30 marzo 2018

Alice Treeman - Storia Passata Onirica Di Un Ipotetico Stupro

Un'altra vecchia storia stramba, probabilmente la mia prima fanfiction su artisti reali.

In realtà, è da tantissimi anni che la volevo pubblicare, ma che la lascia invece a riempirsi di polvere per due semplicissimi motivi. Uno, che era scritta non esteticamente molto bene, e secondo motivo, che non volevo mostrarla, dopo appena i primi capitoli, a qualcuno, nemmeno a chi me la chiese.
Sì, perché questa specie di fanfiction, nacque su richiesta sul mio primo e vecchissimo account di Deviantart. Questo utente sapeva che scrivevo storielle e che facevo disegni di tipo erotico, così un giorno mi scrisse di inventare per lui un racconto con protagonisti una certa Alice e del suo erotico incontro in un circo con la rockstar Joey Jordison. Non mi chiese altro, quindi mi lasciò la più totale libertà nell'esprimere le fantasie possibili. Ma da un semplice raccontino, divenne un vero e proprio romanzo senza finale scritto. Un'idea che avevo cominciato a raccontare nel mio quaderno col gatto nel prato stampato sopra (truccato da mia sorella con tanto di ciglioni e rossetto nero), nelle noiose ore di scuola superiore. Doveva essere solo una fantasia erotica, ma io aggiunsi moltissimi particolari che con l'idea iniziale poco avevano a che fare, diventando più come sempre una cosa mia personale, dove sfogare tutti i miei pensieri e sogni. Alla fine, quel racconto non arrivò mai al richiedente, come detto, perché un po' perché mi stufai, un po' perché non avevo messo quasi niente di così spinto da soddisfare lui o lei che fosse. Non lo mostrai nemmeno alla classe (tranne per una ex amica di passaggio, ma lesse solo i primi capitoli) ne' ovviamente alla mia famiglia (che manco si interessava ai miei disegni, figuriamoci). Non ha nemmeno un finale, anche se ricordo abbastanza in modo nitido come sarebbe andata a finire per i personaggi.
Perché lo posto? Perché tutti noi amanti delle storie, abbiamo avuto i nostri piccoli orrori di scrittura. Non reputo infatti questo manoscritto chissà che cosa, ma ci son affezionata lo stesso perché come sempre faccio, nelle mie opere metto sempre molto di me. Quindi vi lascio leggere ciò, senza che badiate troppo alla grammatica, ma presentandovi anche alcuni aspetti importanti, poiché credo che la storia non sia di facile interpretazione, e non solo perché ho un modo tutto personale di raccontare.

1. Purtroppo i precedenti capitoli, che scrissi a parte in un taccuino, son andati persi. Ma ricordo perfettamente che la protagonista, Alice, era una ragazzina diciassettenne pallida, dal lungo vestito rosso (allegoria dell'eros), che era scappata dall'orfanotrofio, con solo in braccio una scatola segreta di sua nonna: essa sarebbe finita così, attraverso fughe di autostop e cadute dentro pozzi ghiacciati, in un circo, dove avrebbe assistito ad un sensuale spettacolo di due (ispirate) rockstare famose. Così, per non farsi riacciuffare, finisce per nascondersi da una certa famiglia TreeMan, e finendo per passare una serata dolce con l'artista dello show Nathan. Della notte non scrissi niente: Alice si svegliò il mattino dopo frastornata e con tutto un viavai animato di gente che parlava di lei.

2. Non conoscevo EFP, ne' sapevo di queste fanfiction (almeno, non ero proprio dentro quel mondo) perché avevo sempre scritto cose di assoluta mia inventiva: inoltre ero più timida di allora, e non avevo il coraggio di mostrare certe cose, poi scritte in modo abbastanza mediocre. Non sapevo nemmeno della moda di raccontare stupri (pensare che credevo a poco tempo fa che fosse una cosa recente) come se fossero una cosa da niente. E' vero che qui tale personaggio famoso viene ripreso, ma si discosta parecchio da quello originale, per poi venir buttato via come un foglio stracciato nei capitoli dopo (quindi si capisce perché alla fine non mandai proprio nulla a chi voleva che scrivessi qualcosa di erotico su di lui con questa Alice), perché come già dissi, io fui vittima di abuso (fortunatamente non gravissimo, ma posso confermare che ancora oggi mi si ripercuote nei ricordi e che mi abbia provocato non pochi traumi e problemi). Il fatto ancora più importante però, è che questo Nathan non è davvero uno stupratore, ma un uomo di una certa età (insomma, tutto un altro personaggio!) innamorato di questa giovanissima protagonista. Nulla scrissi di uno stupro affermato, ma piuttosto di qualcosa che c'è stato e che non si sa se è stato un bel sogno, diventato triste realtà (pedofilia in primis). Tutto ciò alla fine è collegato a quel che ho sentito io quando mi accade una cosa ben peggiore. E nemmeno la protagonista è paragonabile a quelle migliaia di Hope dei pseudo-racconti: lei è inquietante, ha problemi, fugge, è come smarrita e quasi sulla pazzia. Ed appena scoperto che il suo "amore" tiene ancora al suo collega sentimentalmente, non lo saluta nemmeno: decide di fare così una sorta di ennesima fuga con l'amica trovata, facendola partecipe del suo stato mentale considerato "instabile".
Alice, questa Alice, non sta bene, fa pena. Così come fa una certa pena Nathan, schiavo passivo della sua maschera da "rockstare maledetta". Così come fa pena Emily, accecata dalla gelosia, e come Johnson, anziano che ormai vuole solo cercare di vivere i suoi ultimi giorni senza più tragedie.

3. Non sapevo infatti, ahimè, come funzionassero le cose in termini legali, ma non avendo qualcosa che potesse soddisfare le mie domande su certe leggi, ho lasciato campare per aria quel fattore. Ribadisco, è diventata alla fine una storia più mia che per altri, quindi non davo molto peso a queste cose, messe solo perché beh, detestavo molte leggi ai tempi, gli assistenti sociali, ecc: quindi più mettevo questi in cattiva luce più stavo bene. Oh, ero minorenne, qualche screzio ci stava.

