio Signore, non sono mai uscita da sola.
Certo, durante le feste di paese, io, mia madre e mio nonno, si andava nella Sua Casa a pregare per lei, e dopo s'usciva nel grande parco accanto, ma non sono mai stata sola.
E poi volevo appunto farmi degli amici.

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