15 settembre 2016

Voglia

E' da un bel pò di tempo che non uscivo di notte, come facevo mesi fa, quando avevo voglia di sgranchirmi le gambe e quindi uscivo con le cuffie in testa e musica a palla. E non lo facevo correndo o per tenermi in forma, ma solo per rilassare la mia mente, anche se così sembrerebbe incoerente, poichè quando cammino ascoltando la musica la mia mente è tutt'altro che tranquilla.
La mia mente carbura pensieri ed immagini, e non voglio mai fermarmi, pensare ancora mi potrebbe dare indicazioni su come ritrovare quel secondo di "voglia" di fare che mi scompare non appena torno in casa, tra la voglia di non fare niente e la voglia di scovare nei cassetti e negli scatoloni in ricerca di vecchi ricordi che potrebbero attivare quella voglia di vivere che mi manca.
Voglia, voglia, mai altro termine, esattamente "voglia".
L'ho rifatto, ho varcato quella soglia tanto ricordata vagamente, ripercorso le solite stradine incurvate e storte, ma che ricordavo meccanicamente. Tutti, compreso il mio compagno dicono che son strade noiose, tutte uguali: non è per me così. Ogni notte, ogni giorno, nella loro quotidinanità, hanno qualcosa di diverso. Vuoi che sia il momento per cui io mi ci sento, vuoi per le particolari ricadute di luce che bagnano il cemento, vuoi per i suoni e il vento, vuoi qualsiasi cosa; ma per me ribadisco è sempre diversa, anche se magari ci ripenso il solito pensiero.
Ecco perché in quei casi non voglio nessun essere umano intralciarmi. E' buffo, non ci incastra niente col discorso poichè sto parlando di chi non vede queste cose che vedo io, ma nello stesso tempo ci rientra, è un paragone quasi simile, le stesse persone non credo siano in giro per il mio stesso motivo, ma questo poco importa.
E ascoltando le solite canzoni rimaste nel tablet (sfortunatamente da tempo non mi funziona la memoria e quindi non posso cambiare nè cancellare la tracklist) comincio la mia solita camminata notturna. Di notte c'è silenzio, pace. Di giorno faceva troppo caldo, dovevo andare per forza dove c'era un filo di ombra, svenivo, e c'era troppa, troppa gente per i miei gusti.
Ripenso ai miei soliti fantasmi di gloria, di giornate del passato reinventate con ex amici, a pensieri su di me negativi, ai miei vecchi incubi, alla psicologia su di me, ai paesaggi in movimento, a cosa fanno in quel momento certe persone, a qualche sconosciuta malattia su di me che mi porta alla morte, ai fiori dei cimiteri, a persone del passato ormai non più su questo mondo, a ritagli di giornali di riviste di musica, a ritratti nel tempo, a me che guardo negli scatoloni, a me che leggo sotto un lampada in un salotto mentre piove forte fuori, ai miei occhi infossati e nerissimi, spenti e lucidi nello stesso tempo, a tanti veli neri nella mia stanza decorati da perle bianche e nere e fiocchi viola e rossi, a me ed un'ipotetica amica che ci abbracciamo, discorsi, polemiche e rivoluzioni mentali dettate da me urlanti in mezzo a microfoni e gente animata.
Troppi pensieri di queste voglie, che forse faccio e forse no, perché penso che a nessuno importerebbe, e che se faccio una volta potrebbero non essere come immaginate, o se fatte non poterle rifare come la prima volta perché meravigliose solo appunto il primo momento.
Ricordo che quando non potevo uscire guardavo fuori dalle finestre e dai finestrini. Se ero in casa immaginavo qualche scenetta sulla strada, o mi rilassavo ascoltando la pioggia ticchettare sul vetro, se ero in macchina il campo disteso e sempre lineare, mi faceva pensare da piccola a esserini che correvano e saltavano per tutto il tragitto davanti a me, più tardi come adesso invece facevano da sfondo a pensieri a fuoco tratti dalla mie mente che si animavano a seconda del ritmo di musiche che sentivo in quel momento. Un pò come adesso, solo che non essendo in auto devo muovermi da me, più il mio passo è veloce più è energico il pensiero e la musica stessa. Ho sempre paragonato la cosa alla connessione di un computer, ma solo scrivendo adesso e ascoltando la musica mi accorgo di questo nuovo paragone, anche se relativo al ricordo del passato.