4. Rileggendola, dopo tanto tempo e così accuratamente, mi sono accorta di averci fatto inconsciamente molti collegamenti con uno dei miei racconti preferiti (nonché film della Disney ma non solo): Alice nel Paese delle Meraviglie. L'utente non aveva certo chiesto questo, eppure pensai sempre a Alice Liddell. Posso dire che una cosa simile è accaduta sempre involontariamente, per il mio futuro personaggio dal nome variato: Alicia. Quest'ultima, aveva anche il riferimento ai conigli che rappresentano sia l'amore che la morte, addirittura, al passaggio tra la vita reale e il lungo sonno. Inoltre, anche un altro tema, ancora più ombroso e tragico, collega sia Alicia e questa Alice, che vedrete a fine blog, dove racconterò il finale, e quindi lo stesso quasi per tutte e due.

5. Cosa assai curiosa ancora, fu che il personaggio Danny, inventato del tutto da me (nome preso da un mio ex conoscente, ma senza ispirarmi su altro di suo), stava quasi prendendo il posto del protagonista. Quasi era il mio modello immaginario di "fidanzato" ideale (ahimè mai incontrato fino ad ora). Non somigliava a nessuno in particolare, anche se un'idea, può farvene, caratterialmente ma anche quasi finisicamente, al ragazzo protagonista del bellissimo film horror/fantastico "Dolls" del 1987, di Yuzna: il film comunque, lo vidi per la prima volta molti anni dopo, quindi non basatevi troppo sul modello citato. Danny aveva lunghi capelli rossicci, pelle pallida, indossava una camicetta a quadretti ed un cappello chiaro che ricordava molto i cowboy e i contadini (giuro, me lo immaginavo così) ma certe volte si vestiva in modo elegante, con tanto di capello a cilindro.

6. I capitoli sono brevi uno per uno, ma non perché fossi pigra, ma per scelta estetica della stesura sui fogli. Inoltre pensavo che sarebbe stata una cosa breve, quindi ancora meno peso ci avrei dato. Ma negli anni dopo, ogni tanto, tornando sul racconto, finii per aggiungere gran parte degli elementi mancanti alla narrazione (che erano già nella mia testa). E poi, gli orari di scuola non è che ti lascino molto relax, vi faccio presente. Ma già aver messo tutti questi dettagli all'idea iniziale dovrebbe farvi capire che fantasie mi si creavano nella testa al tempo.

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"Ora ti spiego meglio come stanno le cose le cose"
Alice la fissò col suo sguardo penetrante.
"Vent'anni fa io e lui, ecco... Una sera ci incontrammo nel backstage di un suo concerto e... Sai, ci divertimmo un po'... Solo che io me ne innamorai all'istante... All'inizio non glielo dissi subito ma a causa di alcune circostanze, lui lo capì e io dissi la verità... Da quella volta mi tenne le distanze e mi parlò poco..." 
Emily ansimò.
"E quindi, che c'entro io?" sbuffò Alice.
"Ti ha usata, come ha usato me in passato, e non voglio assolutamente che tu soffra ancora."
"Io non sto affatto soffrendo" sbigottì Alice.
"Ma soffrirai! Ora sei ancora piccola per capirlo, ma lui ha abusato di te! Non è vero amore, Alice! E' perversione!"
"Allora mi piace" sussurrò Alice.
"Ti piace ma poi finirai per star male!" gridò Emily.
"E tu che ne sai... Io non sono te"
"La storia è sempre la stessa, Alice"
"Sei solo invidiosa"
"No, Alice, credimi, quello che hai provato è poco rispetto a quello che feci io in passato..."
Esitò.
"Certo, magari tu ti sei emozionata un po' di più" disse poi Emily amareggiata.
"Appunto."
"E poi lui ha quarant'anni, Alice! Ti usa, il suo non è amore, lo capisci questo?"
"Ma il mio sì"
"E quando poi lui morirà? Cosa farai?"
"Morirò con lui anch'io" disse decisa Alice.

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Nathan si sentì morire. Perché soffriva così tanto per quella ragazzina che non conosceva nemmeno? E non bastò solo questo: anche lo spettacolo rischiava di andare in fumo. Mancano solo tre giorni ed Alice non l'avrebbe più rivista. Impossibile, non può esistere: lui quarantenne innamorato di una ragazzina!
Mr P. si stropicciava la faccia o batteva i pugni sul muro:" Dannazione, Nathan, ma che ti è saltato in testa? Sei diventato matto? Manco fosse una groupie quella lì! E' così piccola! E tu cosa fai? Cosa fai? Te la scopi a sangue!" urlò.
"Non l'ho scopata." disse Nathan.
"Ah sì?" chiese P con gli occhi fuori dalle orbite.
"Ci siamo divertiti un po'... Nulla di male"
"MA LEI LO VOLEVA? Cristo santo Nathan, potrebbero farti causa di pedofilia!"
"No, no, no... Non lo farebbe mai Alice..."
"Ma gli altri sì! La gente ci guadagna, cazzo!"
"Non me ne fotte nulla" disse Nathan serio.
"Sai che se anche fosse veramente 'colpita' dai tuoi giochetti, non la vedresti più? Non vi vedreste mai più, mai più! Perché se non te ne fossi accorto, è in custodia ad Emily, la tua ex!"
"Alice non è Emily e pensa col suo cervello"
"Già, e tu invece hai pensato al suo corpo e non al suo povero cuore tormentato!"
"Fanculo, Joseph" rispose Nathan.
"No, tu ti dovresti mandare a quel paese!..."
P finì la frase mentre uscì dalla stanza:" Anzi, all'inferno!".
E sbattè la porta dietro a sè.

