20 dicembre 2016

Parole da morte apparente dopo forte pianto di terrore

Ho resistito finché potevo, non volevo dar spettacolo, ma in strada ho versato tante lacrime come non facevo da più di tre anni.

Non vedevo l'ora di andarmene, di nuovo da quella stanza bianca e grande e semivuota, quell'uomo che sembrava stufato, la donna che prima mi teneva la mano, il dolore lancinante alla mente e tremori.
Il mio compagno che dice che non sono forte. Allora i dolori sono roba da "bambini"? Io ho provato quasi terrore, quel tubo davanti ai miei occhi e sapere di qualcosa che ti aspira dall'interno, nessuno lo capisce!
Nessuno capisce che sono un tipo emotivo!
Sto ancora piangendo, non ce la faccio più a nascondermi, sono un sporco essere umano, il mio cuore batte come dovrebbe essere.
Perché nessuno mi consola e mi capisce, e devo continuare a nascondermi, a fare l'essere senza emozioni!

Ora sto abbastanza bene. Ma ho tanta paura. Ho dovuto spostare al 29 la visita, ma ho tanta tanta ansia. Mi deridono già per questo sicuramente. Ma io i nervi interni li sento, sputatemi pure addosso se temo la carne aspirata o raschiata, ma io continuo ad urlare CHE SONO UN ESSERE UMANO, fottetevi tutti voi che ridete di me perché ho emozioni "bambinesche" o che reputate voi tali! Almeno io resisto comunque sia, il pianto e dolore mi fanno VIVERE!

Voi e il vostro veleno del vostro marciume umano
Criticate e deridete me perché salto al dolore 
Salti da risposte ad un fisico reale e vivo
Malato da decenni per la vostra incuranza
Quanto vi odio tutti
Voi sputate e vi incazzate con me in silenzio
Io lo stesso lo capisco
Perché sarò pure anormale
Ma ho più senso di voi
Vi intendo in ogni cosa
Che esseri stupidi che siete
Pena ad entrambi


E poi tutto finisce
Cos'era quel momento di puro grido
Unico grido possibile
Grido perché pieno di rabbia
Non si fa che avere troppe emozioni al giorno
E si tira avanti, avanti, avanti


La notte, il giorno
Odio il giorno ed amo la notte
I mesi passano
I pensieri vanno di non pari passi
Si può impazzire?
No gli altri son muti alle tue richieste
Ti tieni tutto dentro per non fare pessima figura
Vuoi solo stare meglio ma loro ti evitano e ti evitano ciò
Che rottura di qualsiasi cosa a portata di mano


Bugie
Bugie dette perché
Nessuno capiva la mia verità
Si scrivo del mio passato
Tutti dobbiamo ricordarne
Che senso avrebbe sennò la vita stessa
Lavoro, lavoro e poi la morte
I nostri figli ed oltre non li vedremo mai più
Riempiamoci quindi la nostra
Finchè soffriamo di questa certezza


E' brutto periodo
Niente di nuovo per nessuno
Merdoso periodo
Di sfinimenti e rabbie
Qualcuno uccida me o uccido io


A mio figlio
Farò vivere nel completo vivere
Migliore del mio 
Casette di legno, campagna
Orgoglio per me
Tutto un sogno per lui quando sarà grande

Tutto un sogno per me adesso

Ho sognato stanotte
che salvavo ancora una volta
intere persone sconosciute
ma il merito poi non andava a me
perché non era riproducibile su qualche mezzo


"Mi hai salvato grazie"
No sei tu che hai salvato me
Solo tu che di cui non saprò mai più il nome
che chi conosco


Oggi ho visto un bambino piccolo
Era in braccio a sua mamma
Ed aspettava
Solo la viva voce di un mezzo tecnologico
Allegrava il pargolo biondo


Non ascoltate mai 
La voce del diverso
Di chi reputate 
Diverso
Diverso da chi?


Tutte carine
Tutte graziose
Al passo coi tempi
Il mio essere faticava invece
Voleva farsi accettare come era
Ha fatto cazzate come loro
Si è mascherato come loro
Ma non si è sentito mai come loro


"Ma perché poi sei uscito con lei poi?"
"Lei è più tenera"
"Così mi stai dicendo che sono una persona fredda?"
"No che tu sei troppo particolare"
Storie di una vita risentite mille volte.
Ormai si dovrebbe esserne consapevoli.


"A scuola ero vittima di molti scherzi brutti come la peggiore umiliazione"
"Cose normali, da ragazzini si fanno tutti"
"Quindi reputate normale sei ragazzine che ogni cinque minuti dicono che non reputano la nuova 'new entry' una buona persona?"
"Non intendo così molto, quando è successo questo?"
"Molto molto tempo fa, cercavo di farmi integrare a fatica nella mia emotività."
"Okay ma che dicevano queste?"
"Dicevano se non ricordo male, che facevo schifo."





3 novembre 2016

Lucca Comics And Games 2016's Little Big Experience.

