16 aprile 2018

Un viaggio, prima parte.












Da qui in poi foto del pre-viaggio nella casa in cui vivo attualmente.

 


Beh, qualche mio pupino dovevo portarmelo, così mi son portata dietro il mio Spaventapasseri.

E finalmente si riesce a fare quel viaggio da tanto tempo pensato, io e lei.
Dopo settimane in cui non capivo come organizzarmi perché ancora non era chiaro per l'andata, mi fa sapere che verrà anticipato, poiché lei andrà a Budapest per un po' di giorni. Lo dico al mio compagno e non sembra fare le sue solite lamentele.
Risultato, non dormo per niente per l'agitazione.
Non ricordo nemmeno se ho dormito, ma mi sembra proprio di no.
O forse per qualche oretta. Mentre sono al pc a giorno inoltrato, mi vedo apparire lei sulla porta, e mi viene un quasi infarto, ma non per lei: ho questa cosa perché con mia zia non si poteva avere un minimo di privacy, quindi immaginate l'ansia di dovermi sempre trovare qualcuno davanti senza che questi avvertisse bussando. Ho l'ansia ogni volta, in poche parole. Sono fortemente stressata, ma non è paura, quindi non prendetevela sul personale. Aggiungo anche che mia zia non voleva nemmeno chiudessimo la porta e le mie cose, anche diari personali, erano esenti dall'essere visti da loro. Mi riprendo perché ho avuto il cuore ballerino e sonno pesante, ma nonostante questo in meno di 5 minuti riesco a fare borsa e vestirmi. Lui non c'è, e partiamo, dopo aver sistemato un poco letto e stanza. Aspettiamo per più di mezz'ora il bus, siamo entrambe morte, lei ha dolori alla pancia e le viene come voglia di vomitare, io mezzi crampi alle costole. Fa anche un poco freddo, ma è solo lei a sentirlo, ed io poco al viso, ma poco poco appena.








Odio quando mi scattano di profilo, ma la dovevo mettere per forza, 'sta foto.

Arriva il bus, e finalmente andiamo verso la stazione. Il bus fa strani rumori simili a fantasmi, ed io fantastico sul fatto che magari a muovere il mezzo siano proprio degli spiriti, che se vedessero noi fare capolino, ci farebbero i saluti. Dico di amare tantissimo i fantasmi, ma si sa. Lei dorme, io ho come leggero mal di testa. Soffro molto i mezzi con le ruote. Tempo fa solo in auto con Marco, mi venne come forte nausea e dovetti uscire per vomitare, quasi. Infatti preferisco andare a piedi nei posti, mille volte di più.
Arrivate in stazione, si prende il treno, io patatine e lei una brioche, che io non posso mangiare perché mi crea forte dolore alla testa quel dolce, sin da quando ero piccola. E pure un caffè, per tenermi un po' sveglia, offertomi pure quello da lei. Facciamo una bella camminata verso la sua scuola a Firenze, perché prima doveva andare lì. Io l'aspetto sulle sedie, mi leggo il rimanente della mia saga a fumetti della Storia del West, poi dei volantini lì vicino, disegnucco, e poi, con i miei poveri occhi che più che delle uova mandorlose parevano dei tegamini bruciacchiati, crollo. Mi poso in entrambe le sedie, e mi copro con la giacca lunga mia, quella col colletto alto, bottoni barocchi e fantasie floreali gotiche. Ogni tanto mi rialzo, ma sono troppo stanca, non riesco a stare a testa alta, e finisco per dormire sul serio. Dopo un po', qualcuno mi vede e mi sveglia. "Sicura di stare bene?" Io rispondo di sì ovviamente, ma mi sento leggermente offesa più per risentimento verso chi trova strano la gente soffrire il sonno (ahia rabbia in arrivo), ma capisco che in effetti bene non stavo, ero morta di sonno e sfatta, non certo una bellezza, ed i miei occhi, come vedrò più avanti, erano molto arrossati. Capisco che è l'ora di chiusura delle lezioni scolastiche, e la mia amica appare secondi dopo. Le dico che solo pochissimo prima di lei qualcuno ha parlato, ma non mi interessa cosa pensino di me. Mi offre del caffè ed una coca cola.







