12 maggio 2018

Giudizio e Scontro

Fa tanto male bambina?
Fa quanto tanto male?
Ancora una volta fa quel male
E allora ti perdi
Ti perdi annullandoti 
per sentire meno male
Vincono loro
senza saperlo


E' una lotta senza saperne il merito
Una lotta di entrambe le colpe
Una lotta di entrambi i meriti
Nel silenzio
Nel vuoto

Ne sento il bisogno, è difficile.

Non mi interessa se passerò per vittima o altro, quindi mi sfogo.

Nessuno è tenuto a leggere più avanti, ne' a rispondere.

Non mi interessa nemmeno se mi darete della depressa, perché so che in quel caso la vostra è ipocrisia, il voler negare che esistano ricadute come regola umana.

Anche perché le cose per uscire fuori da tutte le emozioni e pensieri negativi le sto facendo, lentamente ma le sto facendo.

E' difficile quando sei sola, nella casa del tuo ormai ex partner.

E' difficile stare con una persona a cui ancora vuoi bene ma che sai benissimo sia dannosa ed inutile conviverci ancora.

Siamo troppo diversi, e non mi sembra di essere compresa da lui.

E' difficile quando ancora senti intorno a te gente criticarti ed usarti.

E' difficile quando nemmeno puoi avere la possibilità di disegnare come tanti mesi fa ormai, perché non hai ancora un lavoro.

Ma lo stai cercando, quasi ogni giorno, usando un telefono casalingo perché i cellulari non sono mai stati i tuoi mezzi di comunicazioni preferiti.

E' difficile quando sai benissimo di avere un'autostima di merda, un carattere di merda.

E' difficile quando te stessa non capisci se sei gradita sul serio alle persone che sembrano gradirti, perché queste poi dal nulla scompaiono, o sembrano usarti solo per divertimento.

E' difficile capire cosa vuole la società da te.

E' difficile credere ai sogni, perché ti senti trattata da completa idiota.

E' difficile non andare oltre, e nello stesso tempo non piangere per stress.

E' difficile guardare per me la gente in faccia.

Con lui nemmeno funziona, mi dice di essere un maschiaccio, una donna confusa, ambigua, strana, e nelle ultime settimane, manipolatrice e che non sa amare.

Perché non ho avuto un'educazione, perché non ho avuto dei genitori, perché sto sempre per i fatti miei e silenziosa, perché quello e quell'altro.

Scusami se sono così, ma anche tu hai dei difetti, e continui a negarli.

Se sai che non andiamo d'accordo, perché allora mi dici di volermi lasciare, e poi dopo ti penti e dopo fai lo speranzoso perché pensi che io voglia tornare con te?

Io se trovo un alloggio me ne vado, lo hai deciso anche tu questo, volevi buttarmi via dalla tua vita ormai da un anno.

Lo hai deciso tu di non portarmi rispetto nel far entrare ancora quella stronza nella nostra vita, di fare pace con quella traditrice della tua ex, di avere "amici" che ti parlano alle spalle, che non hanno a cuore il tuo progetto musicale.

Sei stato tu a dirmi ogni volta "Ma a trent'anni sarai ancora lì a disegnare?" e "Tanto si morirà tutti, inutile che fai quelle cose"

E ci stavo anche per credere, uccidendo quel poco di autostima che avevo.

Sì è vero che nei primi anni avevo meno voglia di fare le cose, ma sono anemica, e spesso facile a depressioni, sai ero uscita da pochissimo da tre relazioni recenti con stronzi che mi stavano distruggendo l'autostima, forse ci stavano riuscendo, se io stessa all'ultimo non avessi avuto il coraggio di mandarlo a quel paese di mattina davanti alla sua nuova fiamma, nella sua auto.

Sì è vero che avevo momenti di pigrizia, ma son sempre stata introversa ed apatica, ed il caldo mi faceva davvero innervosire e stancare.

Sì è vero che spesso ero nervosa, ma ti ricordo che ho avuto un lungo periodo di controlli medici, madre che ancora mi faceva sensi di colpa strani, e talvolta mia zia ricompariva con altre storie del passato. Inoltre tu te ne uscivi con lamentele assurde sul mio modo di fare amicizia e sui miei amici, che anche loro han visto, son stati testimoni.

E mi danno ragione, anche se una parte di me comincia davvero a credere che forse, come dici tu, son pazze pure loro, perché io son da curare dallo psichiatra mentre tu problemi non ne hai, perché è normale incazzarsi con me per aver sentito dire dalla mia amica "Oh vieni a farmi le cose" (masturbami) davanti a te, mentre io e lei eravamo lì prima, dietro la tua stanza, a vederci un film, come solito io faccio, urlandomi anche che ti stavo prendendo per il culo, che nascondevo qualcosa perché mi dichiaro bisessuale e perché ho un handicap all'udito.

E' difficile per me da una vita non ricadere nel sentirmi in colpa.

E' stato difficile per me essere me stessa come adesso.