Avevo promesso che ne avrei scritto qualcosa al riguardo. Anche se so che pochissimi leggeranno ed la stessa quantità gliene frega qualcosa, io voglio scrivere lo stesso questa esperienza.
Ovviamente non metterò tutte le foto fatte perché essendo tante occupano spazio inutile, poichè voglio solo narrare l'esperienza dal punto di vista interiore, da cosa han visto e sentito i miei occhi ed il mio corpo stesso. E poi me ne han fatte così tante che non tutte ancora le ho con me...
Ebbene, io e questa mia amica- che ormai considero tale anche se ho ancora mille dubbi e timori riguardo il nostro rapporto (di quasi un anno da quando mi ha conosciuto su internet) ma non una questione personale perché ho questa sensazione con tutti i rapporti umani- c'eravamo messe d'accordo due mesi prima riguardo il cosplay da portare a Lucca per il famoso evento annuale. All'inizio non ero molto nella convinzione perché in realtà questa "novità" che ricordo il tale Jordison (inutile spiegare chi è) molte volte mi dà un pò di disagio e nervoso, e vestirmi da lui avrebbe rafforzato questa cosa, e temevo come sempre prese in giro, derisioni e varie cazzatine che son nella mia mente. Ma grazie a lei non so come, ho lasciato stare timori vari e senza preoccuparmene ho preparato la maschera che avevo ordinato (fortunatamente il modello più economico arrivò subito, cosa che non si può dire della versione più costosa e dettagliata che ancora non mi è arrivata) e ho preso "il via" divertendomi a decorarla, mettendoci un pò di "me", poichè preferisco fare le cose in modo che le senta "mie". Allargai gli occhi e misi più linee intrecciate come graffi ai lati della bocca rispetto alla versione originale, aprendo anche la linea della bocca in modo da fare un'uscita d'aria per poter respirare meglio. Ci mettemmo d'accordo per poter stare lei da me per tutto il periodo Comics, preparando mangiare, letti, film, cose da fare per il costume ecc.
E così ci vedemmo per la prima volta. Era da tanto tempo che non vedevo la stazione di Firenze, ma stavolta ero molto più in ansia delle altre volte. Mi sentivo molto sotto pressione, la gente che mi fissava mi stava molto dando sui nervi (odio che mi fissino quando sono per i fatti miei) e non facevo che parlare sotto voce per contenere l'ansia che cresceva.
Feci pure il filmato davanti a me non solo per "immortalare" il momento.
Ci vedemmo così, lei mi vide da lontano e corse velocemente verso di me, abbracciandomi forte. Io stavo letteralmente soffocando e morendo dentro, ma poi ripresi fiato.
Parlammo e andammo a prendere il treno per la mia città.
A casa mostrai le stanze e mi sedetti per riposarmi un poco. Era emozionata e pure io anche se non si notava molto nel mio sguardo un po' "fermo" ed impassibile quando sono sotto tensione.
L'aiutai a sistemare la roba, e in questi giorni le feci pure il letto un sacco di volte. Nel giorno prima del primo giorno di Lucca pensammo molto a rilassarci ma finimmo anche di definire le tute, e tanto per provarle quando ancora non erano modificate, facemmo un giro nelle vicinanze. C'erano i bambini delle scuole che uscivano, e alcuni si fecero fare la foto con noi. Ci divertimmo molto, io ero un po' sotto ansia ma trovai comoda la tuta ed il fatto di essere vicini ad Halloween mi confortava come scusante, anche se lo avrei fatto lo stesso se non era così. Dopo una bella girata di molti minuti i miei piedi erano stanchissimi e tornammo a casa molto divertiti. Ci facemmo altre foto scherzose col mio compagno e dopo aver fatto un po' di spesa (dimenticando un attimo che avevamo le maschere addosso, ma vabbeh) mangiammo e ci vedemmo la Cosa e The Blob, come si era promesso. Notai che delledifferenze tra me e lei c'erano, anche se poche. Le lasciai vedere le miliardi di foto che avevo nelle mie cartelle sul pc, soprattutto di artisti musicali metal.
In tutti e cinque i giorni, tranne forse i primi due un poco, lei crollava subito anche se diceva di saper resistere al sonno, mentre io rimanevo sveglio e appena lei entrava nel letto, ci parlavo un po' per tornare al letto con il mio compagno. Le dicevo:" E' un bene che tu non sia insonne come me"
Andammo in macchina verso Lucca, e riuscii a mettere tutte le canzoni che avevo nel pc nel tablet, e così per un'ora e mezza due lei potè godersi i gruppi musicali che aveva scoperto da me.
Nell'ultimo giorno le feci conoscere gli ASP e gli DMC dallo stereo, i Lord of the Lost dai miei video personali girati da me stesso. Ci vedemmo mezzo del dvd originale degli Slipknot (nei primi giorni) ma stoppai perché la vedevo troppo stanca e non volevo sciupare così la sua visione.
Fu divertente ma anche troppo caldo per quei giorni a Lucca, il trucco nero che mettevamo intorno agli occhi bruciava, solo io ero abituato, però il caldo sotto la tuta mi faceva stancare un bel po'.
Fortuna che eravamo quasi vicini. Il primo giorno ci fecero pochissime foto, ma in quelli seguenti ce ne fecero molte, incontrammo anche il buon Fabio Taddi con cui intrattenemmo una conversazione tranquilla. Mangiammo le patate "locas" e bevemmo molta coca cola. Il terzo e quarto giorno invece non andammo, causa stanchezza da parte mia, ma ci divertimmo molto a vedere film e raccontandoci esperienze, cenando anche in cucina con roba calda. Nell'ultimo giorno, causa mancanza del mio compagno che era ad un contest serale, andammo io e lei da soli verso lucca, e dovemmo portarci la roba con noi, ma ci fecero moltissime foto. In treno passando per caso per andare in bagno, incontrai la mia recente amica giovanissima Marzia, che non vedevo da settembre, e parlammo pochissimo. Avevano promesso che alla fermata saremmo andati assieme, ma invece andarono via subito, lasciandoci lì. Lasciai perdere, ci truccammo in bagno, cercammo l'entrata ed entrammo nelle mura.
Era da tempo che non andavo in un posto così lontano senza la presenza di Marco, e mi sentivo molto in ansia anche per questo. Incontrammo Marzia verso l'ora di cena, c'era bellissima musica celtica ed io ascoltando quella musica trascinante schizzettai con la penna su un foglio degli orari dei treni qualche micettina, come dimostrazione a quella donna che stava con la nonna di Marzia che mi parlò dei miei disegni e di come le piacevano così tanto da quasi sembrarle "copiati", in senso buono. Mangiai del pollo impanato fritto e poi andammo alla ricerca di una cosa per sua sorella (da parte di Iasmin) e di un fumetto (da parte mia), dopo aver salutato la mia amica e sua nonna. Io trovai solo il fumetto (per quanti soldi disponessi, ma fu una buona comprata) di Anne Frank alla Feltrinelli d laggiù (in cui non sono mai entrato), e lei sotto consiglio mio prese un taccuino grande con una copertina di Naruto. Prendemmo da bere e salimmo sul treno. Mi cambiai e mi levai la maschera, sembravamo dei blackster e cominciammo a farci altre foto. Mi sentivo meglio, ero di nuovo io, anche se nelle foto continuavo a sembrare il Jordison, e vabbeh. Mentre uscimmo per andare nella nostra fermata, il treno manco aprì le porte. Fortunatamente a due minuti eravamo alla stazione sempre di Prato, solo che avremmo dovuto camminare un bel pò, e lei era aveva la valigia pesante. Ci scorse la nonna di Marzia chiedendomi come mai fossi lì, e spiegai il fatto. Così ci portò a casa nostra, tanto la conosceva già, e parlai del più e del meno con lei. La sera prima per Halloween, indecisi su dove andare per fesetggiarla, alla fine anche se in ritardo optammo per la famosa festa nel borgo. A parte il freddo preso nelle orecchie per colpa di Marco, trovammo il posto meraviglioso nel suo silenzio morto, e la mia amica confermò più volte quanto le piacque nonostante tutto.
Un cantante di strada cantò appena entrammo la canzone famosa del suo paese. E dei camionisti ci gridarono il famoso motivetto "If you're 555..." a cui lei finì la frase di Corey saltellando gasata.
Non so dire se questo cosplay fu più bello degli altri o no poiché ci fecero meno foto (di quante ne abbia viste io intendo) ma nello stesso tempo anche se non mi muovevo molto mi sentivo molto bene.
Solo nel primo giorno ci fu un litigio col mio compagno riguardo il mio modo solito di fare con chi mi faceva le foto. La cosa si risolse ma quando mi fece arrabbiare mi sentii molto male, mi sentivo non compreso come al solito, e Marco se ne uscì con una delle sue frasi solite come "Due uomini non posson stare assieme" ma non riferito alle coppie omosessuali, ma al mio carattere, alla mia persona, che per lui ero troppo "libero", mentre io vedevo solo la sua insicurezza nel "far vedere" a "tutti" che eravamo fidanzati, "Perché una coppia non si comporta così". Io dissi più volte:" Tu, lasciando stare la gente, cosa vedi? Vedi un tradimento? Vedi che io possa mollarti per altri quando invece si tratta solo di una foto nel web? Mi pare non ci sia niente di tutto questo, e di cosa c'è dovresti guardare"
Fortunatamente la pertosse non arrivò forte, ma mi sentivo molto il cuore ferito dentro.
Io voglio una donna, non un uomo. Risuonava nella mia mente. La mia amica mi tranquillizzò e dopo a casa ci rilassamo tutti, ma dentro stavo ancora un poco male.
Quindi non saprei dire come sia stato. Emozionante da una parte, dolorosa dall'altra.