Quando di nuovo sono uscita a fantasticare come più mi piace fare che che non facevo da molto tempo, arrivai all'ultimo istante, prima del tornare in casa, ad una foresta buia, che si faceva percorrere dai miei occhi immaginari su e giù, avanti ed indietro, veloce e piano, come se volassi sopra, come facevo in alcuni miei sogni passati.
Una macchina nera, due loschi figuri che aprivano il didietro dell'auto stessa, tirando fuori una ragazza vestita di bianco e dai lunghi capelli biondi luminosi. La ragazza era legata da fili spinati che le strappavano il vestito e tagliavano le braccia lunghe, ma lei non proferiva alcuna parola. Si lasciava prendere in braccio nonostante il dolore al corpo e si faceva posare sulla terra bagnata. Immaginai solo i pensieri di tutti e tre gli esseri viventi umani nel pensiero fugace ritratto dalla musica che stavo ascoltando.
Perché non ti alzi e ti lamenti? Non voglio lamentarmi, sto benissimo dove sono. E perché stai sorridendo? Potremmo anche ucciderti quaggiù, dove non ti sente nessuno, sai? Ma fatelo pure, che mi frega, tanto sarei morta comunque sotto un cumulo di terra, donando il sangue come energia per i malati che nasceranno, come voi e come me, come tutti questi qui che respirano.
Non ho mai visto una ragazza così morbosamente inquietante come questa, vieni, andiamo a sotterrarla, è quel che vuole tanto. Anf... Anf... Mi stanno per uccidere davvero... Che posso fare, sono proprio su questa terra, con questi due uomini di non so niente, se provassi a scappare mi prenderebbero, e poi sentirei i dolori di questi rovi appuntiti su di me, e per non provarli ancora mi acquatterei di nuovo come adesso, e tanto a che serve? Nessuno quasi ti dà un passaggio, e poi guardami, sembro una drogata, ho solo un vestito leggero e ho freddo, potrei morire di questo e di caldo al mezzogiorno inoltrato, e qualcuno potrebbe farmi di nuovo male... Se la vedi in modo positivo, potrei morire in questo modo così dolce come adesso, sotto la luna piena, in una notte così fredda e che prolunga il mio conservarsi del corpo. Anche se tornassi, sarei morente, mezza uccisa, sarei come quando verrebbero a sapere della mia morte. Preferisco morire nel più completo mistero della mia apparente sparizione, che far sapere di essere stata l'enessima vittima di rapimento.
Guardala, parla da sola, ride e piange mentre i suoi capelli son bagnati. E' completamente matta, ma forse lo sta facendo per lo shock... Ma che te ne frega, uccidiamola e basta, che te ne importa del perché sta facendo tutte quelle scemenze fisiche? Beh, è sorprendente, non trovi? Mah...
Tanto le macchine non si fermano, è inutile che le guardi. E' inutile che avanzi le ginocchia sul mezzo cemento della strada. rischieresti di farti male ancora di più, di far fare un incidente a chi hai davanti, all'unica persona nei paraggi, e di far ammazzare anche quella, invece di farti salvare.
Perché devi sempre farmi pensare in negativo? Potrei arrancare per farmi levare questi rovi maledetti e poi correre... Ma sei davvero sicura di riuscirci? Loro potrebbero finire in un attimo, e poi tu stai MORENDO, ti ricordo. Hai ricevuto una coltellata nel fianco, ti strancheresti troppo e non potresti farcela... Pensa a chi potrebbe riconoscerti. Stai immaginando tua madre tenerti in braccio appena nata in cucina, giusto? Si, stavo pensando a quello... Smettila di ricalcare questa immagina fasulla, te lo prego. mi fa troppo male. Più male del dolore creato da quei fili che ti legano stretta? Smettila, ti prego. Allora smetti di pensare, quel dolore me lo stai facendo venire anche a me. Perché non te ne vai via, voce maledetta? Non fai altro che farmi confondere, ti odio.
Senti amico, perché non le diamo una botta in testa e via? Mi sta dando sui nervi quella sua parlantina isterica al vuoto... Starà pregando, lasciala pregare prima di morire... A me non sembra che lo stai facendo... Poi guardala, sembra una donna di facili costumi, ti pare una crocerossina quella? E' anche brutta. Sarà pure brutta però ha un bel fisico, è quasi un peccato mandarla sottoterra. Mica serve viva per poterlo usufruire, amico, tanto nessuno ci vede, e lei da morta non potrà darci nessun fastidio, non potendo urlare nè graffiarci. 
