11 aprile 2018

Non Chiamatemi Depressa!

Perché il tentativo della DrawMyLife non mi soddisfa, e disegnando a mano come feci settimane fa, trovo sia una cosa migliore, poiché spiego, a ricordi, in immagini, come è stato il mio passato: quindi nei post dopo tratterò questa serie di disegnini sulla mia prima infanzia.
Ora come ora però, eviterò la parte della tarda adolescenza, per ovvi motivi.
Io comunque ci ho provato, non è colpa mia se nella mia vita son successe così tante cose brutte, lo dico nel caso qualcuno cagasse, detto volgarmente, il cazzo, se per esempio, spiegando perché la figura genitoriale sia assente, dicendo poi che faccio la vittima depressa.
Io son stata davvero in un istituto, i miei genitori mi han fatto nascere sul serio senza che entrambi fossero d'accordo (magari siete contenti se dico che nemmeno a me è chiaro su come si siano ingannati, ma so che molte donne lo fanno), e sul serio io avevo i capelli corti e vestivo come un maschio.
Forse questa foto vi convincerà?












Cliccateci pure sopra, magari ci capite meglio.

Dico questo non perché qualcuno se ne sia lamentato, ma in passato ho avuto a che fare con soggetti simili, e vorrei evitare che si creino in futuro. Nessuno costringe loro a leggere cosa scrivo, ed io scrivo cosa voglio, se questo serve a farmi sfogare in qualche modo, ne ho diritto. Avete mai visto Inside Out della Disney? Ecco, rimediate, magari crescete un po' e capite che anche la tristezza fa parte della vita. E non sono una falsa depressa che lo fa per moda (moda di che poi?), le cose che mi son successe di recente son state dei duri colpi, non facili da emarginare, perché son stati come dei tagli dentro veloci, a sangue freddo. Voglio vedere voi se vi dicono al telefono che vostro nonno, il nonno che vi supportava nei vostri progetti, con cui avete cenato e riso negli ultimi mesi, sia passato a miglior vita. Voglio vedervi, al mio posto. Una cosa che odio, ripeto, è l'essere ipocriti. So che fanno così perché non vogliono rovinarsi la giornata con problemi altrui: bene, allora ripeto anche che non siete costretti a leggere, ma per piacere allora state zitti e non cagate il cazzo. Sì ho avuto gente così, e la cosa mi dava fastidio, molto fastidio. E questa cosa me la dissero pure delle persone, che per come si reputavano, era una cosa ridicola. Spiego meglio. Anni fa, pur di stare lontano da casa mia, fonte di molto stress, andai con la mia amica Azzu (unica amica che si definisce "emo") in una città lontana, per vedere i suoi idoli. Passammo ore sotto un sole cocente, e mentre lei andò di filato a chiacchierare con un tipo che fu l'ex di una mia ex amica, un tipo con quei capelli tipici dello stile di lei (che io detesto), io mangiai tre gelati per combattere il caldo opprimente, e per noia d'attesa, andai in giro a perlustrare il posto. Dopo sentii il gruppo di spalle, genere totalmente diverso, e per noia, ballicchiai a casaccio. La mia amica tornò, ma non disse nulla. Mesi dopo, mi rivelò che questo tipo, di nome Sauro (nome che sapevo già prima ma non mi hai mai provocato risa) le disse che io ero "depressa". Io, che fra tutti quelli morti ad aspettare, davo un poco di animazione al palco. Detto da lui, che stava a rimuginare al tavolo. Ecco perché detesto gli ipocriti. Detestano la loro vita, si rinchiudono in un'etichetta, e poi criticano gli altri, addossando loro i loro difetti. Motivo anche per cui detesto il genere emo e tutti i suoi adepti (tu Azzu sei esclusa, però non mi piace lo stesso quel genere ne' lo stile, mi spiace).