Aaaah, la mia droga quotidiana.

Andiamo via, io son ancora stanca ma tra me e lei sembra lei non essere molto attenta ai dintorni. Prendiamo il treno per Cesena, e finalmente ci riposiamo. Io sto sdraiata, con la felpa aperta grigia regalatomi da una tipa due anni fa, perché faceva caldo in quel momento, ma avendo il viso coperto dal mio fedora, ho così questa tendenza a coprirmi del tutto anche se sotto ho una semplice t-shirt. Sembravo un fagotto, e questa foto lo dimostra.









Capitemi, ero crepata del tutto.


Scendiamo a due o tre stazioni, e arriviamo finalmente a Cesena. Lei dice che vede sua madre, io non la vedo ma poi mi si para davanti e mi saluta. "Finalmente ti vedo!" penso dica, ma io non ricordo bene, ero troppo stanca. Mi fa un po' di domande, chiedendomi sul perché non ci fosse anche il mio compagno, e sulle mie intolleranze riguardo la bella famigliola di aglio, cipolla e scalogno.
Iasmin mi racconta di un mito legato ad un paesello, di un contadino che chiamò il posto così perché l'asino fece nascere un fiume piscettando parecchio.
In macchina ad un certo punto si parla io e lei di fumetti, e cioè del mio personaggio preferito Lobo, e di come io trovi terribile il vedere costui accoppiato con Harley Quinn, poiché io son sempre stata fedele alla LoboXDarlene, e se proprio devo fare coppietta con altro, preferisco con lui Poison Ivy (non so perché, forse perché più matura, perché ha la pelle verde, e perché è materna?), ma solo se messa alle strette, perché per me solo Ivy sta con Harley, e Harley solo con Ivy (Harley è immatura e non ce la vedo bene con Lobo, però con Ivy stranamente preferisco, e son di questa idea da molti, moltissimi anni, quindi per me è come una sorta di tradimento), mentre mi dispiacerebbe tanto per Darlene, e le spiego perché, focalizzandomi su quell'episodio della festa di compleanno di Lobo dove Darlene, gelosa della sorella (o amica, non ricordo bene), piange e anche se inizialmente critica verso l'altra, finisce per mettercisi assieme per vendicarsi del sessismo subito, facendo spogliare tutti i maschi in sala, per far capire come ci sentiamo noi donne ad essere trattate come oggetti, e spiegando così perché mi piaccia Darlene Spitzer come personaggio, e quindi perché mi dispiacerebbe, o mi faccia rabbia vedere questa cosa recente di Harley che bacia Lobo, argh.



Una cosa del genere. Ecco perché penso lei sia adatta.







NO










NO, BASTA, CHE CAZZO!






Ora ragioniamo.


Okay, ora torno al blog, scusate ma la mia parte da maniaca dei fumetti doveva farsi sentire.
Ho anche il fumetto in italiano, se vi può interessare.
E NESSUNO MI FARA' CAMBIARE IDEA, okay?
Ebbene, siamo arrivati sani e salvi a casa sua, ed è per come la vedo io, una bella casa grande. Le sue cagnette però mi abbaiano contro, standomi alla larga, ma vabbeh, almeno il suo gatto Toby dopo si fa accarezzare da me, anche se non è come la gatta Kiwha che vive con me, più affettuosa.
Posiamo le nostre cose, anche se io volevo tenermi addosso ancora la giacca e cappello, ma dettagli.
Andiamo in una sua stanza a vedere alcune sue cose: quaderni, vecchi disegni, diari scolastici e di tutto e di più, come alcune sue foto.









La sua casa è piena di foto sue da piccola al muro.

