17 gennaio 2017

23

Orbene.
Tra cinque giorni varò 23 anni esatti.
23 anni che mi sento finalmente come ero prima dei miei diciott'anni. Senza il costante bisogno di farmi piacere agli altri, di farmi piacere i gusti di altri. Ventritrè anni di apatie, male di vivere, ricordi ancorati come un salice piangente che perdura nelle stagioni, pieno di tagli di scritte di pensieri. Ventritrè anni di solitudine, solitudine interiore, di pensieri di rabbia e tristezza perché non sarò mai come vorrei essere, non potrò mai cancellare il mio passato e cosa ne è causato.
Ventitrè anni di musica, musica che passa e torna, sempre ad farmi emozionare e dare la voglia di fare, espressioni mentali che non mi abbandonano mai.
Ventritrè anni che ancora cerco di resistere, ma che ogni tanto ho qualche ricaduta, piango e soffro ancora, ansia a mille, con la pertosse e segni evidenti di sofferenza interiore.
Ventitrè anni che forse saranno dedicati alla mia musica, dopo tanti anni che non riuscivo a suonare o produrre qualcosa di mio, perché ancora è vivo il mio sogno di fare musica, anche coi miei idoli musicali di sempre, che tanto mi hanno accompagnato nella mia vita e che ancora seguo con lo stesso amore di allora.
Ventitrè anni in cui forse romperò qualche mio blocco mentale.
Ventritrè anni che forse inizierò ad avere una vera amica del cuore: e con amica vera del cuore intendo una persona che è sempre con me, mi comprende e con cui farò mille avventure assieme.
Ventitrè anni che forse riuscirò ancora di più a farmi notare rispetto all'anno scorso, perché anche se a volte mi viene voglia di non fare niente causa autostima, non demordo.
Ventitrè anni di forte insonnia, sbalzi di gioia/tristezza, sonno all'improvviso.
Ventitrè anni in cui mi farò un nome come artista di varie gallerie.
Ventitrè anni in cui mi dedicherò solo alla mia persona/sogni, comunque vada col mio partner.
Ventitrè anni che ancora disegno e ascolto la musica, emozionandomi.
Ventitrè anni in cui finalmente mi accetto un po' di più nell'estetica.
Ventitrè anni di varie ansie, timori, rabbie, pianti, pensieri, che sfrutterò al massimo.
Ventitrè anni in cui tornerò alle mie passioni di sempre.
Ventitrè anni in cui scriverò ancora molto di più.
Ventitrè anni di vissuto che andrà avanti.

Sorella (riflessione)