Io non potrò mai andare via dalla tua mente, cara, faccio parte di te. Sono te stessa. Allora l'unico modo per farti andare via è farmi uccidere. Vuoi davvero morire quindi? Mi odi così tanto quanto te stessa? Mi rattristi... Pensavo fossi una persona forte d'animo. Taci! Io sono solo una donna giovane e ingenua, cosa vuoi che gliene importi alla gente se sono forte grazie a te? Ad una voce nella mia mente? Mi direbbero che sono solo matta dal legare, poco importa se faccio cose grandiose, come scappare con le mie soli forze morente con questi tizi? Provaci almeno. A fare cosa? Poi scusa, mi dici che dovrei lasciare perdere e ora dici che dovrei provarci? Mi confondi le idee visto? Senti, sentivo di dirtelo solo adesso... I nostri son solo pensieri dopotutto, non cose programmate, sensazioni che variano in ogni momento.
Dove hai poggiato il coltello? Lo avevo appoggiato qui... Sei il solito distratto. Dai muoviti che muoio dalla voglia di finirla quella sgualdrina bionda. Già, l'abbiamo presa per divertirci, niente di più. E ora te ne sei già stancato, come tutte le altre precedenti, vero? Oh, sta' zitto, stronzo.
Sai che penso? Che non voglio più stare qui. Mi ha stancato vedere questa terra bagnata, questo centrimetro di cielo visibile ai miei occhi. Non voglio morire ricordando solo questo. Voglio alzarmi e prendermela con quei deficienti che mi hanno legato, imbavagliato e picchiato. Poi ho sentito che mi voglion violare, e questo non accetto che succeda al mio corpo prima di morire. Non voglio ricordare di essere una vittima morta per colpa loro. Se muoio voglio sia per colpa mia, non loro.
Allora, l'hai trovato o no quel coltello? Guarda che non voglio stare un altro pò qui senza fare nulla. Quella ragazza tra poche ore morirà e non voglio sprecare il maggior divertimento di vederla soffire le numerose coltellate, spicciati quindi! Se solo ricordassi, smetti di lamentarti e vedrai che lo trovo!
Avanti, dillo, a apertura scenica degna dei migliori film, sta pure piovendo forte. Ma piantala, son omoni grossi, devo non farmi vedere, altrimenti mi stancherei di più nel cogliergli di sorpresa; e poi non sono così forte di mio. Sarebbe troppo assurdo, voce interiore pazza mia.
Ma guarda, l'hanno dimenticato sotto lo sportello. Ti mancherebbe così poco... Basterebbe tu passassi da sotto la macchina lentamente mentre loro controllano i sedili... E anche se ti scoprissero, avresti il coltello più vicino a te, e nel caso lo avessi già in mano, farebbero fatica a riprenderti senza farti del male. E se avessero altri armi, tipo un fucile? Beh... almeno moriresti sapendo di esserti difesa.
No, mi potrebbero levare il coltello di mano. Voglio ammazzarli IO.
Senti, se non ti sbrighi io vado a divertirmi ancora un pò con la sua figa. Tu continua pure a masturbarti alla ricerca di quel fottuto coltello. Che hai detto? Non si sente niente con questa pioggia! AH!
Mi fa male il braccio. Mi fa male pigiare contro una massa oltre la mia visuale coperta dai ferri di quest'auto enorme. E vedo del sangue. Ma a chi fa più male? A lui perché di sorpresa, o a me morente con già una ferita sanguinante in corpo e faticando? Spingi di più, non pensare! AGISCI!
Finalmente aveva cominciato ad attaccare, dopo mille pensieri confusi; aveva paura ma voleva andare oltre. Voleva levarsi la soddisfazione della rabbia repressa per quella paura avuta per tutto il viaggio senza luce alcuna. L'uomo colpito alle parti basse giaceva per terra, gemendo e chiamando l'altro, che non riusciva a trovare la ragazza, domandandosi dove fosse nascosta.
E' qui cretino! E' sotto la macchina, prendila, quella puttana! Mi ha accoltellato di nascosto!
Alla ragazza batteva forte il cuore. Oh no, se mi batte forte faticherò di più, accidenti! Non avere timore, sei al sicuro sotto l'auto. E se lui la spostasse? Tu cercheresti di non uscire, potresti attaccarti bene bene e non usciresti mai. La fai troppo facile tu.
Ma come ha fatto??? Pareva non reggersi in piedi... Cristo, ha lei il coltello! Uhmm... Ma io ho una pistola, posso benissimo colpirla sotto la macchina, così vediamo chi è più furbo!