E' difficile aver fiducia di te, perché io non ne vedo, continui a pensare cose ambigue anche quando ti ripeto che non c'è niente di quello che pensi.

In amore ci vuole fiducia, e comprensione, cosa che non mi sembra tu disponga nei miei confronti. I regali e il cibo non c'entrano niente. Anche qualcuno che tu sai, il mio caro zio, mi faceva moine e dava soldi, ma poi sai che mi ha fatto.

E no, smetti di dire che sei l'unico buono, che non trovo altri come te, perché non è affatto vero, e smetti di dare ragione ai miei ex, che manco conosci, a dare ragione a chi mi insultava dandomi della troia.

E smetti anche di dire che non ci ho mai provato, a risolvere i nostri problemi.

Smetti allora di criticarmi.

E' difficile sentire di essere amata, quando sento di non essere nulla di speciale per te.

Il Caos e l'Ordine

Finalmente si era svegliata, la misteriosa signora.
Alexia si curò di lei finché non si destasse dal sonno durato qualche ora.
"Adesso dimmi dove sono le mie amiche e lasciaci andare" ordinò.
"Tu, piccola arrogante..." sussurrò la signora un po' intontita.
"Guarda che ho quel libro con me, posso fare in modo che ti ricada addosso un'altra volta" disse ironicamente Alexia, sorridendo, ma con tono quasi severo.
"Okay, va bene! Sono sempre in quel letto lassù, non si sono mai mosse da lì... Potete andarvene via, sì, meglio se sparite, ecco..." rispose la signora guardando infastidita Alexia.
"Bene... Ma qualcosa non va?" chiese la bambina dai capelli color fiamma.
La signora fece come una faccia stupita. "Oh, non credo tu capisca."
Alexia continuò a fissarla.
"Tu sei solo una bambina, non puoi capire i dilemmi di una signorina"
Alexia capì allora che non era stata moglie di qualcuno, come invece ipoteticamente dissero le sue amiche, agli inizi di tutta la storia.
"Dai bambini si può sempre imparare, e poi mai dire mai..." continuò Alexia.
"E va bene hai vinto!" esclamò la misteriosa ragazza stizzita.
"Vedi, quel tavolino era mio, ed è un oggetto magico, così come lo sono tutte le cose dentro questa casa fatiscente... Evidentemente se voi siete qui è perché avete avuto, o meglio, ha avuto sfortuna l'oggetto a tornare da me."
Alexia riflettè. "Sì, in effetti ricordo che la streg.. Ehm Furys lo aveva comprato da qualche giorno, aveva detto di averlo preso in un negozio d'antiquariato... Ma allora come mai solo da noi si è 'attivato'?"
"Perché è un tavolo molto sensibile, e molto intelligente: non si sarebbe mai mosso da un negozio, e probabilmente avrà sentito solo in quel dato momento di tornare a casa."
"Quindi lei non è un fantasma, ma una strega?" chiese ancora Alexia.
"Io sono sempre un fantasma, solo in senso metaforico, se la si vuol vedere così... Strega non so, però la casa e tutto ciò che mi appartiene è come se fosse dotato di vita propria."
"Allora questo spiega perché non si fa vedere mai" disse Alexia "Lei deve stare dietro a tutti questi oggetti, ed ha paura che la vedano come una strega"
"Io n-non sono una strega" disse la signorina ancora stizzita.
"Perché in realtà lei ha un sacco di anni, e per non far notare il suo essere immortale si nasconde in questa casa dall'aspetto rovinato dal tempo..."
"Smettila sciocca, se te ne vuoi andare vai, non voglio più sentire certi discorsi!" disse con una leggera aggressività la ragazza.
"Io me ne vado certo, ma tornerò, io e le mie amiche, perché stai pur tranquilla che nessun altro saprà del segreto" confermò Alexia.
"Come potrei essere sicura di ciò che dici, qua girano facilmente le malelingue"
"Perché dico che puoi fidarti, poiché lascerò qui il tuo tavolino, e perché solo per qualche notte, verremmo a farti visita, di nascosto. Io e le mie amiche abbiamo nella nostra casa il figlio di una strega, ed una mia zia adottiva è strega pure lei. Sappiamo cosa significa."
La signora fece una faccia sorpresa ma allo stesso tempo sembrava più rassicurata, osservando poi la piccola furetta bambina dai lunghi capelli color fiamma portare giù dalle scale le sue due amiche e la cuginetta.
"Avrò la tua parola su tutto questo?" chiese ancora la misteriosa ragazza un po' ansiosa.
"Sì, avrai la mia parola." confermò Alexia.
Erano mattino inoltrato, e velocemente le quattro bambine corsero verso casa. Era un po' un caos per via del tempo burrascoso della notte passata.
"Finalmente! Dove eravate fino ad ora?" chiese Furys.
"Stavamo andando a chiedere come stavano gli altri" rispose Chapette.
"Si direbbe quasi che abbiate fatto qualche lotta... Vabbeh, non voglio sapere cosa realmente abbiate fatto, ma non aspettatevi che io creda al vostro altruismo disinteressato..."
"Ma..." disse Mina.
"Su, entrate e pulite 'sto casino, datevi da fare" ordinò Furys, guardando storto anche il fidanzato Lillo che fischiettava con la bocca.
"A proposito, è sparito un tavolo che avevo comprato... Mannaggia, era così bello e originale!"
Alexia sorrise.