Ebbene, è passato il Natale, e la mia sorellastra da parte di mia madre non mi ha fatto sapere più nulla riguardo al ricevere i due regaloni che le volevo dare prima di Capodanno.
Son ancora lì, in quelle due buste polverose ormai, brillante fucsia perché so che a lei piace molto la roba "glamour", due portatrucchi a forma di armadio e letto matrimoniale da film erotico anni settanta/ottanta. So che è stata impegnata per la scuola, ma ormai da tempo non ci parliamo quasi mai, e anche se questa cosa che va bene a scuola mi fa piacere, dall'altra mi rattrista, ci siamo allontanate già dal nostro rapporto poco stabile che già avevamo. Ora ha quasi 17 anni credo, e si sta avvicinando alla maggiore età, perché tra me e lei corrono cinque anni di differenza. Il 20 di questo mese festeggerà gli anni, e scommetto che vorrà solo ricevere dei soldi e basta, anche se con tutte le amicizie che ha rispetto a me potrebbe fare benissimo una festa, cosa che io invece ho sempre desiderato fare tutti gli anni ma che non riuscivo mai nell'intento, perché non avevo molti amici, e un po' per dei periodi saltavo questa ricorrenza annuale a causa della morte dello zio (dal 2008 in poi): sì, il mostro che quando ero ragazzina mi fece quelle brutte cose sessuali. Non ho potuto festeggiare i miei compleanni a causa sua.
Ma tralasciando questi demoni del passato, ho sempre invidiato la mia sorellina per tantissimi altri motivi, non solo perché lei era molto più "popolare" tra le persone. Era rispetto a me, più "intima" nella famiglia, perché era stata cresciuta sin dalla più tenera età con gli zii, mentre io ero arrivata molto più tardi, e già il mio carattere timido e asociale non aiutava molto a farmi "entrare" nelle simpatie della famiglia in cui mi ero appena trasferita, quella in affidamento.
Lei era quella bella, quella paffuta, quella che era sempre alla moda, quella che aveva molti ammiratori, quella che stava sempre a curarsi, quella che... Io invece me ne stavo in disparte, e se litigavo con gli zii era per ideali di pensiero contrastanti: mia sorella invece con loro andava d'accordo su queste cose, litigava solo per avere qualche vestito o per andare alle feste.
"E' più importante avere tanti amici che pochi" era il suo pensiero, ma per come la vedevo io per me era importante solo averne pochi ma intimi. Lei ha un'amica sì del cuore, si conoscono ormai da quando sono nate si può dire, ma hanno sempre avuto un modo di fare che io non ho mai approvato,m anche nei miei confronti. Si dicono insulti in modo scherzoso, anche se pesantissimi, e deridevano me ed altri spesso. Io non avrei mai voluto un amico o un'amica che mi insultasse in quel modo, e quando qualcuno ci provava, il mio affetto che fino ad ora avevo per quella persona, svaniva a poco a poco nel nulla. Ecco perché non mi è mai durato nessuna amicizia, ma la cosa in fondo non mi dispiace, sapendo poi che persone erano nei miei confronti. Tanti di loro mi usavano soltanto, perché facevo ridere loro, o forse perché ero un tipo abbastanza tranquillo, non so dire. Se mia sorella usava il carisma e cercava di adeguarsi alle mode, io usavo la mia arte e le mie battute/vocine per divertire chi mi stava accanto. Alle mode mi interessavo in modo relativo, solo per "avere" più gente da conoscere, o per solo sete di sapere, cosa che ho sempre avuto. Mia sorella invece su questo era meno interessata, e spesso veniva da me a chiedere di aiutarla nei compiti, se non c'era mia zia a casa. Mi è sempre piaciuto aiutarla perché mi divertivo molto a vederla "soffrire" perché non arrivava a certe soluzioni usando la fantasia (io ne avevo tanta), ma questa cosa non potevo farla perché mia zia quando mi beccava farlo si incazzava molto, e questo è stato uno dei motivi per cui il nostro rapporto non era molto "fraterno". Se nel corso degli anni passati assieme cercavo di avvicinarmela, qualcuno me la faceva allontanare, e per me era sempre difficile, soprattutto se si mettono in conto litigi nostri vari. Ci picchiavamo spesso, io ero gelosa delle mie cose, e lei cercava di attirare la mia attenzione con modi un po' infantili e quasi da bullismo: disegnava sulle mie cose, mi rubava vestiti, fumetti porno (sì), profumi... Io così mi arrabbiavo e cercavo di farle "sputare" fuori la verità, ma non sempre ammetteva il fatto. Altre volte invece si metteva alla mia scrivania perché la mia rispetto alla sua era sempre in ordine, e quando eravamo veramente nervose lei mi tirava i capelli, mi mordeva le braccia, o mi tirava dei bastoni di ferro (quelli che servono per tirare su le serrande): ma spesso io resistevo e vincevo nelle nostre battaglie in casa. Mi insultava spesso per l'aspetto, dicendomi che ero una scimmia, depressa e altre offese, io cercavo di non ascoltarla ma lei continuava ad infastidirmi finchè non mi incazzavo, arrivando all'ennesimo litigio animato. Nostra zia aveva il modo di fare di risolvere la cosa dandoci gli schiaffi o le sculacciate tante volte, non ci faceva quasi mai spiegare il motivo del litigio, e un giorno io, stufa di questo, le dissi:" Se dici che devo imparare a sopportarla e risolvere le litigate, perché non me lo mostri una volta per tutte? Se non me lo mostri significa che non sai nemmeno tu come fare con lei!". Ma mi arrivarono altri schiaffi.