18 ottobre 2016

Passioni vive e serene da 22 anni.

E' un'altra notte insonne, ho bisogno di scrivere un'altra volta, ascolto quasi roba nuova, mi sento malinconia addosso. Halloween è tra pochi giorni e ho già le solite ansie riguardo il Lucca Comics poiché voglio che sia un cosplay ancor più "cool" dei precedenti. Ieri siam ritornati in garage dopo tanto tempo, ho rispolverato la mia polverosa batteria battezzata da me "Imbolc", avrei potuto anche starnutire da quanta polvere c'era in ogni suo angolo. Ma non è colpa mia se abbiamo il garage un po' lontano da casa, e poi d'estate soffrivo troppo il caldo per suonarla. Ora però, il tempo andava bene, io mi sentivo la serenità dentro. Mi feci filmare da lui come non facevo da tempo, e stavo cominciando a sorridere meno per l'imbarazzo. Lui mi mostrò stavolta un suo "personale ritmo" e io continuai su quello, tanto per variare. Mi sentivo meno il mondo addosso, sarà perché "avevo preso qualcosa di suo", non so. Del resto se certe cose non le sento "sotto i miei occhi" è normale che io mi senta a disagio. Mi succede ogni volta che devo andare in un posto, anche quando non è molto affollato. Non guardo mai in faccia nessuno, e se lo faccio volgo lo sguardo, poiché quando mi fissano mi cominciano a lacrimare gli occhi un poco, il mio respiro si fa un pò ansimante (già lo ho un pò affaticato di mio) e sento molta pressione addosso, quasi aggressiva. Guardo di più il pavimento, i muri, cercando di capire lo spazio intorno a me. Allora quando mi ambiento bene, è lì che sento "il posto mio" dove potermi sentire a mio agio. Non ho molta autostima di me, ovviamente chi mi conosce sa che è ciò è causato dal poco affetto ricevuto nella mia infanzia, dalla mancanza di figure genitoriali. Ma non è solo quello. Adesso c'è che ho molta pressione riguardo il mio futuro.
E' una cosa che ho sempre avuto in realtà, già a 11-12 anni avevo pensieri riguardo la mia vecchiaia, ai miei sogni infranti, al dolore che sarebbe continuato per molto tempo ancora. Ho sempre avuto paura del futuro. Ho già 22 anni compiuti, tra 90 giorni e più ne avrò 23, e mi sento il tempo correre troppo veloce e troppo pieno di avventure, senza aver ancora avuto quel che cerco, che forse non troverò mai, perché neanche io credo di sapere bene se sia quello o no.
Marco ogni tanto se ne usciva con frasi (collegate più a sè che a me) critiche sul fatto che io da due anni continuassi a disegnare senza avere così tanta fama e soldi. Per fama intendiamo tipo Sakimichan o Mirka Andolfo, per citarne alcune. O la Ziche. Dentro di me so che la strada è ancora da percorrere (se mai la raggiungerò), ma quando sento certe cose dette da chi dovrebbe supportarmi, mi fa un male terribile dentro. Ora lui più o meno capisce che dovrebbe evitare, perché sono ancora giovane e la mia situazione è diversa dalla sua, ma ormai un po' di pressione me l'ha fatta. E forse non solo lui.
Stamani se ne è uscito dicendomi:" Secondo me tu hai le ansie a causa della fiera che facemmo a Maggio l'anno scorso". Curioso che fino ad ora diceva che la mia insonnia, era solo quella causata da quel fatto. Non so se effetivamente possa essere così, ma anche le sue frasi hanno contribuito a questo mio malessere interiore/timore futuristico. Questo perché da anni mi sembra che non disegno più per piacere esclusivamente mio come prima, se nonchè in modo diverso. I primi tempi che disegnavo, la voglia di sfogo personale e l'accettazione attraverso i disegni si combaciavano perfettamente. Dopo la mia trasferta a Livorno, verso gli otto anni, la cosa stava quasi per svanire del tutto, poiché in casa mia si stavano un po' stufando dei miei disegni presentati ogni volta davanti ai loro occhi.
"Si, Alex, è bello" dicevano. Io ne rimanevo delusa e chiedevo, non soddisfatta:" E nient'altro? Non ti fa venire in mente qualcosa in più che 'bello'?". Ma loro mi allontavano dicendo le solite banali frasi monotone. E' da quei giorni che poi verso la tarda adolescenza cominciai a disegnare solo per conto mio, massimo alcuni amici.
Non è mai partita da me la scelta di continuare col disegno. Disegnavo per sfogare la mia fantasia, e continuando molti di quelli che mi mantenevano si accorsero presto di questa mia passione artistica riversata su mille fogli ogni giorno.
"Dovresti fare la pittrice da grande" mi disse un giorno la mia educatrice Luisa quando avevo dai cinque ai sei anni di vita. Io annuii, ma non è che fosse una cosa mirabolante. Al tempo avevo meno paura del futuro di adesso, anche se sognavo la morte.
Prima di quella frase stampata nella mia memoria, non avevo ancora nessuna idea di cosa fare da grande. Vedevo che mi piaceva disegnare si, ma non avevo ancora pensato a farlo di professione.
Ho sempre quindi continuato a disegnare un po' per me, perché i disegni mi tenevano in serenità, un po' perché vedere che altri me li guardavano mi faceva sentire molto amata.