Io non ho mai pensato, oh devo essere triste sennò esco fuori dal personaggio, oppure oh no un capello fuori posto, devo piastrarmi subito (io poi della piastra ne ho una fobia fortissima: sì i miei capelli super lisci son così di suo, non uso nemmeno i balsami perché non mi piace la roba appiccicosa, come il gel, e ai capelli do' due spazzolate e finish). Ovviamente non credo che siano tutti così, ma la gran parte (fortunatamente poca) di quelli che ho visto e conosciuto, la mia esperienza, posso dirlo, non è stata molto entusiasmante. Nemmeno sapevo dell'esistenza di questo stile, fino al 2009-2010, quindi per me era come una cosa nuova, scoperta meglio grazie alla mia amica Azzu, appunto. Avevo già in realtà una compagna che vestiva uguale, in classe, ma ascoltava altro genere musicale e poi non chiesi mai che stile fosse, e non mi interessava minimamente, perché appunto non mi ci ritrovavo ne' mi attirava molto. Poi la musica... Certo, qualche eccezione c'è, ma son come quattro gatti di canzoni, che manco ascolto tanto. Quello che amo di più, è altro, ed a 24 anni penso di averlo capito ormai. Non sono e mai sarò una che segue certe mode, ed anche se mi definisco goth-metallara è indice di una cosa comunque più estesa (il goth e metal hanno molte sfacettature, e più variazioni e detta per me, hanno canzoni e gruppi fantastici) che include già il mio modo di essere. Come detto all'inizio, riprendendo dalla mia infanzia, io amavo tantissimo la notte, e desideravo essere pallida come la luna, perché mi piaceva da morire quel satellite. Non sapevo manco dello stile goth, ne' molto del genere metal, solo che mi piacevano le canzoni. Mi piacevano già i racconti e le cose terrificanti, ma ero anche romantica e mi piacevano anche certe cose sciocche. Non mi piacevano invece gli snob, chi pensava troppo all'aspetto, chi non osava, chi era freddo.
Giuro, detta da me sembra strana, perché molti di facciata dicevano che sembravo io fredda, snob eccetera eccetera, ma quando poi altri mi conoscevano, le voci erano diverse, e dicevano che ero invece un po' matta, imprevedibile, piena di sfacettature. Qualcuno mi stupì dicendo che secondo loro ero anche solare ed estroversa, solo un po' timida e con interessi un po' strani.
Quel "sei piena di sfacettature" mi piacque molto, e decisi che avrei usato questa frase sempre, per descrivermi. E vabbeh che sembra una frase da armi violente, ma sennò non sarei io.
Comunque sia, io son fatta così. Sì, sono una che si veste di nero e cui piacciono anche la solitudine, i film horror e la notte, ma mi piacciono anche i fumetti umoristici, i cartoni animati della D'Avena, le facce buffe nei disegni ed i dolci (avete presente Stocking di Panty e Stocking?).
Quindi no, non sono sempre triste e non faccio la vittima. E' solo che sono molto emotiva (ahimè), e nella mia vita son quasi sempre stata trattata da emarginata. Nemmeno questo lo dico per dire: in classe ero quasi sempre sola nel banco (nel periodo verso la fine, in cui conobbi l'ex tipa di Sauro, quando lei non c'era allora era sempre la solita storia), mi facevano scherzi idioti e quando andammo in gita a Torino, la compagna che fu assegnata a me, non andò a dormire nella nostra camera assegnata, quindi quella notte stessa, l'unica, piansi in solitudine, così come piansi la mattina dopo, con la supplente che fece la ramanzina a tutta la classe per avermi lasciato dormire da sola. Quel giorno della gita, mi immaginai, per salvarmi dalla tristezza incombente, di trovare una mia sosia all'improvviso, e di organizzare con questa di scambiarci i posti, così io sarei uscita di nascosto, per andare in qualche locale a divertirmi. Mentre pensavo questo, piansi molto, perché la realtà era quella, non c'era nessuna sosia a sostituirmi. Guardai cartoni animati da sola, risi da sola, lessi da sola, disegnai da sola, tutte quelle ore. Detestavo i miei compagni. Nessuno di loro si alzò da quella stanza per venirmi a riprendere, idem per invitarmi. Il giorno dopo si inventarono scuse per discolparsi. Quella cosa, si aggiunse ad altre mie ferite emotive. Feci