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"Qualcosa bisogna pur fare" disse Mr Johnson.
"Siete esagerati" disse Danny. "Io non ti avrei mai fatto toccare da un depravato" disse Mr Johnson.
"Quell'uomo è senza dignità" disse Emily.
"Bastava tenerlo lontano" disse Danny.
"Se, e s'è visto" disse Emily.
"Il fatto è che è ancora giovane, ingenua ed inesperta" sospirò Mr Johnson.
"Voglio far causa a quel bastardo" disse Emily.
"Tu la vuoi rovinare, Alice" disse Danny.
"No, io la voglio proteggere"
"Nel modo tuo del cazzo. La farai soffrire più di prima... Solo perché vedi male quel tizio per una tua vecchia storia!" urlò Danny.
Emily sibilò a Danny:" Tu non capisci. Quell'uomo è un demonio, Danny!"
"E tu che ne sai se lo è anche con lei?"
"Andiamo, è piccolina" disse Mr Johnson, che faticava a seguire l'animata discussione.
"E poi voi sapete benissimo che è all'oscuro della verità".
Emily divenne paonazza.
Danny urlò:" Quale verità?"
Emily lo squadrò e le venne il magone. Johnson parlò:" Danny, tu sai che mia sorella, tua madre, ti portò ad un collegio e il giorno dopo morì"
Danny fissò il pavimento con la bocca storta.
"Noi ti prendemmo... E ci inventammo tutto: tua madre era una prostituta e morì dopo la nascita di Alice". Emily, col trucco sciolto aggiunse:" Alice è tua sorella, Danny."

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Danny passò tutto il giorno in camera sua spaccando tutto ciò che si trovava tra le mani.
Emily aveva delle crisi di pianto e sveniva spesso.
Johnson rimaneva sul divano a fissare il soffitto.
La situazione era insostenibile e i clienti si lamentavano di continuo.
Nathan, P e tutti gli altri preparavano carte per una possibile causa legale.
"Tanto per fare soldi".
Alice era muta come un pesce e si muoveva poco, mangiava poco, dormiva poco.
Andava per il parco cascando spesso, con Emily che la rincorreva disperata.
"Ecco l'inferno" pensava Alice.
"Quello là t'ha davvero rovinata" disse Emily.
"E' tutta colpa mia, Alice, non avrei dovuto lasciarti da sola"
Emily pianse abbracciata ad Alice.
Alice sembrava una bambola di cera.
"No, Emily... Era destino."
Emily sbiancò; cominciò ad avere molta paura di Alice, adesso.
"No, è stata colpa mia, Alice" disse tutto in un fiato Emily, col viso tremante.
"Emily... Per favore, lasciami con Nathan... Fammi pure causa, fai pure che la facciano a Nathan, ma lasciami sola con lui..." sospirò con occhi chiusi.
"In fondo tra una settimana compio già diciott'anni"
Emily sorrise e le sue guance divennero rosa.
Abbracciò più forte Alice.

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Il manager di Nathan era molto ansioso.
"Ci ricaveremo sicuramente qualcosa di positivo in questa storia, te l'assicuro, ma la prossima volta ti terrò d'occhio". Nathan sbuffò.
"Fammi indovinare, i soldi?" chiese poi.
"Ma è ovvio. E più fama" sorrise il manager.
"Mi prendi in giro? Io non l'ho violentata, Alice".
"Lo so, Nathan, ma la stampa ci ricamerà sopra"
"Fanculo la stampa, voglio essere lasciato in pace... Con la mia Alice".
"Come? E le groupies?"
"Mandale da qualcun altro"
"Ma che dici? Sei diventato matto?"
"No! No! No! Io sono solo... Solo..."
"Solo... Cosa?" chiese il manager.
"Innamorato" tirò tutto d'un fiato Nathan.
"Nathan, ti rendi conto di cos'hai appena detto?"
"Senti, sono stufo, manager, molto stufo."
"Non posso farci niente"
"Io sì, e non voglio casini: ho uno show in programma stasera"
"Tranquillo, dal giudice ci andremo la settimana prossima, il tempo di"
"Non si farà" disse.
"Cristo, sei davvero diventato pazzo!"
"Non voglio farlo, punto-e-basta".
"Andiamo, sii maturo, vedrai che tutto si risolverà e ce ne andremo via"
"Io non voglio andar via" finì Nathan.

36
Al lunapark la gente protestava di più, sopratutto quelli che avevan pagato il biglietto in anticipo.
"Emily, non si può rimandare" disse Danny alla finestra, questa volta più calmo.
"Vado a parlare con quella gente" finì.
Johnson la seguì. "Aspetta, vengo con te".
Emily invece andò in camera con Alice.
"Non c'è bisogno che tu mi stia accanto"
Emily fece un viso stranito.
"Alice, sei strana... Perché non vuoi capire, lo faccio per il tuo bene"
"No, non è vero".
Alice aveva uno sguardo inquietante.
"Dio, Alice, ragiona: quel tizio non devi mai più vederlo... Credimi, è la cosa più giusta da fare per la tua salvezza e salute"
"Non fare l'intellettuale citando Dante e la Bibbia, per favore" disse Alice.
"Senti, Alice, tu dal giudice ci andrai eccome, con o senza il tuo consenso"
"Se mi vuoi bene lasciami libera"
"Io voglio la tua libertà, Alice... Ma se è successo tutto questo è per colpa mia e devo rimediare a tutto il casino"
"Perché? Perché non puoi lasciare tutto com'è?"
"Perché ho paura per te"
"Superala"
Emily sospirò.
"E poi non sono solo io, Alice... Quell'uomo è famoso e ciò che ha fatto non passa inosservato"