Ero sempre curiosa di sapere cosa ci vedevano loro: quando chiedevo tante volte, come già scritto prima, cosa sentissero trasparire dal disegno, molti di loro sbuffavano o mi ignoravano.
Pochissimi amici mi seguivano davvero, nelle mie storie fantasiose, e questa era una cosa che mi dava molta gioia. Si facevano raccontare tutto da me, e quando mi chiedevano i miei fumetti di mia creazione, sentivo una strana gioia. Ma quando accadeva con gente sconosciuta cominciarono a farmi sentire in colpa, anche se non ero stata io a chiedere di mostrare i miei disegni loro.
E questo è capitato moltissime volte. Allora anche fuori cominciai a provare imbarazzo ogni volta che sapevano che disegnavo fumetti ed illustrazioni. "Eh si... Ne faccio" rispondevo come adesso.
Se, come penso spesso, alla gente che chiede i miei disegni, dà poi fastidio che li mostri i più belli, o che glieli spieghi, che senso ha? Che senso ha farmi passare per rompipalle se questi stessi mi han chiesto di vedere altri disegni miei? Ancora oggi sembra persistere questa cosa.
"Ma che fai hai attaccato la mania anche a lei?"
La dice in modo scherzoso ma a me dà un fastidio tremendissimo. Perché allora non saprei più di come trattare le persone. Io le amicizie me le scelgo affini a me; se queste non hanno corrispondenze con me normale sia che non li reputi amici. Il vero amico per come la penso io, tifa sempre per te, ama vedere e sapere ogni cosa di te, si confida. Non mi è mai interessato conoscere un sacco di gente se questa non aveva nessun rapporto di questo tipo con me, a meno che non fossero compagnie di passaggio come le ebbi dalla fine delle superiori in poi, frequentando il Gens.
Un amico dev'essere come un fratello o una sorella, altrimenti non è niente per me.
Quando mi trasferii a Livorno la mia prima amica fu una di queste speciali. Ci raccontavamo le storie, lei amava tantissimo i miei personaggi. Accomunate dal nome simile, eravamo sempre assieme, anche dopo la scuola andavo a trovarla a casa, per giocare coi suoi giocattoli delle merendine Kinder e Mulino Bianco. Sembravamo sorelle, e quando era ricreazione si stava sempre mano nella mano a passeggiare per tutto il parco, solo noi due a confabulare chissà quale avventura immaginaria. Una volta però le maestre ci divisero a forza, ci vedevano troppo assorte in noi, e lasciarono me da sola a passeggiare per tutto il viale dell'enorme parco della scuola. Provai a stare con gli altri compagni ma dopo un po' mi staccavo da loro per fantasticare in solitudine.
Ma durante le altre ore ci lasciavano stare. Per tutti e cinque anni delle elementari, dal 2002 fino al 2007-2008 all'incirca, io stavo sempre con lei. E da lei scoprii una passione musicale che alle medie non mi avrebbe lasciato inerme. Direi che fu l'unica volta che scoprii qualcosa di culturale da altri snobbandolo per poi farmelo piacere inaspettitivamente. E questa passione si chiamava The Beatles.
Prima di loro ascoltavo molto i Cradle of Filth, i RHCP, e qualcos'altro che non ricordo più. Ma alle medie mi innamorari perdutamente di questo gruppo non più esistente da molto prima che nascessi, e i miei disegni ebbero un'altra spinta in più. Amavo la musica, e rappresentarla per me era un bello sfogo, senza bisogno di mostrarlo ad altri dato che preferivo tenere i miei gusti musicali segreti.
Grazie a loro mi informai della musica del passato, fu tutta una mia ricerca personale attraverso Youtube del tempo, che mi portò ad avere un vero e proprio "fandom" nel web: gli Happy Tree Friends. Dai Beatles passai così alle fanarts sulla serie animata, creandomi nel 2008 la mia scoiattolina alter-ego Dida Splendida, e lei ebbe moltissima fama, poichè molti miei amici virtuali fan della serie me la omaggiarono con la propria arte. Il periodo in cui scoprii Deviantart fu il più felice di tutti. Disegnavo senza farmi paranoie, per me i disegni erano tutti meravigliosi, e avere tanta gente che mi seguiva e commentava mi faceva stare benissimo. Scoprii che avevamo molte cose in comune oltre che quella per la serie animata: alcuni di loro amavano anche i film horror, altri cartoni che seguivo, addirittura gli stessi gruppi musicali. (Un po' come adesso che vedo molti miei fans amare le My Little Pony, gli Slipknot, gli ICP, Dethklok nello stesso tempo)
Quanto mi faceva stare bene quel sito, lo ricordo con molto piacere, mentre tutto intorno a me era più brutto e triste. Mi importava solo di mostrare i miei disegni ai miei fans, per farli felici gratuitamente, chiacchierarci del più e del meno. Nessuna pressione come adesso. Era pura serenità interiore mentre fuori tutto stava marcendo. Musica e disegni, non potevo chiedere di meglio.
E la voglia di avere una batteria come strumento musicale, venne sempre dal primo gruppo di cui divenni fan sfegatata: Ringo Starr, che lo vedevo caratterialmente e fisicamente come me. Non fu Joey Jordison, come tanti di sicuro pensano, ora che l'ho veramente, una batteria tutta per me e che la suono.