Mia sorella era molto più abbracciata dai cugini rispetto a me, perché io non ero tipo da farmi toccare molto, nemmeno da mia sorella. Mi consigliarono di abbracciarla di più, ma appena pensavo di farlo, mi bloccavo e non facevo niente. Per me mia sorella ormai era loro proprietà, non la sentivo come una sorella vera e propria, anche se a volte ci mantenevamo i segreti o discutevamo su varie cose. Ma più di lì il nostro rapporto non andava oltre. Ci fu un periodo in cui lei prese la fissa dei One Direction e di quella soap opera spagnola col personaggio di Patty, e anche se a me non piacevano, la facevo fare e dicevo:" Okay, sentiamo, và, così mi lasci in pace". Discutevamo anche per i poster attaccati al muro, io col mio degli Slipknot, lei col calendaro di Justin Bieber. A me non fregava nulla di cosa aveva lei, ma un giorno arrivò a lamentarsi con me del mio poster e calendario perché "inquietanti, ogni volta che passo mi devo vedere quei mostri": io le risposi:" Figurati io che devo passare dalla porta e vedo ogni volta quel bamboccione finto che mi sorride". Criticava tanto me per i miei gusti, ma poi mi prendeva le cose di nascosto per gelosia. Ci picchiavamo, ma ci raccontavamo della sua scuola (perché a tavola appena aprivamo bocca venivamo zittite). Quasi tutti i film li guardavamo assieme, e da piccole io le raccontavo le mie storie o giocavamo al mostro immaginario che veniva a mangiarci, perché eravamo spesso sole in casa. Mia sorella negli ultimi anni arrivò molto spesso ad urlare con mia zia e alle mani con loro, e io all'inizio non facevo nulla, ma verso il 19 anni 20, mi feci coraggio e fermai mia zia durante le loro accese discussioni. Non so che cosa abbia pensato lei, ma quando capitava a me, nemmeno lei provava a difendermi. Solo nelle rare occasioni in cui il nostro giudizio corrispondeva, lei diceva la sua. Ma ero lo stesso invidiosa di lei. A lei compravano tutto, le facevano fare addirittura "la guida" a me, la coccolavano, le facevano foto e la consideravano comunque più di me perché estroversa e "carina", comprandole o assicurandole un motorino o la patente, quando invece a me alla sua età mi dissero:" Tu faresti disastri".
Quando eravamo piccole eravamo contro il fumo consumato spesso in casa, e davanti a noi. Poi a 16 anni lei cominciò a fumare davanti a tutti come cosa accettata, perché prima rubava pacchetti da nostra zia di nascosto. Se io sopportavo il nervoso col silenzio, lei cominciò ad avere attacchi di ansia che trovò il modo di calmarle con le sigarette ed i liquori delle discoteche. Io mi vergognavo solo di vederla in strada con quella cicca in bocca come se fosse una cosa normale, ma più che altro perchè credevo che la pensasse come me: invece ha avuto davvero tanta influenza dalla famiglia. Se da una parte aveva una certa sensibilità riguardo il fatto accadutomi con mia zia e discuteva di cose divertenti con me, dall'altra non capiva il mio modo di fare, i miei pensieri, perché la pensava come nostra zia e mia cugina, arrivano anche a guardare le stesse cose che guardavano loro in tv.
" Perché lei sì ed io no?"
" Perché lei è più affidabile, meno distratta."
Sì, ero distratta, ma affidabile lei non era di certo, dato che in casa ero sempre io a ripulire gli affari degli altri e non battere ciglio, fino alla cose assurde, come piegare degli asciugamani o lavare le cose in un certo ordine (e se sbagliavo, mia zia a volte arrivava a darmi gli schiaffi finchè non facevo come voleva lei): per loro ero una bambina/adolescente da manipolare facilmente, ma oh come si sbagliavano. Spesso arrivavo a discutere con loro riguardo a categorie in cui io non avrei mai cambiato il mio pensiero: con mia sorella poco evidente questo, perché lei era molto simile a loro, appunto. Con lei era difficile per loro farle fare le faccende sue personali, o farla arrivare agli orari, ma con me mai avrebbero cambiato la mia persona, mai. E così è stato.
Con lei invece no, è cambiata, e anche se per certe cose somiglia a me leggermente, su tante altre è come loro, e questa è una cosa che mi rattrista molto nel profondo.
E vorrei che non capitasse con l'altra mia sorellastra minore, che c'è il rischio che possa accadere.


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