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"Ora ti lascio per un paio d'ore" disse Emily.
Emily raggiunse Johnson e Danny piangente.
"Perché non m'avete detto la verità?" gridò Danny.
"Danny, non sapevamo che dirti..."
"Meglio la verità che dire che era morta!" urlò Danny.
"Andiamo, Danny, tutti sbagliano" disse Johnson.
"Mi fate schifo" disse Danny, sputando per terra.
"E al Tribunale parlerò male di voi!"
Emily e Johnson impallidirono disperati.
"E Alice me la porterò via con me!"
Danny scappò dal Lunapark vagando per i campi e urlando isterico al cielo.
"Perché mi hai fatto nascere, puttana!"
Pianse, pianse e pianse ancora a singhiozzi.
Emily e Johnson dovettero ridare i soldi in mezzo alla folla infuriata.
"Piano, piano, uno alla volta!" gridò Johnson.
In mezzo alla folla, un terzetto di amici goth chiacchieravano. "Ma perché saltano lo show di stasera?" chiese un ragazzo con un ciuffo al lato sinistro e t-shirt viola.
"Casini legali, credo" rispose la ragazza dai capelli fucsia e grigi, Stefy.
"Qualcuno dice che Nathan abbia violentato una del backstage" disse il ragazzo coi capelli grigi e bianchi lunghi.
"Non ci posso credere" disse Ste. "E' una montatura, vedrai" disse il ragazzo 'skunkie'.
"Non mi farebbe piacere se fosse vero" disse Ste.
"Scusate, sapete se è vero o no? chiese loro un uomo.
Ste rispose:" Non vogliamo nemmeno saperlo"
L'uomo sorrise.

38
Alice tastò il suo corpo in cerca del suo peluche a cerbiatto. "Nonna... Nonna" sussurrò Alice, sperando in un'illusione piacevole.
Si strusciò verso destra per prendere la sua scatolina. "E' destino" disse, e l'aprì.
Oltre alle manette col pelo nero mancanti (prese per prova al Tribunale) c'erano un tubetto spray alla panna, al cioccolato ed un vestito da coniglietta Playboy.
Strinse a sé la scatola:" Stronzi... Siete dei mostri, ecco cosa: nemmeno il tempo di provare tutta questa meraviglia erotica"
La tristezza l'assalse più tormentata di prima. "Voglio che finisca tutto questo... Voglio una famiglia... Voglio essere libera... Il mondo mi ama... Perché lo volete uccidere? Perché volete condannarmi alla sofferenza? Perché volete decidere tutto voi? Di cosa avete paura, maledetti!" urlò poi Alice.
"Io amo Nathan e se mi amate voi davvero dovete accettarlo, razza di dogmatici!"
Alice si sfiorò la vulva. "Nathan, ti prego, dovunque tu vada, portami con te".
S'addormentò. Tutto intorno a sè nel sogno si riempì di acqua di mare. Grossi pesci arcaici e mostruosi le risero vicinissimi. 
Poi l'acqua scomparve e ci furono buio e luce alternati. Lei cadette in quel vortice. 
Poi si fermò nell'aria. Un gemito riecheggiò nella sua testa. "Mamma" fece quella voce.
Alice si risvegliò. Era di nuovo mezzanotte.

39
Mister P stava bevendo il whisky di Nathan. "Fanculo, J". Intanto un uomo entrò.
"Tranquillo, Joseph, sistemerò tutto io" e sorrise. L'uomo era il loro avvocato, mister Fox.
Fox parlò in una stanza col manager.
"Allora, che cosa pensa di fare" disse il manager, massaggiandosi le mani, il viso ed il collo.
"Semplice, diremo che Nathan era ubriaco al momento dello stupro e che quindi era incolume al momento del terribile fatto".
Il manager annuì. "Con questa descrizione siamo salvi. Il problema è Alice. Non voglio che dica che era sobria, altrimenti ci rimetteremmo e passeremmo come bugiardi, visto che nessuno sa ancora come stanno le cose".
"E così Alice verrà mandata dagli assistenti sociali, però. Potrebbe passare per terribilmente scioccata o autistica disse il manager.
"Alice sarà allora in buone mani, i Treeman saranno più liberi e i tuoi artisti non avranno più casini e saranno considerati incolumi al fatto" disse sorridente Fox.
"Ci devo pensare" disse il manager.
"Tanto Nathan ha molto alcool in corpo" disse Fox.
"Ma povera ragazzina, però" sospirò il manager.
"E' la soluzione migliore, al momento"-"Nathan dovrà pagarla lo stesso, ma io farò in modo che Alice se ne stia lontana e basta"
Fox si sentì molto appagato.

40
P corse a perdifiato da Nathan.
"J! J! Non crederai a ciò che ho sentito!"
Passarono alcuni minuti e Nathan divenne più pallido di quel che era.
"Non possono fare questo! Preferisco andare in prigione allora! Alice parlerà invece! E dirà che non l'avevo violentata quella notte!"
"Cosa le faranno poi per farla zittire?" chiese Nathan.
"Non lo so!" gridò Joseph.
"Maledetti! Maledetti stronzi! La mia Alice!"
Nathan si diresse frettolosamente verso la porta. "Che fai?" chiese Joseph allarmato.
"Vado a salvarla" disse Nathan ansioso.
Era quasi mezzanotte. Il manager stava uscendo dal palazzo sorridente. Anche Mr Fox uscì. Nathan si nascose, dietro un albero. S'avvicinò alla faccia di Fox e lo picchiò nello stomaco. 
"Brutta testa di cazzo, cosa vuoi fare ad Alice, eh?" urlò Nathan.
"Ehi, calmo! Sono il tuo avvocato!"
"Un avvocato di merda, ecco cosa sei"
Nathan digrignò i denti e fissò Fox.
"Sono l'avvocato che ti leverà dai casini, ecco cosa sono invece..."
Nathan lo ributtò giù per terra.
"Tu prova a farle del male e io t'ammazzo".
"Gentile da parte tua" ironizzò Fox.
"Va' all'inferno" sputò Nathan.
Mr Fox s'alzò ancora dolorante dall'erba.
Nathan invece si diresse verso un albero. E ci saltò sopra senza provare fatica.