però finta di nulla nei tempi dopo, anche se soffrivo solo al ricordo. Il problema, è che appunto, quando dimostro che qualcosa mi fa stare bene, questi mi criticano. Voglio parlare anche di questo problema anche, che è inverso ma porta le stesse cazzo di frasi. "Perché non ti brillano gli occhi così quando si tratta di matematica?" diceva mia zia, ben sapendo che odiavo quella materia. Oppure "Ma basta con 'ste cose horror". Insomma, di ogni cosa che mi piaceva, avevano da ridire, tutti quanti. Ho cominciato così al nascondere certi interessi, così come ho cominciato a nascondere il mio vero nome ai più (fino al 2015 nessuno, nemmeno nei miei giri, sapeva che mi chiamavo Alex: era una scelta mia per evitare imbarazzo, più che per arte), ed ancora oggi mi rompono le palle (che non ho ahimè) se presento qualcosa di mio, o se parlo di tematiche che mi interessano. Lo facevano quando ero piccola, lo fanno ancora adesso. E mi sento così in colpa. Colpa per essere me stessa. Colpa di non capire cosa cazzo voglia la gente da me. Perché sì, mi son isolata anche per evitare paranoie sul come comportarsi in mezzo alla gente, davvero. Ora potrebbero dire che sono fredda, snob e solitaria, ma pensare che magari mi sono rotta anche il cazzo di pensare ogni secondo addirittura di come mettere un braccio al tavolo? Ho fatto un esempio scemo, ma è vero che in casa mia, mia zia ci rompeva davvero gli zebedei su queste sciocchezze. Avevo la tendenza a mettere le dita soltanto, visibili sul tavolo, o le bracci intere se mi pesavano, ma lei era severissima e mi metteva le braccia a metà. Col passare del tempo così cercavo di finire presto di mangiare, o di stare meno con loro, ed eccoli ancora a lamentarsi del fatto che ero la pecora nera di famiglia. O che ero un fantasma perché quando passavo nemmeno il fruscio della mia giacca lunga sentivano. Sempre a criticarmi. Io per evitare queste critiche, e loro a crearne di nuove. Parlando sempre di ipocrisia, vado al punto dopo, ovvero a quelli che magari, per moda, come chi scrive le pseudo fanfiction dalle storie tragiche campate per aria, fanno i finti depressi, solo per attirare donzelle (cosa che ho visto fare ahimè anche in altri ambiti anni dopo) quando invece avevano questi i soldi facili, il cellulare all'ultimo modello, e tante altre cazzate per cui si capisce che bene ci stavano. Ovviamente, c'è chi stava anche magari male per qualcosa di tipo relazionale, ma io ancora non ne ho visti, di ragazzi così. Intorno a me ho visto solo ipocrisia, il farsi del male volontario, il criticare gli altri sempre e comunque, l'essere snob loro per primi, e stronzi. Sì, molto stronzi. Non ho visto nessuno di questi finto-depressi avere veri problemi.
Come detto prima, quando io ero su di giri e parlavo di cose che mi piacevano, questi avevano la faccia tosta di dire che ero io quella depressa, ma detta in modo come se loro fossero meglio. Dicevano che io ero quella coi problemi, mentre loro invece stavano benissimo, che si facevano paranoie sul look un poco scomposto, sull'essere un poco buffi (uno se la prese con me solo perché dissi che era buffo. Buffo. E poi dicono a me che sono permalosa), sul fare il civettuolo con alcune senza far capire le sue intenzioni (storia recente), o sul drogarsi pesantemente per fare sesso sempre, e prendersela con me perché avevo scambiato la loro foto (mentre lo fanno) per una di qualche sito porno (giuro, questo se la prese malissimo). Io a queste cose ci rido, chi è allora l'ipocrita?
Sono io, che nonostante la mia vita parecchio di merda, con parenti e compagni che mi han sempre trattata di merda, abbia continuato con i miei hobby e sogni, o loro, che han di tutto e di più, super vanitosi, ipocriti sugli altri e che dicono di essere depressi a cui le emozioni devono importare?
