12 febbraio 2017

Ipocrisia

Da un bel po' di settimane che mi son rifatta il mio profilo nuovo, ricevo tante richieste solo perché rispetto al primo tentativo di secondo account creatomi l'anno scorso, stavolta ho messo come sesso quello mio vero, e giù appunto il fiume. Oggi l'ho riaperto, e me ne son arrivate altre 45 più una.
La maggior parte mi aggiunge solo per fare numero, altri per spammarmi la loro pagina, altri ancora per provarci, domandandomi cose che potrebbero loro dar subito risposta se sapessero suare davvero quel cazzo di facebook leggendo le mie info. Ma niente, più che scrivo che non voglio avances, e nemmeno leggono, duri di comprendonio. Ho scritto su Facebook così un breve post riguardo ad una rabbia nascosta dentro di me da tempo, collegata a vari fattori, perché provo rabbia fino al pianto se sono così tante persone a definirmi "babe" o "dear" senza conoscermi.
Che poi nemmeno se mi conoscessero, diminuirebbe il mio personale astìo.
So che forse esagero con la mia mania dei film horror, ma mi son sentita come uno dei miei film horror preferiti, quello di Carrie di DePalma degli anni settanta, perché come lei avevo rabbia della gente falsa ed ipocrita, che solo mi usava o mi derideva. Amavo così tanto quel film che le mie ex-amiche di scuola superiore dicevano tranquillamente:" Ah sì tu hai la fissa di quel film".
Ipocrisia perché so appunto, e ripeto, che non credo a nessuno quando mi dicono che ho un bell'aspetto, figuriamoci quando mi definiscono così, solo da una chat. Mi piaccio solo raramente nelle foto, e se sembro farmi i selfie solo per vanità, beh vi sbagliate di grosso, lo faccio solo per vedere come sono fatta, come cambia il mio viso, come ho la mia anatomia, le espressioni che faccio per poterle rifare poi nei miei fumetti quando mi ritraggo, perché ancora non riesco a disegnarmi come vorrei, come una cosa decente da fare sempre e che mi ci senta davvero dentro. E' un po' come se ancora non avessi una forma ben definita. Vedo solo il dentro di me, ecco.
Quindi tu caro stronzo cazzone che mi scrivi quelle belle paroline piene di merda perché vuote di dolcezza vera, sappi che se solo ricontinui a scrivermi ancora provandoci e sperando di attaccare bottone, io ti cancello senza se e ma, perché quel profilo non l'ho fatto per farmi rimorchiare.
Che poi rimorchiare di cosa appunto? E qui si va a parare il motivo per cui mi spingo a scrivere tutta questa rabbia colma di lacrime che dura da una vita, la mia stessa esistenza. Non mi conoscono, eppure si permettono di dire che sono dolce e cara. Non mi hanno mai visto fisicamente, e dicono che sono sexy, chiedendomi foto. No io le mie foto non ve ne mando nemmeno mezza. Fregati.
Perché non mi piace quando mi scrivono solo per l'aspetto. Ho già avuto delusioni di questo tipo da ragazzi che mi cercavano solo per avere una figa, inteso come organo, o solo per la faccia (sì come no ma tralasciamo), ma io sapevo che non erano davvero interessati a me come persona. Ho avuto relazioni del cazzo, alcune finite male per cause esterne, altre perché già da subito mi definivano una persona "di carattere difficile". Quando ero molto giovane, avevo molti interessi come i miei compagni maschi, poche son state le mie amicizie femminili, quindi avevo il temperamento abbastanza "battagliero", che ancora oggi ogni tanto esce fuori, e l'ha notato anche il mio attuale compagno. Mi addolora molto però ricordare quanto mi avessero usato, facendomi credere anche che fossero tipi simpatici, interessati a me per le cose in comune, quando invece appena vedevano una più "facile" o "dolce" mi lasciavano per quest'ultima. Io ci soffrivo e pensavo: " Io credevo di essere speciale per te" e una parte di me legata a questi la vedevo allontanarsi da me, morire di crepe dolorose. L'unica volta che ho spezzato io invece il cuore a qualcuno, era al tempo delle medie, ma fu lui a farmi paura perchè troppo geloso, mentre io volevo solo stare bene col mio gruppo di volontariato. Ricordo ancora il mattino dopo, mentre tornavo a casa mia, e lui (un giovane punkettone di origine germaniche) che sbatteva il pugno sul tavolo dicendomi: " Quella festa è stata un errore.". Io da quel giorno cominciai a parlarci meno, fino a lasciarci nel silenzio senza più vederci. Ecco perché di solito non amo farmi avanti. Anche se ci provavo, non la sentivo una cosa sensata. E se solo facevi lo stronzo con me, io finivo per far spegnere l'amore che avevo dentro. Certo non è sempre stato così, a volte provavo a cambiare tattica, ma sempre finivo per soffrire, in qualunque modo. Se nonostante l'aria fredda non mi convincesse di lui, si finiva per mollarci perché questo avrebbe finito per tradirmi. Se cominciavo io o credevo che fossero simpatici, scoprivo di essere stata ingannata, e giù altre sofferenze. Valeva anche per le donzelle, perché ho avuto anche relazioni con il mio stesso sesso. Avrei molto da dire al riguardo perché le relazioni erano tutte una diversa dall'altra, emozioni e situazioni diverse in tanti anni differenti, ma la rabbia che ho avuto in quel momento tocca radici più profonde ed in un'unico calderone di tutte queste mie esperienze sentimentali, e cioè il fatto di prendermi in giro. Perché vedo tutto come una grossa presa per il culo. Inganno. Morti di fica o falsi che vogliono solo giocarci con me. E dentro ovviamente mi sento morire.

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