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Tutti pensavano che la battuta fosse tra me ed il mio (quasi) ex, ma in realtà è una vignetta autoironica. Spesso nelle mie auto-rappresentazioni io parlo con voci senza un'identità e aspetto...
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La mia versione furrosa centrale in alcuni suoi pensieri profondi.
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Era il giorno del Ringraziamento. Qui son ritratti il povero Shaggy 2Dope ed Anybody Killa.
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Altro tributo grafico al duo Anybody Killa-Blaze Ya Dead Homie conosciuto come Drive-by. Qui son rappresentati come agli albori e senza facepaint.
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Una coppietta di LadyKittie col suo amato SirCat. Onde evitare equivoci (sob) quello sotto è un maschio, non una femmina. Perché anche i ragazzi e uomini portano i capelli lunghi, non è prerogativa solo delle donzelle, così come l'inverso, ovvero le tipe dai capelli cortissimi, pure loro molto belle (esempio le ragazze zulu), che anche io ne disegno, quindi meno vedo 'sti pregiudizi del cazzo meglio è.
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Una LadyKittie che ha visto qualcosa che l'ha fatta innamorare subito.
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Una LadyKittie ed una lupacchiotta a confronto. Dopotutto prima della mia mania delle donzelle felinizzate avevo come tendenza a disegnare donne lupo, giustamente...
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Una madre lupo disgraziata.
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Una LadyKittie adolescente.
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Altra LadyKittie, un po' più in avanti di età alla precedente, che ballicchia.
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I principali artisti della Psychopatic Records (alcuni ormai ex) disegnati in piccolo e come gatti: Shaggy 2Dope, Violent J (ultimi due come duo, Insane Clown Posse), Monoxide Child, Jamie Madrox (ultimi due come duo, Twiztid), Blaze Ya Dead Homie, Anybody Killa (ultimi due come duo, Drive-by) e Boondox the Scarecrow.

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Ennesima mia versione Puppet di Violent J degli Insane Clown Posse. Il titolo si rifà ad una loro song tra le tante che preferisco.
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Anybody Killa colorato a pennarello. Sì il rosso mi stava morendo...
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Ancora Violent J nella mia versione a pupazzetto, stavolta a colori (pennarelli).
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Shaggy 2Dope come era agli albori, vestiti un po' reinventati, colorato a pennarello. Vabbeh, fare le armi bianche gigantesche è un mio vezzo artistico.
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Non poteva mancare ovviamente anche Blaze Ya Dead Homie colorato, sempre a pennarello...
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Una mia LadyKittie a colori, rappresentante una celebrazione pagana del solstizio inverno.
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Un mio autoritratto (non furry/animalesco) un po' stupidotto, in contrasto con lo sfondo che è del mio colore preferito. Sempre pennarello, peccato che pure quel colore me stava a morì tra le mani.
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Altro autoritratto, furroso ma più sul quasi realistico allo stesso tempo.
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Due miei alter-ego che si incontrano: la Cerby (a sinistra) e Maddy Mad (medie-superiori).
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Son famosa tra le tante cose, per avere al collo ed addosso un sacco di pendenti e ciondoli. Quindi se capita che ne ho due od uno solo, qualcuno si fa paranoie...
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Non penso servano spiegazioni qui...

Piaghe Volanti del Mondo Intorno


Tavola presa su permesso dalla pagina personale di Matteo Gubellini, vista per caso. Per la bellezza che ho trovato in questa ho chiesto anche la pagina sua pubblica, iscrivendomi subito Matteo Gubellini’s Arts a cui pregherei tutti di visitare.
Dichiaratori di famiglie perfette
ma nel silenzio della notte
fare compagnia distaccata
con gli allontanati errori
“I transessuali certe volte son meglio delle donne stesse”
Un padre dal passato
Buio perché quasi sempre lontano da te
Gocce d’acqua assetate
di primordiali sentimenti
forse uguali pure sulla considerata pazzia
Acqua che fa cloni
Buio della presenza
Nessun calore vero
Anni lunghi e dolori infiniti
Ricerche tra amore e morte
Tra vicinanza ed allontanamento
Tu padre dove sei e cosa sei
Cosa cerchi
Ho conosciuto l’androginia
dai tuoi momenti
che io stesso porto
Incontro scontro
che vedo pure sul mio aspetto
Incoerenza e misteri

Ironie della vita musicali traumatiche con Blahzay Roze: che fine hai fatto? In caso di storie di abusi sulle donne…

Non son riuscita a dormire, ma ormai il sonno mi è passato del tutto. Parlando finalmente con la mia amica fumettista dopo tantissimo temp...