(Stavolta ho scritto tutto senza mettere un titolo prima del testo)

11 ottobre 2016

Sogni, angosce millesime.

Sta cominciando a fare un freddo come si deve, e finalmente ho potuto indossare quella giacca che comprai a Firenze mesi fa, quella ricamata interamente a mano, di tessuto caldo e molto dettagliata e particolare, originale. Questo ieri sera però. Negli altri giorni mi mettevo solo una delle ultime felpe con loghi metal che mi han regalato quest'anno (ed unicamente quest'anno).
Ho perso qualche giorno fa un po' di sangue dal naso, il primo giorno c'era qualche traccia, ma piccola piccola, nel secondo, il giorno dopo, mi trovai il dito coperto dai globuli rossi poichè mentre ero tra il mondo dei sogni ed il risveglio, cercavo di capire dove sentissi quel caldo bagnato nella faccia. Ma fortuna è durato poco. Ho sempre sofferto (anche se prima di due anni fa non molto spesso) di epistassi, avendo il naso molto sensibile alle temperature. So anche che per come dovrebbe essere fisiognomicamente, il mio naso sarebbe anche sproporzionato di grandezza, ed ecco perché non ci respiro sempre bene, ma vabbeh. Per colpa del mio naso in passato quando mi tiravo su le maglie mi ci incastrava sempre, ed avevo il terrore di soffocarci, ma ciò non successe. Questa mio timore di non respirare comunque l'ho sempre avuto. Essendo poi portatore sano di anemia mediterranea ho un difetto nel sangue che mi porta allo scambio di ossigeno molto lento, quindi spesso faccio fatica e ho palpitazioni quando meno me lo aspetto, ma di questa cosa son consapevole ormai di anni, so già che geneticamente sono nata così, non posso farci nulla se ho questo sangue dentro di me, con pochi globuli rossi. Però, non so come mai, spesso ho avuto a che fare con timori e sogni angosciosi dove il respiro mi mancava del tutto, dove soffocavo e nessuno mi sentiva, poichè non emmettevo alcun suono. Recentemente ho avuto un incubo simile. Per quel che ricordo vagamente mentre sto scrivendo, era un sogno dove io urlavo, ma la mia bocca era mezza chiusa e mezza no, o forse aperta, non so. Ricordo però molto bene la fatica che facevo nel farmi sentire, il senso di peso addosso, quasi nel dolore autoinflittomi pur di salvarmi da qualcosa. E nella realtà mi risvegliai dall'incubo, stavo parlando nel sonno (mi capita spesso di parlare nel sonno) e Marco si svegliò, ovviamente. Io piangevo già nell'attività onirica, e causa forte shock/angoscia, continuai a piangere per qualche minuto dopo, per sfogarmi. Quasi tutto quello che temo, o che mi fa pensare cose un po' ansiose, ha a che fare col mio cuore. Si proprio l'organo dove ci passa l'ossigeno. Tanto perchè è inutile nasconderlo, quando a volte penso di agitarmi troppo in qualche evento (tipo giostre, lunapark e simili dove si consuma molta adrenalina) mi immagino il mio cuoricino schizzare via. So che è una fantasia assurda e spesso non mi succede nulla; ed al solo pensiero mi viene da sorriderci, però sento il mio cuore e lo sento come se uscisse fuori, è una sensazione strana. Spesso sento il cuore "farsi sentire" nel petto, come se fosse incastrato "male". Come se il mio petto fosse una scatola calda di cartone alla rinfusa, ed il mio cuore vorrebbe spostarsi, ed ecco che sento dei leggeri dolorini quasi impercettibili di fastidio. Sarà che sono ipersensibile in certe parti, non so. E di questi sogni e sensazioni corporee ne sento spesso, a volte son dolorosi, altre volte solo angoscianti. E a cui si aggiungono forte allergia alla polvere (tossisco anche 20 volte e mi si arrossiscono gli occhi), ho la dermatite/psoriasi a mani, fronte e cuoio capelluto e di recente so che ho qualcosa allo stomaco causa pertosse dell'anno scorso: ogni volta che rido troppo o piango mi si stringe lo stomaco e mi viene tipo conati di vomito dolorosi e inaspettati, ma spesso riesco a tenerli a bada. Quest'ultimo l'ho avuto pesante la settimana scorsa ancora, e c'era presente anche la mia amica, che immagino si sarà spaventata un po', ma per fortuna con del thè rilassante e brodo caldo mi passò tutto. Non scrivo queste cose per fare la "vittima"(detesto questo modo di dire) poichè odio farmi vedere quando provo certe cose, scrivo ciò perché è sempre utile fare un resoconto di cosa ci accade, e poi è inutile che io nasconda di certi miei problemi se poi anche davanti a loro è capitato o può capitare, dato che io ho sempre avuto la salute cagionevole. Spesso le cause son sempre di forte stress, e tenermi dentro certi aspetti intimi non mi fa certo bene. Quindi scriverò sempre d'ora in poi di che problemi fisici ho., anche perché li abbiamo tutti in questo mondo, non vedo perché non se ne possa parlare.

30 settembre 2016

Ultimo giorno prima delle grosse fatiche in attesa dell'Autunno.

Domani è il primo di ottobre, l'ennesimo ottobre dei miei 22 anni, il ventiduesimo ottobre, l'ottobre solito in cui poi si festeggia la festa di Halloween, che figo. Il mese dell'anno che più amo tra tutti, dove le foglie si tingono dei colori forti e morti di rosso, arancio e giallo, dove ci si veste di roba di lana, maglioncini, cappellini, ma si sta bene perché non fa nè troppo caldo nè troppo freddo. Il mese in cui c'è anche l'evento del Lucca Comics, che quest'anno se tutto andrà bene come previsto mesi prima, sarà una figata assurda da ricordare per gli anni futuri. Ah, il bel suono delle foglie schiacciate sotto i miei passi (ed altrui), la pioggia che fa odorare gli alberi e l'erbetta dei prati, le numerose bevande di thè e cioccolata calda, di dolcetti zuccherosi, di brodini caldi con la pastina. Quanto, quanto amo questo mese e la sua stagione malinconia, che ci fa ricordare di come il tempo passi, di quanto siamo un po' bambini dentro e se non ce ne accorgiamo, siamo dei "frustrati nevrotici" che amano solo le stagioni "calde" perché vedono tutto questo come una cosa depressa, quando secondo me i depressi son loro che non sanno gioire di queste bellezze davanti ai loro occhi. Non ho mai capito chi odiasse queste cose, ma io le amo da morire. Amo la sensazione della copertona di lana addosso a coprirmi mentre guardo un bel film datato, amo la sensazione della pioggia sopra le finestre, e dei tuoni che l'accompagnano. Certo, c'è sempre l'umidità e la pioggia a volte complica certi viaggi, ma è sempre meglio aspettare mentre si è in compagnia della pioggia che in un'estate torrida. Fa freddo fino alle ossa, non sempre però, e basta scaldarsi con qualcuno per far passare tutto. In estate invece da quanto fa caldo tutti sudano e voglion starti lontano, è una cosa così penosa e triste. Io la penso così e mai cambierò il mio pensiero. Ribadisco perciò che per me chi vede questa stagione come orribile solo per la pioggia ed il freddo, per me è una persona frustrata che non sa godersi il bello delle cose "tristi". Non sto parlando di chi apprezza in maniera normale una stagione rispetto a questa, ma di chi mi criticava, come esempio, in passato, perché non vedevo l'ora che arrivasse l'autunno, ogni anno. Ne parlavano con disgusto, come se fossi un alieno a pensare certe cose, a farmi piacere questa stagione, dove mi ammalavo per raffreddori e simili. Già, peccato che io mi ammali anche in estate, ed in estate è molto peggio perché sudo da morire, ho il mal di testa causa sole accecante, bere robe calde proprio beh... Quindi per me non fa nessuna differenza, avere malanni in questa stagione. E comunque poi passano. Caro Ottobre, quanto ti amo da impazzire, ma anche il tuo fratello Novembre.


29 settembre 2016

Sensazioni solite?