41
Un battito forte percosse il vetro della finestra di Alice.
Alice aveva il cuore palpitante, ma andò subito alla finestra. "Nathan?" sussurrò Alice.
"Sì, ma rimango qui sopra". Alice sorrise.
"Attento a non cadere" ridacchiò Alice.
"Mi piace la tua risata, però devo dirti una cosa importante"
"Dimmi, Nathan" disse curiosa Alice.
"Il mio avvocato sta complottando di farti stare zitta al processo. Non so cosa ti voglia fare, ma stai attenta". Alice sfiorò la mano di Nathan.
"Tranquillo, sarò prudente... E quando compirò diciottanni tra una settimana tornerò da te".
Nathan sfoderò un sorriso. "Tra una settimana? Cristo, è quasi grottesco: ti rompono le palle il giorno prima del tuo compleanno... Che deficienti..."
"Già, Nathan."
Alice strinse a sè il peluche.
"Nathan, ti presto il mio cuscino... E la mia coperta... Stai vicino a me per favore"
Alice così fece come disse e Nathan pensò al fatto di dormire lì.
"Tanto non ti vedranno" disse Alice.
"No, Alice... Sarà per un'altra volta" disse Nathan restituendole cuscino e coperte.
"Te ne vai via?" chiese Alice, un po' triste.
Nathan poggiò le sue labbra su quelle di Alice e le sfiorò i lunghi capelli platino.
"Ciao, Alice" sussurrò eccitato Nathan.
"Nathan, aspetta... Quale sarà la prossima volta?". Nathan pensò.
"Quando faremo l'amore".

42
Era il penultimo giorno dello show e mancavano sei giorni al processo, ma Nathan sarebbe rimasto lo stesso al lunapark. "Ma perché aspettare così tanto?" sbofonchiò P. "Ci guadagnano con le cause senza fine" rispose Nathan col mezzo sorriso. Pensò ad Alice. Pensò a quelli che le disse, che l'avrebbe rivisto. Che avrebbero fatto l'amore. P lo guardò strano.
"Per fortuna questa storia finirà e ce ne andremo via da questo postaccio, Nathan." Ma Nathan non lo ascoltava più.
"Cazzo, amico, ma mi ascolti o no?" gridò P, bagnando la tovaglia col caffè.
"Scusa P... Ma ti sei sporcato" indicò Nathan i suoi boxer bianchi macchiati di caffè.
"Che cazzo ridi, Nathan? Siamo nella completa merda delle illegalità e cazzate simili!"
"P... Credimi, sono stressato anch'io..."
"No, Nathan... Tu sei diverso, sei cambiato"
"Questo lo credi tu, Joseph..."
"Nathan... Io non posso credere che ami sul serio quella ragazzina... Sei un adulto! Lei è una bambina! Tanto non potrai fare più nulla! Comandano loro, Nathan! Non la vedrai mai più! E' tutto inutile!"
"E ti ripeto che lo pensi solo tu" ribattè Nathan col viso orgoglioso.
"Basta, basta, non ti sopporto più" sbofonchiò Joseph.
"Nemmeno io: m'hai stancato" finì Nathan.

43
Alice fece finalmente una colazione abbondante. Emily sedeva accanto a lei. "Alice... Perdonami... Qualunque cosa farai, avrai il mio completo appoggio." Alice pensò che mentiva a sè stessa. "Si sistemerà tutto, vedrai. Ci lasceranno in pace". Alice pensò che non sapeva la verità, ma non glielo disse perché vedeva la cosa come sua, che doveva risolvere da sola, senza l'ausilio di nessuno, dimostrando così di saperlo fare da sola. Nessuno, nemmeno chi amava, poteva metterle i piedi in capo. Era intelligente e forte e questo voleva farlo capire al mondo intero. Nessun avvocato l'avrebbe rispedita a quel maledetto collegio, facendo spendere soldi ad Emily o Johnson e soprattutto, nessuno dopo i diciotto anni l'avrebbe costretta a rimanerci imprigionata. Nessuno. Proprio nessuno. 
"Emily" chiamò Alice. "Non ti devi tormentare per il processo... Nessuno ci prenderà in giro"
Emily aveva gli occhi lucidi e non riuscendo a trattenersi, l'abbracciò una seconda volta.
"Alice... Ti voglio bene... E ho così tanta paura...". Alice si sentì un po' troppo stretta tra le sue braccia. "Devi fidarti di me... Devi appoggiare le mie scelte..." "Ti capisco, Alice... Però, mi dispiace, ma non vedrò mai bene quell'uomo"
"L'importante è che tu trovi bene me".
La strinse a sé ancora di più.

44
L'avvocato Fox si pregustò il tanto fatidico momento.
"E' fatta" disse mentre si leccò le labbra.
"Quella ragazzina sparirà e i Treeman avranno più soldi da dare al manager". Era molto eccitato.
Il manager accettò anche se a malincuore.
Tanto la stampa non dice mai la verità. Quindi anche se il suo Nathan non l'avesse stuprata davvero, nessuno ci avrebbe creduto e quindi la cosa sarebbe rimasta così. Ma non poteva accettare che il suo Nathan si fosse macchiato di tale orribile voce e fama e quindi bisognava 'diminuire' la notizia a patti.
E così appunto decisero.
E magari, Nathan avrebbe acquistato più malignità e ubriachezza molesta tipiche delle rockstar.
E Nathan è una rockstar. Maledetta.
E visto che cominciava anche a sentire il peso degli anni, doveva farsi risentire nuovamente in questo presente.
E' triste non essere più considerati.
Ed alla gente piace il morboso, non c'è alcun dubbio.
Nessuno è mai felice totalmente. Nessuno ha mai totalmente voglia di provare tutto e subito. nessuno si sente vuoto o pieno al massimo. L'inibizione c'è sempre.
E l'umanità lo sa bene.
Purtroppo.