Ridiamo su altre, ci emozioniamo molto, questo tutto un'ora o più. Dopo comincio a sentire stanchezza e facciamo una pausa. Mi regala alcuni disegni ed un libro sulla sua città. Dopotutto io le avevo finalmente rifilat... Ehm regalato quel mio Pop Porno, tanto non mi piaceva e a lei sì, contenta così...
Andiamo al tavolo vicino alla cucina, e purtroppo mi scappa un AAH: lei chiede cosa sia successo e io le dico che mi ha terrorizzato quel piatto con la Barbie stampata sopra, ahah. Mi offre anche di quei biscotti con le caramelline colorate a palline piccole, ma ne mangio poco. Ci beviamo il thé', lei dice che è piccante, mi sembra strano ma poi scoprirò davvero un sapore forte, lasciandolo a lei. "Te lo avevo detto" sento dire per la prima volta da lei. "Oh allora un po' di carattere lo ha" penso ironicamente io. Non voglio risultare stronza, ma certe volte la mia amica mi sembra troppo accomodante. Prima io scherzai, riprendendo un suo fatto rivelatomi di recente, chiedendo lei dove fossero le migliaia di barbie, perché la sua stanza, per dirla con termini pop ignoranti, è molto girly. Certo, c'è la Disney e quindi le favole, ma troppo rosata per i miei gusti (io son sempre stata un maschiaccio e la mia stanza era tutto tranne che femminile).







Pure la foto stessa si è imbevuta del rosa accecante.

Comunque sia faccio presente che noi si scherza, come quando la definisco Diva. Mi presta anche dei fumetti, e mi mostra una versione di Alice nel Paese delle Meraviglie come souvenir di un suo viaggio in Inghilterra (se ben ricordo).
Io caccio un urletto, lei domanda perché spaurita, io dico a mezze frasi, lei capisce che meglio sia non mostramelo, perché potrei rubarglielo. Sempre detto scherzosamente (ma forse no...).
Non riesco ad entrare sul mio Instagram in quella pausa thé, perché quel sito odioso mi chiede il codice di autenticazione (sia dannato, pensavo fosse per quella cosa della spunta verde mesi fa), ma rimango impietrita per un profilo che non sapevo avesse (ieri poi mi spiega ma son affari nostri quindi fatevi i vostri).






Almeno ho una tazza che mi rispetta.

E' ora di cena e fanno le piadine, io la prendo con la nutella. Mangiamo e c'è quasi tutta la famiglia, credo, e io e Iasmin parliamo poco, anche perché c'è la tv accesa (cosa che non mi capitava da tempo, io detesto la televisione, a meno che non serva per i lettori dvd). Mi interpellano solo per dire che sono magra e che posso permettermi di mangiare cosa voglio. In realtà dico che ha i suoi lati negativi essere magri, avere il metabolismo veloce, ed uno stomaco da uccellino. Infatti son già piena. Sparecchiano, prima in tv c'era qualcosa su IronMan e Spiderman, ed io dico lei che mi ha ricordato di quando io e mia sorella, nelle pochissime e rare volte che potevamo farlo, andammo al cinema per vedere il remake di Spiderman: a lei piacque, io invece ero rimasta fedele alla saga di Raimi, ma vabbeh...
Sparecchiano, cambiano canali, non capisco molto di cosa parlino (tralasciando che io ho un handicap all'udito, cioè ci sento non bene ed ho un orecchio ricucito e senza ossicini, da pre-operazioni passate chirurgiche), ma tanto è il mio modo di fare, quello di sembrare persa per i fatti miei in mezzo alla gente, come una statua persa in chissà quali fantasie...
Comincio a risentire però stanchezza, forte sonno, e chiudo gli occhi ad intermittenza, e finisco così per posare la mia testa sul braccio. Iasmin decide di ritrarmi, e io do' il permesso.









Ne ha fatti anche altri, dice che le piace vedermi dormire...

Dopo cerco di riprendermi, ma capisco che proprio, di cominciare a vedere le cose che dovevamo vederci assieme, proprio non riesco. Mi metto il pigiama e mi butto nel letto, sfatta, dopo essermi ovviamente pettinata la mia lunga chioma corvina che sembrava quasi una ragnatela. Lei però sonno non ha e mi parla comunque, specie di vedere domani assieme il parco di Cervia. Non ricordo di cosa parlassimo, ma ricordo, che a luci spente, lei mi dice questo:
"Mi piacerebbe farti un regalo, quello di donarti i miei occhi per farti capire quanto sia tanto speciale per me". Sento un verso di commozione.
Mi odio per questo, ma ho sussurrato solo un "Oh."
Non sono molto esauriente nel dimostrare affetto, non ci riesco, e odio essere così.
Non ricordo neppure cosa sognai, ma mi è stato rivelato da lei che ho parlato nel sonno.

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