Ci siam svegliati tardi, ma non di troppo. Oggi si deve sentire cosa si può fare per riattivare la mia carta postpay; da settimane risulta bloccata, non si sa il motivo ancora ma da quel che ho letto nel web e sentito correlato da altre persone che conosco, potrebbe trattarsi di un problema della banca. Ho dovuto rinunciare a delle cose molto carine per questa mancanza, ma in fondo è stato un bene poichè solo ora ho trovato sul sito di Subito.it un paio di scarpe molto economiche e comunque in stato accettabile di molta importanza per il cosplay che sto organizzando da mesi orsono assieme ad una mia ormai amica fidata. Se solo riuscissi ad ordinare quelle, sarei a posto. Tutto il resto è facilmente reperibile, per esempio un paio di lenti colorate, che comunque per farle durare di più devo prendere a metà ottobre, e dato che anche la mia amica dovrà indossarne un paio e non ne ha mai provate prima d'ora sui suoi occhi, abbiamo bisogno di qualche tempo un pò prima di Halloween per essere pronte per il grande evento. Dico grande perché io amo Halloween, amo fare cosplay soprattutto se ci si diverte e se si è certi che ci si divertirà. E poi sono un paio di annetti che non faccio un cosplay "serio" (inteso come ben definibile e ben fatto) e questo che porterò ora sarà ancora più "cool" dei precedenti, ma come già rapportato altrove, solo pochi intimi sanno di cosa si tratterà.
Ho ricevuto un pò di soldi per fortuna, e dovrò mantenerli/risparmiarli fino a metà ottobre, poichè già il sei di quel mese mi toccherà sborsare un ventino e più per un ticket per una visita riguardo sempre quella faccena dell'INPS, ed io odio dover spendere così tanto per un pezzo di carta per una visita da un medico. Quindi mi toccherà risparmiare sul cibo, i vestiti tanto ho preso un altro doppione dell'ultima maglia comprata (unico rimasto), comprato il trucco nero per Halloween, di cui prenderò il cerone bianco sempre a metà ottobre. Poi un tot mi terrò per pagarmi il biglietto per il concerto dei Garbage da fare sempre con questa amica (come sostituto purtroppo del concerto Skalmold/Korpiklaani a cui mancheremo) che si terrà nei primi di novembre; poichè non so ancora se è da pagare prima o c'è la possibilità di pagarlo durante l'evento, ma più probabile la seconda, sapendo che è in un locale... So che di sicuro verso novembre mi daranno altre rientrate, ma io ho sempre l'ansia riguardo questi eventi, mi scordo sempre che sono molto tempo dopo e che quindi non dovrei preoccuparmene, ma la mia testa è già lì, mi coglie l'ansia e poi sparisce, perché penso poi ad altri progetti, e mi risale ancora l'ansia, temo sempre qualcosa, qualche dimenticanza, qualche rottura di coglioni da parte di esterni. Temo, si son pochi soldi, 12 euro per delle lenti e altri 10 per l'acqua che comunque dividerai con questa tua amica, ma poi partono come nulla, spariscono. Devo ricordarmi tutto, devo anche finire quei benedetti disegni che mi portano via un giorno intero, faticando e se mi piglia male (tranne per stanchezza) sbaglio le linee tremolanti, mi viene il nervoso e penso di fare schifo; e di nuovo a letto. Oh già poi ricordo che ho la festa dalla mia amica il due ottobre, e lì ci sarà nello stesso tempo l'evento degli Skalmold, accidenti. Pazienza, pazienza, pazienza continuo a pensare nella mia mente. Pensa che magari lui finalmente capirà che tu hai bisogno dei tuoi spazi, capirà che tu hai bisogno di stare solo con le amiche, lei in fondo ha deciso come feci tu anni fa -anche se era perché erano le uniche persone che sarebbero andate a festeggiare il tuo compleanno- che sarebbe stata una festa tra esseri umani di sesso femmile e basta -anche se tu sei ambigua, molto ambigua, ma questo poco importa-; lascialo perdere se ha detto che una sua amica disse simile ma poi invitò un ragazzo, lui si deve fidare di te ed anche degli altri.
Non solo odio dover spendere il 6 quei soldi, anche se pochi perché poi mi rimarrebbero altri 100, ma in un mese e mezzo poi finiscono, anche se ciò non mi ha mai dato problemi prima, odio dover spendere così per queste cose, come odio spendere anche per i biglietti del treno.
Ah, ora so che fanno anche il Cusplay di Pisa l'8 ed il 9. Non posso certo andarci, spenderei troppo, già non pago nemmeno al Lucca Comics, figuriamoci. E poi il mio costume non è certo pronto per quei giorni, e poi non voglio certo incontrare il mio ex e vecchie false "amicizie" (rafforzato per far capire l'idea). Sono le 17:46 e io son quasi pronta, mi sistemo un po' i capelli, porto la carta e documenti vari, caso mai servissero, aspetto che si carichi il noioso tablet di musiche da aggiornare che non so quando mai potrò farlo, Ho dolori alla pancia, causa fame, non ho mangiato niente, ma la causa potrebbe essere il nervoso avuto l'altroieri. Ma devo fare questra cosa. Se ordino subito ora quel paio di pochi spicciolini, mi arriverebbe entro le prime due settimane di ottobre, così avrò solo l'ansia di riceverli. Ah, ed un pacco devo ancora aspettarlo, dai miei parenti -indirizzo non cambiato ma per fortuna il loro, quando ordinai il mese scorso o due-, mi han detto, non è ancora arrivato. Che bello avere così tanta ansia per queste cose. Ho paura di dimenticare sempre qualcosa, ma mica mi dispero se poi accade, è strano. Le accetto come si accetta una morte silenziosa.


28 settembre 2016

The Blacky Pictures 15 anni dopo e poco più.

Rileggendo i vecchi documenti del 1998 ancora "esistenti" riguardo la mia infanzia, scorgo questo nome.

Trattasi di uno dei tanti test che facevano ai bambini dell'istituto in cui stavo (presumo, da quel che ho capito ieri pomeriggio, dal primo anno di età fino ai sette anni e mezzo, 1995-2002), dove si doveva capire alcune caratteristiche psicologiche dei bambini.

(Tratto dal sito https://psychoceci.wordpress.com/2012/01/24/il-blacky-pictures-test-un-test-proiettivo-per-indagare-le-dinamiche-di-personalita-nei-bambini/)
Questa l'unica immagine completa delle tavole nel loro ordine e significato originario.

Rivederle dopo più di quindici anni fa un certo strano effetto, soprattutto a rileggere certe parole sotto ogni vignetta. Erano rimaste nell'oblio fino ad ora. Ma qualcosa mi è riaffiorato. Nel foglio che avevo letto e ritrovato varie volte, rivedo questo nome di cui non ricordavo più nulla collegato, che mi spinge finalmente dopo tanti anni a farci una ricerchina.

Questa la pagina successiva, od una di quelle successive, che spiega l'allora mia analisi infantile riguardo quelle strane tavole.

Io non ricordo ovviamente nulla di tutto ciò che dissi, ma le immagini che erano su quelle tavole lucide me le ricordo benissimo, tutte disposte sul tavolo e che volevo subito vedere.

 









E questo è tutto quello che ho visto e che ho di quel ricordo di tanti tanti anni fa.

Giornata delle tante. La stanza bianca come prigione concentrata degli incubi mentali.

