16 aprile 2018

Un viaggio, terzo ed ultimo giorno.





Terz'ultimo dia, ma prima di cominciare, aggiungo cose dei due giorni precedenti che avevo omesso.


Quando eravamo al caminetto, lei mi aveva presentato una piccola collezione di insetti in vetro, ed io le feci notare che in realtà l'insetto foglia da lei denominato, era un insetto stecco, e due degli animaletti non erano insetti, ma aracnidi. Mi disse per la seconda volta:" Ah già sei tu l'esperta".

Alla fine non era servito molto portarsi tre magliette, ed un paio di mutande.

Si era detto due giorni, ma alla fine son stata un solo giorno, ma vabbeh'.

Ho disegnato per davvero solo in questo giorno che negli altri.

Non toccherò mai del tè allo zenzero.

Il giorno prima, mi ero lavata i capelli per la seconda volta dalla partenza.

Dissi anche che Gotham sarebbe stata la città perfetta per me, essendo sempre notte e buio: lei rise.

Iasmin mi aveva abbracciato forte non so quando, ed anche se mi ha sempre fatto stare a disagio essere toccata ed abbracciata, glielo ho lasciato fare, così come quando mi chiese se poteva stare sopra di me quando eravamo sul letto: lì ho detto che poteva stare anche sul mio culo, tanto lo faceva pure mia sorella.

A cena notai che aveva un'altra cosa in comune con mia sorella: non ricordo quale, ma notai la cosa in comune di essere entrambe fissate con l'essere sempre al top, esteticamente vamp o alla moda, di guardare programmi trash... Forse era qualcosa sul carattere, glielo disse sua madre.

Voleva pure insegnarmi a cucinare, ma ancora le feci presente che non sapevo cucinare, e benché fossi molto golosa, i programmi di cucina (che guardava mia sorella) mi annoiavano a morte.

Detto questo, finisco per narrare della partenza. Mi svegliai, mi pettinai i capelli, mi vestii dopo un po', presi in prestito il pettine (il mio non lo trovavo già da prima di essere laggiù, ed io senza pettine non vivo), ed andammo. Sua madre ci offrì anche una bottiglia d'acqua e un Ritter Sport (che non vedevo da anni e che feci nota pure a Iasmin quando fummo in treno) ad entrambe. Salutammo sua madre, quasi come abbraccio. In auto fummo gran parte del tempo in silenzio, ma scorsi un interessante negozio di costumi di carnevale. Arrivate in stazione, lei si riposò sulle panchine, io invece camminai per conto mio guardando un po' in giro come mio solito fare, sempre comunque vicino a lei. Passai anche vicino a dei camion. Poi tornai da lei, e lessi il suo fumetto de Il Cacciatore di Aquiloni (di cui vidi il film molto tempo fa), il finale era leggermente diverso dalla versione cinematografica, ma mi piacque. Lei lesse invece l'ex-mio Pop Porno. Mi chiese come trovai la saga delle Sexy Tales, e beh dissi solo che la trovai non molto di mio gradimento, ma non sapendo bene come mai (in effetti mi è difficile, ma una parte è per i continui riferimenti pop-trash e perché appunto le tipe stanno con tizi stronzi che abusano di loro).
Decidiamo come organizzare il ritorno, in modo più breve possibile, ed a malincuore la scelta è quella di salutarci a Firenze. Ci facemmo anche foto, nella fermata a Cesenatico, e nel mentre di questa, disegnammo anche sul mio quaderno ed un po' anche lei sul suo taccuino. Ma dopo non molto, anche se la durata del viaggio verso Firenze fu quasi infinita, lei finì per dormire. Disegni come questi qua, fatti anche per ridere, molto stanche.
Per vederle meglio ingrandite pure, cliccandoci sopra.
      
A penna disegno alla cazzum; comunque, nel primo sono col piatto suo di Barbie, nel secondo io mezza sopra, e tizio dei miei random. Nel terzo sono io nel suo letto delle principesse. Nel quarto siamo io e lei schizzate come eravamo in questi giorni (quello sputo vicino a lei sarei io). Nel quinto idem, ma umane. Nel sesto facce mie gattose a caso, e nel settimo, roba random della serie di Batman, facce bellissime e caso, e Iasmin versione mia furrosa. Poi basta che mi stava venendo un forte mal di testa.
     