45
Emily, tanto per cercare di far pace con Alice, si prese il giorno libero per divertirsi al lunapark con ella subito dopo pranzo. Ma Danny protestò e la sostituì. "Scusa se t'ho detto quelle brutte cose a te ed a tuo padre... E' meglio se rimani con lui... E' così... Vecchio" Danny sorrise imbarazzato.
Emily sorrise:" No, Danny... E' tutta colpa nostra... Ma spero che tu ci abbia perdonato"
Danny prese la mano di Alice.
"Non perdi mai la speranza, eh?" scherzò Danny.
"Tanto fuoco si è consumato, tante candele sono consumate e morte... Ma quella della speranza è sempre pronta ad infiammarsi".
Danny divenne bianco. Anche Alice si sentì strana.
"Lo diceva sempre nostra madre" singhiozzò.
"Vi spiegherò meglio stasera" continuò Emily.
"Okay" annuì Alice.
Danny però aveva un po' di magone.
"Non serve a nulla tenersi tutto dentro, fratellone"
"Purtroppo la scioetà non accetta individui del genere. L'uomo si vergogna ancora di piangere e di dimostrare debolezza all'umanità... Perché senza forza apparente l'uomo è vuoto, non sa da che parte stare".
"E' una cosa triste" disse Alice.
"Sì, ma per fortuna esistete voi donne. E di questo dovrei preoccuparmi, ora".
"Si va alla ruota panoramica?"
"Con estremo piacere, sorellina" disse Danny con un buffo e lesto inchino.

46
Lo show cominciò per ultimo/fu deciso di farlo finire domani/giorno ed Emily e Johnson lavorarono come non mai nella loro tormentata esistenza.
"Forse sarebbe meglio rimandare" disse Johnson, ma sua figlia pareva non ascoltarlo e sembarva anche che non volesse discussioni. "Ce la faremo, pa'".
Danny ed Alice tornarono per cena.
Ma fu una cena solo tra Treeman.
"Ormai sapete che... Vostra madre era una prostituta..." Alice li fissò senza espressione.
"Ti lasciò, o meglio, ti presero al collegio quando tu compii 9 anni e Danny 18".
"Danny lo prendemmo noi senza problemi, visto che conoscevamo la vostra madre".
"Ma Danny era maggiorenne" disse Johnson.
"Quelli ci guadagnano con te, perché hai noi, a cui i soldi non mancano" sospirò Emily. "E vogliono anche prosciugarti l'eredità di tua nonna"
"Tua nonna era molto ricca" disse Johnson.
Alice spalancò la bocca, Danny sgranò gli occhi per ciò che sentirono.
"Lavorò per parecchi ad un teatro" ansimò Emily.
"E morì in circostanze misteriose. Non si su chi avesse lasciato un'eredità"...
"Ma se l'avesse fatto, l'avrebbe lasciata a voi".

47
Era l'ultimo giorno dello show per Nathan e P.
Ma per Alice fu una rinascita, anche se non lo sapeva. Stette anche quel giorno insieme a Danny a ridere e scherzare. Danny piangeva ogni tanto, ma felice con la compagnia di lei, sua sorella. Mentre Danny comprò uno zucchero filato, una ragazza più o meno dell'età di Alice le pacchettò la spalla. "Hey, sei tu Alice Treeman?" Alice si voltò:" Come mi conosci?"
L'altra si raggelò al solo sguardo freddo di Alice.
"Sei quella che fu violentata da Nathan, no?"
Alice s'avvicinò e strappo' il giornale dalle mani dell'altra ragazza. La notizia era in prima pagina e a caratteri cubitali:" RAGAZZA MINORENNE VIOLENTATA DA ROCKSTAR DURANTE SHOW".
"Come sarebbe a dire?" si stupì Alice.
"E' su tutti i giornali" disse la prima ragazza.
"Li odio! Li odio!" sbofonchiò Alice infuriata.
"Ma davvero è successo così?" chiese la seconda tipa.
"Certo che no, non dovete crederci assolutamente! E' tutta una menzogna!"
Danny la guardò malinconico, e lei si mise tra le sue braccia a singhiozzare.
"Perché? Perché fanno questo? pianse Alice.
"Sorellina, sii forte e non smettere di sperare" sussurrò Danny con una lacrima che scendeva dal suo occhio sinistro "Sii forte".
Le due ragazze s'allontanarono tristi.
"Povera ragazza" disse la prima. "Spero che quella notizia non sia vera" disse la seconda.
"Non è vera" disse la prima gettando il giornale con rabbia in un cestino.

48
Alice si risvegliò alle undici di mattina. Tutto lo staff dello spettacolo si preparava per la partenza. "Mancano quattro giorni" disse il signor Johnson.
"Sì, ma prima sistemiamo, meglio è" disse Emily.
In effetti, dopo la notizia sui giornali la gente cominciava a sfottere l'intera compagnia: tendoni strappati, oggetti ed animali rubati.
"Credimi, in realtà sono davvero sfinita" aggiunse Emily.
"E pensare doveva essere uno spettacolo di soli tre giorni e fine..." disse Johnson. "Ma mi sembra passata un'infinità di giorni da quando abbiamo visto Alice" ansimò.
"La nostra Alice" aggiunse Danny.
Johnson ed Emily voltarono lo sguardo: Alice e Danny s'erano appena svegliati.
"Vi perdoniamo" disse Danny, abbracciando Alice.
Johnson aveva l'espressione imbambolata ed Emily si stava per tappare la bocca, con gli occhi luccicanti. "Per noi adesso siete degli zii" disse Danny.
Emily abbracciò sia Danny che Alice. "Zia Emily?" fece contenta Alice.
"Oh Alice; mi vuoi così bene! Vedrai che faremo qualcosa per tenerti con noi!"
Alice s'incupì:" Zia Emily... Ne sei proprio così sicura?"
Emily guardò nel vuoto, col viso arrossato.
"Non potranno mai: prima del processo non ti porteranno in nessun istituto e dopo sei libera, lo sai."
"Che non andrò in nessun istituto ci credo poco, comunque sia sono contenta... Ma Nathan?"