Mi senti idiota bionda? Ho qui una pistola, ed è inutile che tu abbia un coltello. Ho una buona mira e posso ucciderti da lontano. Sei solo una povera sciocca, bella mia. Oltre che pazza di tuo.
Sei già comunque destinata alla morte, e non puoi scamparla in nessun caso.
Ecco, vedi? Ha un'arma da fuoco, io una bianca, che posso fare ormai? Sono già condannata, non c'è modo di farla franca, io sono troppo debole e lui ha un vantaggio. Non posso vedere nemmeno da dove spara; anche se sono sotto la macchina può sempre arrivare a me e farla finita, addio me.
No, non arrenderti adesso, puoi sempre farcela... O forse hai ragione tu... Ormai abbiamo dato quel che potevamo... Non si può sempre vincere... E' stupido andare oltre le nostre possibilità. So solo che voglio sfogarmi su di loro... Loro mi hanno portato qui senza che lo volessi, anche il posto mi piace non volevo certo averlo scoperto in questo modo orribile e doloroso, perciò questo posto ormai per me è brutto. Anche se non è colpa certo sua, son stati quei due a rovinarlo. Perciò hanno colpa loro, loro DEVONO ESSERE UCCISI, non io. Contaminano questo posto meraviglioso. Per cancellarli basterebbe eliminarli altrove... O qui? Non saprei dirti su questo... La mente è indecifrabile come lo sono anche i ricordi... Non si può cancellare il passato a meno che non si muoia o si dimentichi tutto per puro caso... Ma lo vedi che mi confondi? In qualsiasi caso io devo morire! Ed invece ho tanta così rabbia che voglio cancellare loro del tutto! Allora pazienza se a questo posto collegherò questi due stronzi maledetti! VOGLIO AMMAZZARLI FEROCEMENTE, hai capito? E lo farò!
Un colpo risuonò nell'aria. Ma ti sei rincretinito??? Così ci sentiranno! Senti, mi è passata la voglia, voglio ammazzarla quella maledetta, e l'unico modo è spararle, e tanto nessuno ci sentirà, sta' tranquillo... Ucciderò anche chi ci sentirà. Tu hai perso la ragione! No, qui nessuno di noi, nè io nè te nè anche lei l'ha. E tu sei anche scemo.
Un altro colpo partì. Arrivò a colpirle un braccio. Lei urlò con poco fiato in gola del nuovo dolore, sanguinante. Non ce la farò mai, mi sta già sparando addosso. Finirà qui la mia vita. E' inutile arrabbiarsi, sono troppo sfinita dal dolore ed ho un gran mal di testa. Ti prego facciamolo finita qui.
Sai che c'è? Mi sei sempre stato sulle palle, tu. Penso che ucciderò anche te, urli troppo e vaneggi troppo. Se ci scoprono è per colpa tua che ti lamenti, non mia. Essere inutile più di lei, addio.
Un BAM ancora, ma non a lei.
Ha ucciso il suo collega, è andato fuori di testa. Sarebbe perfetto scappare ora più velocemente possibile. Non posso farcela, sono troppo stanca... Morirò anche io stanotte, me lo sento.
Dov'è finita la tua rabbia di prima? Perché devi sempre cambiare idea? Parli tu che le cambi sempre, eh? Secondo te questo è un momento in cui avere le idee chiare? Agisci allora senza pensare.
Scappò, tirandosi via da sotto l'altro sportello, correndo veloce verso gli alberi scuri.
Scappa, scappa, l'unica via è questa, finchè aumenti i kilometri di distanza tra te e quell'unico uomo rimasto. Quell'uomo tanto folle e fuori di testa. Scappa.
Ma quell'uomo si sarebbe messo dentro l'auto per sparare nel vuoto della propria auto un altro BAM.
Verso se stesso.
Siamo tutti folli, ed io sono stanco. Stanco della mia vita. Stanco di tutta questa merda.
Era già mattina. E le macchine ne giravano tantissime. Chissà se qualcuna si sarebbe fermata, tra le alte probabilità di riuscito autostop.


Questa è la canzone che mi ha fatto pensare a quasi tutto questo nuovo mini racconto ieri notte. Era cominciato senza una fine, ed è finito adesso sul blog, continuato, da quando ho cominciato a scrivere qui, improvvisandovi il continuo mentre riascoltavo al computer la stessa canzone.


Ironie della vita musicali traumatiche con Blahzay Roze: che fine hai fatto? In caso di storie di abusi sulle donne…

Non son riuscita a dormire, ma ormai il sonno mi è passato del tutto. Parlando finalmente con la mia amica fumettista dopo tantissimo temp...