28 settembre 2016

The Blacky Pictures 15 anni dopo e poco più.

Rileggendo i vecchi documenti del 1998 ancora "esistenti" riguardo la mia infanzia, scorgo questo nome.

Trattasi di uno dei tanti test che facevano ai bambini dell'istituto in cui stavo (presumo, da quel che ho capito ieri pomeriggio, dal primo anno di età fino ai sette anni e mezzo, 1995-2002), dove si doveva capire alcune caratteristiche psicologiche dei bambini.

(Tratto dal sito https://psychoceci.wordpress.com/2012/01/24/il-blacky-pictures-test-un-test-proiettivo-per-indagare-le-dinamiche-di-personalita-nei-bambini/)
Questa l'unica immagine completa delle tavole nel loro ordine e significato originario.

Rivederle dopo più di quindici anni fa un certo strano effetto, soprattutto a rileggere certe parole sotto ogni vignetta. Erano rimaste nell'oblio fino ad ora. Ma qualcosa mi è riaffiorato. Nel foglio che avevo letto e ritrovato varie volte, rivedo questo nome di cui non ricordavo più nulla collegato, che mi spinge finalmente dopo tanti anni a farci una ricerchina.

Questa la pagina successiva, od una di quelle successive, che spiega l'allora mia analisi infantile riguardo quelle strane tavole.

Io non ricordo ovviamente nulla di tutto ciò che dissi, ma le immagini che erano su quelle tavole lucide me le ricordo benissimo, tutte disposte sul tavolo e che volevo subito vedere.

 









E questo è tutto quello che ho visto e che ho di quel ricordo di tanti tanti anni fa.

Giornata delle tante. La stanza bianca come prigione concentrata degli incubi mentali.