Lei mentre schizza a lapis, Whiplasher col cappello, e culi, culi, culi. Io (penso) con un'espressione serena. Il Cappellaio Matto di Batman mentre sorseggia champagne nella vasca da bagno. Joker con un gonnellino di poker, riferito ad una sua battuta fatta assieme la sera prima. Un essere visto da dietro, lei gaia e me che scappo in Messico. Altri culi, pure dello Spaventapasseri. Povero lui, e me.
Mi vuole anche scattare delle foto a confronto dei ritratti fattomi quando dormivo sul tavolo.

Poi dorme, ed io per vendicarmi, le scatto foto di nascosto. O almeno, penso sia così, perché lei era come se non sapesse se vivesse su questa Terra o no.
     

Insomma, il viaggio è quasi insopportabile e lungo, mooolto lungo. Mi preoccupo così se i bus ci siano dopo le venti, e lei conferma. Ma io però non riesco a stare tranquilla, e leggo un poco. E continuo a far un po' di foto.

Mostrerò anche alcune foto fatte quando era ancora giorno quindi:
          
Qui quando fummo in bagno perché aveva bisogno.
    
Foto vabbeh, ad uso personale. Mi diverte molto fare espressioni e facce particolari.
   
Si è aggiunta poi anche lei, uscendo dal bagno. Fortuna che non mi ha visto fare i balletti davanti allo specchio.
   
Dopo, lei dice che non è arrabbiata, che si è divertita ecc, domanda se mi son divertita io e annuisco, così prendiamo a Firenze un pacco di crackers e aspettiamo un po'. Ormai hanno fatto in modo che chi si fermasse ai binari dovesse pagare già prima il biglietto, così dovevamo lasciarci ancora prima di aspettare sul treno. Un uccellino ci era anche volato sopra le teste, un passero, immortalato velocemente col suo cellulare stavolta carico.
Mi piacciono i passeri, così come altri uccelli, e quindi volevo per forza avere una foto di quel momento.
E dopo ci salutiamo definitivamente. Lei mi abbraccia e io vado via, con la busta piena di roba da leggere, ed i suoi disegni nel mio quaderno arancione (il mio colore preferito, penso si sia capito). Da sola in treno, son abbastanza tranquilla, ma ho un forte mal di testa, e spero vada tutto bene. A prato centrale, aspetto il bus, chiedo ai tassisti quanto costi andare a Cantagallo, poi torno indietro e dopo un'ora o mezz'ora arriva un pullman. Chiedo pure l'ora ad un tizio ma questo vedendomi, non mi risponde e tira avanti. Poi visto che mi scappava da pisciare, vado nel parco davanti alla stazione e mi nascondo in un cespuglio, con l'ansia addosso. Un trio di afroitaliani mi dicono che è per Vernio (vicina a Vaiano Cantagallo quindi) e chiedo all'autista. Mi dice che dopo non verranno altri, e che quello passa per il paesino, così pago e salgo sopra, vicino al conducente. Dopo la principale fermata a Cantagallo, lui mi chiede quando mi fermo, per sapere ("Dimmelo te insomma"), e penso che forse pensino sia scema (sarà la mia ansia di dover sbagliare, dopotutto non conosco la zona e mai stata in bus di sera lì), ma dopo due fermate riconosco la zona, e dico che è quella. Lui mi saluta e io auguro buona serata. Scendo e con mal di testa che per fortuna si affievolisce, vado al garage con la luce accesa, ma non c'è nessuno, e così mi tocca salire sopra. Suono il campanello, e mi vengon ad aprire i suoi,. Rudy mi fa le feste, ma con sommo orrore, scopro la stanza un vero inferno, il letto diviso e la mia palle e NativAccetta distrutte.
Il tempo di fare velocemente il letto nuovo,  di vedere le notifiche, per poi rilassarmi giocando su Facebook, parlare con le mie uniche amiche, e poi dormire.
Ho ancora quel cazzo di mal di testa.
Comunque per le foto mancanti, più video, farò un blog a parte, successivamente.
Spero di avere altre esperienze simili, in futuro.

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