Le emozioni son sì importanti, ma a me sembra che molti di questi che si fingono molto sensibili, della sensibilità non gliene importa una minchia. Almeno, ripeto, questo è quello che ho visto io.
Io ho il classico animo dell'artista, quindi son parecchio sensibile, e come tutti gli artisti son un poco fuori dalle righe e un po' nottambula. Ho uno stile tutto mio, che si basa sulla mia esistenza e su cosa mi piace. Se un giorno voglio mettermi la giacca lunga, me la metto. Se un giorno voglio avere le mie gonne lunghe di lana, me le metto. Se in un altro voglio i lunghi jeans scuri larghi quasi coi fondi a pezzi (che adoro) me li metto. Non accetto nessuno che mi dica cosa devo mettermi addosso.
E qui andiamo sul dopo, come detto prima. C'entrano dei miei ex, ed il luogo è diverso. Qui conosco dei goth e metallari. Stessi discorsi quasi, tanti di questi scopro essere tali solo per attirare giovani ragazze. Non sto dicendo che sia male, nelle disco si va per quello (sigh), ma trovo sbagliatissimo far credere di essere un tipo di persona se poi non è così. Il mio ex faceva uguale, si fingeva di notte in disco di essere non so nemmeno più cosa, per adescare tipe. Nonostante io facessi capire a lui che avrei aspettato (aveva dei problemi riguardo certe ansie, essendo vergine), lui mi lasciò, dicendomi prima di amarmi, e poi mai più. Io piansi molto, moltissimo, quasi istericamente. Mi aveva ferito, e non credevo davvero di aver trovato un altro stronzo ancora. Quello prima era ancora di più, mi trattava di merda, aveva amici stronzi (pure con me), e faceva l'ipocrita. Mi diceva che dovevo sempre avere i tacchi, o le converse, e che gli anfibi facevano schifo (io amo gli anfibi sin da ragazzina). Mi diceva che dovevo stare zitta, o che rompevo se lo chiamavo anche in altri giorni della settimana: ci parlavamo solo nelle ore tarde del sabato o venerdì. Quando chiedevo cosa si poteva fare, oltre alle serate, lui diceva "scopiamo". Il suo amico, mi sfruttò dicendo che ero cessa di viso ma bella di corpo, e dopo la notte assieme, mi disse che non credeva nell'amore e che preferiva allontanare le persone. Questo è rischiato essere quasi lo stesso metodo mio quando mi offendevo, o per paura di soffrire, ma non avrei mai trattato qualcuno di merda come facevano loro. Anzi, la cosa mi feriva. Piansi dopo quel suo discorso. Piansi anche perché cominciavo a sentirmi sbagliata.
"Forse hanno ragione loro, sei tu che non sei a posto" pensavo. E col cuore che già stava male per le relazioni (troppe in un breve arco di tempo), ero mentalmente in crisi cercando di capire cosa ci fosse di sbagliato in me. Criticavano anche il mio modo di essere, la mia creatività, definendomi una "artista della strada" a mo' di pezzente. Lui e l'altro mio ex, in auto, ridendo, di fronte a me. Io non piansi, ma dentro di me stavo morendo un'altra volta. Io non sono fredda, è che ho paura di stare ancora male, ed ho sempre detto che voglio essere felice, non triste. lo sono perché ho delle ferite indelebili, che so mai si cancelleranno per tutta la mia vita. Non è facile affatto cercare di essere serene, se la gente intorno a te ha sempre fatto in modo di farti sentire un errore.
Loro erano giusti, tu no. Sia che fossi solitaria, che avessi interessi, sia che vestissi come cazzo ti pareva, sia su tutto. Scusate se ogni tanto, ho certe cadute di tristezza.
Sapete, sono un fottuto essere umano, non un robot.

Ah, poi eccomi come sono così deprimente:

Io questa la canto pure. E per ore anche. Accidenti come sono super depressa!
Ah, e trovo questo tizio super figo e magnetico nel canto, peccato che una vacca non sono, ahah.
E sì, canto tipo opera lirica quando sistemo in casa, o sotto la doccia.
Che rottura, quando mi si dice che son acida, seria, musona, o depressa.

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