Non avrei voglia di scrivere cosa ho fatto ieri, perché per me è stato molto doloroso il dopo, a fine giornata, ma nello stesso tempo voglio ricordare, per evitare di dimenticare.
Ieri dovevo fare delle cose importanti coi miei parenti riguardo il fattore soldi/inps/lavoro, a cui dovevo far finita mesi fa. Si perché dal nulla da quest'anno so che mi chiesero dei soldi. Soldi che ovviamente non ho essendo senza lavoro da anni: potrei dire di non aver mai avuto un lavoro serio, a parte quando feci volontariato cinque anni fa o quanti ne siano passati.
Ovviamente non scriverò tutto dall'inizio alla fine; come è nel mio modo di narrare certi fatti io comincio per ricordi vaghi, solo quello che ricordo di tali giornate.
Ricordo che faceva un caldo molto accecante, ma dopo le tre per fortuna il cielo si era un po' rabbuiato, ed io stavo meglio, e pure mio nonno che dopo averci invitato a pranzo nella pasticceria vicino a casa del mio compagno stava patendo il sole addosso alla sua faccia.
Facemmo un sacco di giri, per trovare fogli, pagare fogli, farsi dare fogli per poi sapere che come avevo già detto io a loro, che fare una ricarica telefono sarebbe costata sui 50 euro (contando carta e pagamenti mensili già prepagati) e che il sei sarei dovuto tornare di nuovo in quel benedetto ufficio da me (fortuna che è vicino) per fare una specie di test. Un test per accertare che io avessi qualche "patologia" per passare all'agevolazione riguardo al famoso stipendio mensile per handicap.
Quando andammo a sentire ci fecero molte domande, a me e mia zia, e io ripetevo che non avevo niente di così grave; mia zia ne parlò dopo come se la cosa riguardasse un po' a favore del suo zio deceduto "perché me l'hanno ucciso quei medici".
Stavo dentro facendo crescere una rabbia come un vulcano, mi sentivo sotto pressione e volevo davvero uscire da quell'incubo fatto di una stanza bianca e mezza spoglia e così silenziosa.
"Ma io non ho niente..." ripetevo.
"Alex (si questo sarebbe il mio vero nome), ascolta. ASCOLTA." mi rispose tenendomi il braccio come faceva di solito in passato quando mi diceva qualcosa di importante. No, io mi stavo rifiutando. Sapevo e presumevo già che fosse qualcosa del genere, ma non volevo crederci. Il solo aver creduto lei che potessi fare una cosa del genere... E' solo un test. 
A me hanno ucciso mio marito quelli della malasanità, lo sa? 
Queste le frasi di mia zia dette in stretto nervoso al signore davanti a noi. "Si ma deve volerlo lei, se dice di non avere niente a che serve allora? Questo serve in caso di disturbi di personalità"
La mia rabbia e incubo stavano crescendo sempre di più, mi stavo vedendo il mondo addosso anche se quel momento era così apparentemente tranquillo.
Io non ho niente, di quel genere! Perché mi vuoi fare una cosa del genere? Che c'entra che sia morto lo zio? Queste le domande che io invece avevo dentro di me. Il mio cuore stava battendo troppo forte e cercavo di trattenere le emozioni che faticavano a tenersi dentro di me.
Voi mi state usando, dite la verità.
Quando uscimmo fu abbastanza tranquillo, parlammo della mia insonnia (che comunque mi stava svanendo) e ancora prima facemmo un accenno alla mia psoriasi dell'anno scorso.
Prenditi anche delle vitamine d-15, le vendono in farmacia.
Quello che disse mia nonna a pranzo, dopo che mi dissero che la psoriasi era certo una risposta alla "negazione del sole" e "mettiti i guanti".
Quando tornai a casa parlai con la mia amica riguardo al concerto programmato provvisoriamente dei Korpikllani e Skalmold di novembre, ma sapendo che non avremo potuto andarci senza spendere troppi soldi, abbiamo concordato poi per i Garbage che ci sarebbero stati qualche giorno avanti (ancora meglio) e più vicino (Firenze). Rimasi un pò a malincuore per negarci questo evento, ma almeno il secondo aveva più significato. Sarà per ricordare che le hai fatto riscoprire tu una band della sua infanzia che non ritrovava più; tu ne conosci tantissme di canzoni passate.
Quello fu il piccolo e breve inizio per stare male dopo ricordando quella giornata appena trascorsa e finita. I piccoli fuochi energici di dolore e rabbia che avevo represso uscirono tutti a poco a poco quando posai le mie membra stanche di giornata nel letto, vicino al mio compagno. Le lacrime mi uscirono violentemente dagli occhi stanchi, il cuore mi batteva violentemente, sentivo il mondo crollarmi addosso. Il mio ragazzo come di solito mi faceva, si preoccupò del mio pianto, per poi iniziare la solita ramanzina. Non molto come aiuto, diceva che comunque non era colpa mia se avevo vissuto in quel modo: Non è colpa tua, è che tu hai dovuto sopportare tutto quello che è successo, fosse accaduto a me mi sarei drogato pesantemente; guarda tua sorella, lei già ha scelto di fumare e bere, tu invece sei ancora lì' a farti del male. Dicevo di smetterla di dire quelle cose, non volevo sentirle, mi aumentavano la rabbia. Continuavo a ripetere tra le lacrime incessanti IO NON HO NIENTE, DI QUEL GENERE. IO NON HO NIENTE. IO NON HO NIENTE! 
Solite frasi che diceva sempre, che gli amici miei dicevano le cose solo perché facevo pena, che chi sta male non si accorge di stare male, che era solo un test (si ma già volevano farlo fare a me, come se quindi potessi risultare idonea) e che certi miei problemi intimi potessero riguardare i disturbi della personalità. Paragonava come al solito certi traumi riguardo il mio zio a disturbi come la schizofrenia. Smettila, dicevo, non è vero quel che dici. Ma io dico la verità, ripeteva ancora.
Ad un certo punto per farlo zittire lo strinsi forte, lui si zittì ed io cominciai ad avere strette allo stomaco. Purtroppo dall'anno scorso che mi cominciò a venire la psoriasi, ebbi anche un periodo di conati improvvisi notturni replicati di pertosse, e quando mi viene da piangere ho quasi la stessa cosa, senza vomitare. Ma stavolta mi faceva malissimo, stavo affogando dalla tosse e la mia gola di premeva forte, facendomi quasi strozzare. Lui si allarmò e cercò quindi stringermi ancora di più, cercando di farmi calmare. "Così ti fai solo del male." "E' il mio sfogo, posso?"
I miei occhi chiusi erano rossi, il mio naso gocciolante, la mia bocca stretta e parlavo poco, per evitare di strozzarmi dalla pertosse da stress ancora una volta.
Lui cercò di farmi così un thè rilassante per il mio stomaco, e capì di avere esagerato con le parole. Dissi razionalmente che io essendo un tipo emotivo per quella seduta con mia zia mi stavo incazzando e stavo male. "E piangi adesso?":" Si, lo sai che mi tengo le cose dentro".
Solo un test. Si ma lei tirò fuori il discorso di mio zio deceduto, come se io fossi una specie di lasciapassare per i cavoli loro, e poi se io non ho niente del genere perché farmelo fare? E io non voglio risultare comunque idonea, mi rifiuto di solo pensarlo. Tutto questo mi fa fatto stare malissimo, ho bisogno di sfogarmi piangendo, e le tue parole non mi aiutano molto.