49
"Se tu non fossi andato con quella lì" -pensò Mr P-" Questo casino non sarebbe successo!"
Mr P aveva dormito in salotto, perché era ancora furioso per la litigata con Nathan.
Nathan gli apparì sulla porta.
"Sparisci" disse P.
"Vi amo tutt'e due..." sussurrò Nathan.
"... Ma adesso sono preoccupato per lei."
"Sei ridicolo, Nathan... Te la vuoi portare dietro per caso? Lei sta con i Treeman, lo sai... E tu hai la tua vita da musicista: è impossibile"
"Verrà con me infatti: e non sarà mai lontana da loro, i Treeman".
Mr P si tappò gli occhi col cuscino.
"Fai come vuoi, io non ci metto più bocca." sbofonchiò Mr P.
Nathan camminò lentamente verso il centro del salottino, strascicando i piedi scalzi. S'appoggiò allo schienale con i gomiti e i suoi capelli cascarono sulla t-shirt di P.
Al che Nathan sporse il capo e con le mani alzò il lembo del cuscino; sopra la faccia di P; di poco sotto il nado; e ci posò le sue labbra per qualche minuto.
"Io però sì" sorrise poi Nathan.
Mr P sbuccò e Nathan stette immobile.
All'improvviso, P buttò il cuscino per terra e baciò Nathan. Socchiusero gli occhi.

50
"Mi dispiace per la tua situazione"
Disse una voce femminile alle spalle di Alice.
"La tua pietà mi serve a ben poco se non puoi aiutarmi" rispose Alice senza voltarsi verso quella voce.
"Beh, so che non è vero che sei stata... Stata"
Alice non si voltò ancora:" Violentata. E come ne sei certa?"
"Perché ti ho vista ieri"
Alice sgranò gli occhi e finalmente si voltò: era davvero una delle due ragazze incontrate ieri sera!
"Il mio nome è Stefania, piacere... Alice vero?"
Alice annuì. "Sembri speciale, Stefania".
"In senso positivo o negativo lo intendi?"
"Nessun dei due. Lo sento e basta. Io non giudico."
Stefania si stupì:" Che tipo che sei anche tu!"
Alice sorrise. Poi sorrise Stefania.
"Se ti aiuto diventerai mia amica?" chiede ella.
"Se sei sicura di farcela..." ironizzò alice.
Ella si voltò verso il cielo intravisto da uno spiraglio attraverso un salice piangente in cui stava al fresco lei stessa.
"Ti piace tanto quel musicista, eh?"
Alice fissò la foglia di un ramo cadere.
Una lacrima luccicò e bagnò la foglia.
Un singhiozzo silenzioso.
"Alice... Piangi di gioia?" domandò Stefania preoccupata, avvicinandosi per vederla meglio.
"Forse" sussurrò Alice.
Poi l'abbracciò al collo.
"Ho paura di perdere tutte le gioie trovate"
Stefania fissò la luce sopra sè.
"Non aver paura, Alice".

51
Emily osservò Alice da lontano.
"Ha trovato una nuova amica, sembra"
Johnson sorrise. "E' un bene, Emily"
Emily sospirò "Non so, volevo essere io la sua preferita" Johnson sorrise ancora.
"Naturale, figlia mia. Ma forse per Alice è più utile una coetanea. Del resto ha bisogno di sfogarsi, vista la situazione snervante." Emily gli dette ragione.
"Non so, è che non mi fido di quello lì"
Johnson corrucciò la fronte: i suoi occhi oliva brillarono quasi come quelli della figlia.
"E' sotto vigilanza" disse Johnson.
Emily aprì la bocca.
"Non ci sono alibi per Nathan: e sono state trovate tracce di sperma sul vestito rosso di Alice"
Emily rimase sconcertata e chiuse gli occhi.
"Tra poco le faranno degli esami ginecologici per verificare tutto ciò."
Johnson spense la sua sigaretta.
"Ma ho un buon avvocato. Ed Alice sa la verità: io non credo che sia stata violentata da quel tipo."
"Quindi è tutta una messinscena per il guadagno e la fama" finì Johnson.
"Se la merita in fondo" disse Emily.
"Ma da che parte stai?" chiese Johnson, voltandosi verso Emily sorpresa.

52
"E che intendi fare allora?" chiese Stefania.
Era quasi mezzogiorno.
"Per ora nulla. So che mi faranno degli esami."
"Capisco" annuì Stefania.
"Ho paura di Mr Fox: ho saputo che vuol farmi qualcosa di brutto"
Stefania la prese per le spalle e la guardò in faccia:" Non ti farà proprio niente, perché ci sarò qua io con te a proteggerti". 
"Come se fossi da sola" sospirò Alice.
"Un momento... E se facesse qualcosa al tuo Nathan?" gridò Stefania.
"E' abbastanza grande da difendersi da solo" sorrise Alice.
"Sì, ma Fox potrebbe anche avvelenarlo!"
Alice corrucciò la fronte e fissò i sassi.
"Se ci prova quel bastardo lo ammazzo. Però non credo che farebbe così."
"E cosa farà secondo te?" chiese Stefania.
"Non lo so... Odio pensarlo. Ma so che colpirebbe me. Certo, potrebbe anche far del male a Nathan, ma poi arriverebbero a lui e non vedo cosa ci guadagnerebbe..."
Stefania riflettè un attimo. "Quindi se tu sei controllata e Nathan è la sua macchina di fama e soldi maledetta..."
"Lui non è una macchina di fama e soldi maledetta: lui è il mio amore".
"Beh, io ti starò vicina ugualmente"
"Grazie" sorrise Alice.

53
Quella sera Alice fece dormire con sé Stefania.
"Appena quei tre dormiranno tu vai, okay?"
Alice annuì. Per fortuna riuscirono a mettersi in contatto col cellulare, lei e Stefania.
Alice corse a perdifiato.
Salì su un abete, fino ad arrivare al piano non sorvegliato dalla polizia al buio.
La finestra era socchiusa.
Alice quasi si schiacciò sul vetro.
Vide Nathan sdraiato di schiena.
Provò a bussare sul vetro della finestra, sempre col viso vicinissimo.
Ma chi le apparve non fu Nathan.
Lo riconoscette subito: era quel ragazzo mascherato da donna che ballò con Nathan agli show. In quell'istante, sia Alice che P, il ragazzo appena riconosciuto da lei, cadettero giù dalla sorpresa. P sul pavimento, Alice quasi dall'albero, attaccata con un solo braccio ad un ramo.
"Aiutooo" sussurrò ansimante.
P si rialzò di scatto e svegliò senza volerlo Nathan:" cristo, afferrala!" gridò.
Joseph la tirò su con le sue forze, ma anche Nathan lo prese dietro. Alice salì su.
Nathan si coprì con la vestaglia ma P era completamente nudo, e seduto a terra.
"Tu... Tu... Hai fatto sesso..." balbettò Alice.
"E' il mio amante, Alice. cioè" spiegò Nathan. P cercò di non sentirsi osservato.