Non avrei voglia di scrivere cosa ho fatto ieri, perché per me è stato molto doloroso il dopo, a fine giornata, ma nello stesso tempo voglio ricordare, per evitare di dimenticare.
Ieri dovevo fare delle cose importanti coi miei parenti riguardo il fattore soldi/inps/lavoro, a cui dovevo far finita mesi fa. Si perché dal nulla da quest'anno so che mi chiesero dei soldi. Soldi che ovviamente non ho essendo senza lavoro da anni: potrei dire di non aver mai avuto un lavoro serio, a parte quando feci volontariato cinque anni fa o quanti ne siano passati.
Ovviamente non scriverò tutto dall'inizio alla fine; come è nel mio modo di narrare certi fatti io comincio per ricordi vaghi, solo quello che ricordo di tali giornate.
Ricordo che faceva un caldo molto accecante, ma dopo le tre per fortuna il cielo si era un po' rabbuiato, ed io stavo meglio, e pure mio nonno che dopo averci invitato a pranzo nella pasticceria vicino a casa del mio compagno stava patendo il sole addosso alla sua faccia.
Facemmo un sacco di giri, per trovare fogli, pagare fogli, farsi dare fogli per poi sapere che come avevo già detto io a loro, che fare una ricarica telefono sarebbe costata sui 50 euro (contando carta e pagamenti mensili già prepagati) e che il sei sarei dovuto tornare di nuovo in quel benedetto ufficio da me (fortuna che è vicino) per fare una specie di test. Un test per accertare che io avessi qualche "patologia" per passare all'agevolazione riguardo al famoso stipendio mensile per handicap.
Quando andammo a sentire ci fecero molte domande, a me e mia zia, e io ripetevo che non avevo niente di così grave; mia zia ne parlò dopo come se la cosa riguardasse un po' a favore del suo zio deceduto "perché me l'hanno ucciso quei medici".
Stavo dentro facendo crescere una rabbia come un vulcano, mi sentivo sotto pressione e volevo davvero uscire da quell'incubo fatto di una stanza bianca e mezza spoglia e così silenziosa.
"Ma io non ho niente..." ripetevo.
"Alex (si questo sarebbe il mio vero nome), ascolta. ASCOLTA." mi rispose tenendomi il braccio come faceva di solito in passato quando mi diceva qualcosa di importante. No, io mi stavo rifiutando. Sapevo e presumevo già che fosse qualcosa del genere, ma non volevo crederci. Il solo aver creduto lei che potessi fare una cosa del genere... E' solo un test. 
A me hanno ucciso mio marito quelli della malasanità, lo sa? 
Queste le frasi di mia zia dette in stretto nervoso al signore davanti a noi. "Si ma deve volerlo lei, se dice di non avere niente a che serve allora? Questo serve in caso di disturbi di personalità"
La mia rabbia e incubo stavano crescendo sempre di più, mi stavo vedendo il mondo addosso anche se quel momento era così apparentemente tranquillo.
Io non ho niente, di quel genere! Perché mi vuoi fare una cosa del genere? Che c'entra che sia morto lo zio? Queste le domande che io invece avevo dentro di me. Il mio cuore stava battendo troppo forte e cercavo di trattenere le emozioni che faticavano a tenersi dentro di me.
Voi mi state usando, dite la verità.
Quando uscimmo fu abbastanza tranquillo, parlammo della mia insonnia (che comunque mi stava svanendo) e ancora prima facemmo un accenno alla mia psoriasi dell'anno scorso.
Prenditi anche delle vitamine d-15, le vendono in farmacia.
Quello che disse mia nonna a pranzo, dopo che mi dissero che la psoriasi era certo una risposta alla "negazione del sole" e "mettiti i guanti".
Quando tornai a casa parlai con la mia amica riguardo al concerto programmato provvisoriamente dei Korpikllani e Skalmold di novembre, ma sapendo che non avremo potuto andarci senza spendere troppi soldi, abbiamo concordato poi per i Garbage che ci sarebbero stati qualche giorno avanti (ancora meglio) e più vicino (Firenze). Rimasi un pò a malincuore per negarci questo evento, ma almeno il secondo aveva più significato. Sarà per ricordare che le hai fatto riscoprire tu una band della sua infanzia che non ritrovava più; tu ne conosci tantissme di canzoni passate.
Quello fu il piccolo e breve inizio per stare male dopo ricordando quella giornata appena trascorsa e finita. I piccoli fuochi energici di dolore e rabbia che avevo represso uscirono tutti a poco a poco quando posai le mie membra stanche di giornata nel letto, vicino al mio compagno. Le lacrime mi uscirono violentemente dagli occhi stanchi, il cuore mi batteva violentemente, sentivo il mondo crollarmi addosso. Il mio ragazzo come di solito mi faceva, si preoccupò del mio pianto, per poi iniziare la solita ramanzina. Non molto come aiuto, diceva che comunque non era colpa mia se avevo vissuto in quel modo: Non è colpa tua, è che tu hai dovuto sopportare tutto quello che è successo, fosse accaduto a me mi sarei drogato pesantemente; guarda tua sorella, lei già ha scelto di fumare e bere, tu invece sei ancora lì' a farti del male. Dicevo di smetterla di dire quelle cose, non volevo sentirle, mi aumentavano la rabbia. Continuavo a ripetere tra le lacrime incessanti IO NON HO NIENTE, DI QUEL GENERE. IO NON HO NIENTE. IO NON HO NIENTE! 
Solite frasi che diceva sempre, che gli amici miei dicevano le cose solo perché facevo pena, che chi sta male non si accorge di stare male, che era solo un test (si ma già volevano farlo fare a me, come se quindi potessi risultare idonea) e che certi miei problemi intimi potessero riguardare i disturbi della personalità. Paragonava come al solito certi traumi riguardo il mio zio a disturbi come la schizofrenia. Smettila, dicevo, non è vero quel che dici. Ma io dico la verità, ripeteva ancora.
Ad un certo punto per farlo zittire lo strinsi forte, lui si zittì ed io cominciai ad avere strette allo stomaco. Purtroppo dall'anno scorso che mi cominciò a venire la psoriasi, ebbi anche un periodo di conati improvvisi notturni replicati di pertosse, e quando mi viene da piangere ho quasi la stessa cosa, senza vomitare. Ma stavolta mi faceva malissimo, stavo affogando dalla tosse e la mia gola di premeva forte, facendomi quasi strozzare. Lui si allarmò e cercò quindi stringermi ancora di più, cercando di farmi calmare. "Così ti fai solo del male." "E' il mio sfogo, posso?"
I miei occhi chiusi erano rossi, il mio naso gocciolante, la mia bocca stretta e parlavo poco, per evitare di strozzarmi dalla pertosse da stress ancora una volta.
Lui cercò di farmi così un thè rilassante per il mio stomaco, e capì di avere esagerato con le parole. Dissi razionalmente che io essendo un tipo emotivo per quella seduta con mia zia mi stavo incazzando e stavo male. "E piangi adesso?":" Si, lo sai che mi tengo le cose dentro".
Solo un test. Si ma lei tirò fuori il discorso di mio zio deceduto, come se io fossi una specie di lasciapassare per i cavoli loro, e poi se io non ho niente del genere perché farmelo fare? E io non voglio risultare comunque idonea, mi rifiuto di solo pensarlo. Tutto questo mi fa fatto stare malissimo, ho bisogno di sfogarmi piangendo, e le tue parole non mi aiutano molto.




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