56
"Perché non vedi di buon'occhio Nathan?" chiese Johnson.
"Lo sai perché." rispose Emily.
"No, intendo per Alice" ribattè Johnson.
"Vedi, te lo sto dicendo ora... E non interrompermi ti prego, non te l'ho mai detto ma Nathan, quando stava con me... Ecco, a volte andava a comprarmi qualche droga allucinogena. E' per questo che ci siamo lasciati, papà."
Johnson non riuscì a pensare.
"Quindi tu credi... Che l'abbia drogata?"
Emily esitò.
"Alice non ricorda niente: quindi potrebbe anche essere così. Magari la polizia le trova lo stupefacente nel sangue."
"E così Nathan sarebbe davvero colpevole"
Stettero in silenzio per qualche secondo.
"Per questo le vorrei essere vicino, essere amica. Tutte e due siamo state ingannate in tempi differenti, ma ingannate nello stesso modo".
"E se così non fosse?" chiese speranzoso Johnson.
"Andiamo, papà. Guardalo bene: è sciatto, sporco, pervertito e sempre ubriaco. Quella notte te lo dico io, l'ha violentata, quel bastardo, e poi drogata"
"Ma lei ne sembra così sicura"
"Perché era la prima volta che s'innamorava, ma quando vedrà in faccia la realtà..."
"Povera bambina, speriamo finisca presto tutta questa storia" sussurrò Johnson.

55
Fu stranamente triste quel giorno.
Mancavano solamente tre giorni al processo.
I tendoni erano stati quasi tutti vandalizzati.
"Voglio andarmene da qui" singhiozzò Alice.
"Che intendi dire?" chiese Stefania.
"Zia Emily aveva ragione: Nathan è uno sporco traditore e io sono stata violentata sul serio."
"Hai fatto gli esami, vero?" le chiese Stefania.
"Non sono più sicura: però ho tracce di droga."
"No, ti prego: non può essere vero!"
Stefania si mise le mani tra i capelli.
"Sembrava così dolce..."
Stefania l'abbracciò fortemente.
"Che cosa si potrebbe fare?" le chiese Stefania.
"Ho un piano: fuggiamo insieme".
Stefania si stupì.
"Ma io ho degli amici con me"
"Non rispondergli mai" rispose Alice. "Non devono intercettarci mai, hai capito?"
Stefania annuì.
Corsero velocemente in camera a riempire delle valigette. "Prendi questa di Emily" ordinò Alice a Stefy, tirandole una borsa beige e perla.
"Che strani gusti, tua zia"
Alice le sorrise.
"Sono così tesa, scusami"
Alice le si voltò di scatto.
"Non scusarti: sei mia amica".

56
Danny era andato a far la spesa. Emily, osservata da Alice, andava avanti ed indietro nei giardini accanto ai tendoni, nervosa.
"Danny però lo voglio avvisare: è l'unico di cui mi fidi". Stefania le fece da sentinella.
Toccò la porta d'ingresso, che era chiusa.
Indossava un vestito viola. Decise di passare per lo scantinato e fu veloce, ma nel mentre le si strappò il lembo del vestito.
"Accidenti" pensò tra sé e sé.
Fu molto silenziosa e trovò senza problemi la zona studio. Con molta prudenza, prese dei fogli ed una penna.
Uno scricchiolio risuonò contro il suo silenzio, e così Alice si ripiegò nascosta dentro la scrivania.
"Proprio come volevo. Finalmente avrò la mia parte ed il caso si chiuderà in fretta".

Qui finisce il racconto. Non ho mai scritto un continuo da nessuna parte, nemmeno online, ma ricordo molto bene che la storia sarebbe continuata in questo modo:
Alice e Stefy vanno verso una collina, percorrendola quasi tutta la notte. Danny trova da solo il lembo del vestito di Alice, e non dicendo nulla ad Emily e altri, va in cerca delle sue tracce in solitaria. Alice dice a Stefy di prendere la sua scatola, come regalo, usandola in un modo migliore del suo, e continuando ad avanzare da sola, si ferma vicino ad un dirupo.
Danny incontra Stefy, che fa sapere di Alice più avanti.
Ma è troppo tardi, e Alice, voltandosi per pochi minuti, per salutare Danny, fa un balzo in avanti, cadendo nel vuoto, immaginando di avere il fratello abbracciato a se'.

E forse la prima volta che lo dico, pure alla mia Alicia fumettistica e non, accadde un finale simile tragico: essa venne investita da una donna invidiosa di lei. Morti differenti, ma per entrambe un allontanamento da cosa poteva forse farle più serene (Nel caso di Alicia, il ragazzo innamorato che non sa di esserlo David, che faceva preliminari qualche volta con lei, molto distaccati per paura di avere un vero e proprio rapporto d'amore).

Come già detto, la rockstar e colleghi vennero accantonati, come se non fossero esistiti, perché così doveva essere, un racconto onirico surreale, dove la gente va e viene, cade in tentazione, è umana, dimentica, sogna, e fa pazzie. Alice vive il presente, per questo è considerata folle, è in preda a ciò che sente dentro, e anche se estremo, ha voluto raggiungere nel modo più dolce possibile sua madre e sua nonna, con le sue spoglie terrene pallide prese in braccio da Danny.

Eh sì, l'avevo detto che ero più strana e più morbosa di adesso?

Ironie della vita musicali traumatiche con Blahzay Roze: che fine hai fatto? In caso di storie di abusi sulle donne…

Non son riuscita a dormire, ma ormai il sonno mi è passato del tutto. Parlando finalmente con la mia amica fumettista dopo tantissimo temp...