27 settembre 2016

Mattinata di altri ricordi dolorosamente incerti e luminosi di scuola

Sono le 10.09.
Mi sveglio così dal nulla, dopo un vago ricorrersi di un sogno quasi svanito fatto poco fa.
Non c'è stata la solita musica che ascolta il mio compagno di solito che entra nei miei sogni che mi sveglia a poco a poco. Ma la voglia di musica si.
Mi sveglio con un fastidioso e inusuale nodo grosso sotto la coda (mi dimentico ultimamente di levarmi il mio gommino nero comprato il mese scorso, adoro i lacci neri grossi per legarmi la mia lunga chioma scura); non so come diavolo mi sia venuto, ma presumo per i ciondoli che ogni tanto mi si intrecciano tra loro, ma io senza i miei numerosi ciondoli non so stare, al mio collo sono come un raccontastorie, quasi come farebbe un tatuaggio che non ho ancora; Alle superiori quando stavi per festeggiare i tuoi diciott'anni desideravi una fenice, giusto? ma che forse avrò, poichè l'altro ieri ho parlato dopo tanto tempo con mio padre, e mi ha detto che me lo avrebbe fatto, solo non so se rifarmi un'altra ennesima fenice. Ma il logo di uno dei tuoi gruppi preferiti si però.
E mi metto la mia ultima gonna comprata qualche mese in quel negozio cinese, lunga e con il laccio che stringe; è calda e mi sta comoda. Indosso anche la mia amata t-shirt con la scritta bianca "T-Shock". Mi mancano solo le nuove sneakers, comprate per far riposare i miei anfibi dai lacci fucsia.
Penso che quando tra poco rivedrò mia zia forse mi porterà quel pacco che ho fatto recapitare a casa loro per sbaglio.
Sono le 10:19 e sto riascoltando a ripetizione la canzone di Caparezza "Legalize the premier", perché mi piace la canzone e perché mi ricorda i bei tempi del Gens. Quel locale enorme pieno di gente da tutte le regioni d'Italia, a cui andavo tutte le sere anche da me solamente successivamente dopo aver festeggiato la maggior età. E' un peccato che sia chiuso, così è ancora più bello come ricordo ma anche molto doloroso, perché era uno dei pochi posti dove mi rispettavano. Addirittura lo staff ti invitava a mangiare con loro verso la chiusura. 
Cosa darei per tornare a quel periodo, ed a tanti altri. Ieri rivedendo i miei vecchi disegni del 2006, ho avuto un pensiero. Si notava benissimo che avevo più interesse per le persone che per l'aspetto, non mi avevano intaccato queste idiozie dell'aspetto "sexy" per attirare i ragazzi o le ragazze, preso un po' grazie alle mie ex-amiche di scuola degli ultimi tempi e grazie agli ex, ed un po' anche dal Gens stesso. Mi interessava solo la comodità, andare a vestire qualsiasi cosa, frequentare i mercatini dell'usato e andare nei parchi solo per scrivere, scrivere, scrivere. Aaah i disegni fatti sui banchi, ricordi quelli che vidi in una classe con i mostri dei film horror degli anni ottanta fatti in stile fumetto e che ti facevano ridere. La mia passione horror, quanto adoravo vedere film horror a profusione nelle case dei numerosi amici che conoscevo e che frequentavo, molti conosciuti per caso fuori da scuola, che fosse un giorno in cui mancavo a delle ore scolastiche.
"Carino, ma c'è sempre qualcosa di horror, che palle" diceva mio cugino Alessandro quando mostrai un mio quadro dinamico un pò cartoon, con presente il famoso guanto di Freddy Krueger. Hanno sempre criticato la mia passione per le cose orrorifiche. Criticare, criticare, criticare qualsiasi cosa. Finalmente adesso libertà, vado come voglio e non mi imbarazzo più. Io non sono più come prima, è vero per qualcosa torno alla mia gioventù, passioni e varie, ma la mia mente è diversa un poco, prima la mia timidezza era ai massimi livelli, e per farmi accettare spesso facevo finta di farmi piacere la roba attuale o di adattarmi ai loro gusti e modi di fare, e se non ci riuscivo Vivi nel tuo mondo beh... Tanto avrebbero criticato qualsiasi cosa di me, fosse per la mia camminata "Alla Skinny Disco (dei Deathstars" a passo lungo e gambe divaricate, fosse per le mie risate grosse fino all'orgasmo anche per aver visto una faccia buffa, fosse per i numerosi ciondoli, bracciali, orecchini, fasce che mi mettevo ogni giorno E morivi di risentimento se ne mancava qualcosa addosso a te fosse che ti innervosivi se qualcuno criticava cosa ti piaceva Ahimè ti hanno sempre detto che adorano farti incazzare, sempre per qualsiasi tua particolarità TI CRITICAVANO.
E basta, ho pensato. Certo ancora oggi se qualcuno a cui tengo lo fa, un pò di nervoso triste mi viene sempre, ma almeno fuori mi vesto come cazzo voglio, mi pettino come cazzo voglio, ascolto cosa cazzo voglio, leggo cosa cazzo voglio, dico cosa cazzo voglio NON SEMPRE, eh.
10.37.
Ho l'ansia, come sempre ho questa fottuta ansia. Ho bevuto il caffè ed non è per quello che la ho. Ho sempre avuto l'ansia prima di andare nei posti. Ma ho sempre avuto il respiro un pò affaticato, temo sempre di avere qualcosa al cuore, e vivevo prima in una famiglia, anzi, i miei zii e cugini fumavano parecchio, nonostante io dicessi loro di non fumarmi addosso che odio il fumo. Anche se mettevo il cartello (trovato per caso) con scritto a caratteri cubitali NON FUMARE sulla porta della mia stanza quando stavo in città, loro non lo rispettavano e mi fumavano in stanza. Ed io dovevo mettere litri di profumo per scacciare quell'odore. Un conto se lo fai per te, ma cristo non farlo davanti a me almeno. Curioso poi che ho avuto alcuni amici che fumavano, e ancora adesso ho amici/conoscenti (ma alcuni di loro, non tutti) che lo fanno, e glielo lascio fare. Solo per il mio compagno, appena so che si è fumato qualche canna, mi viene come un nervoso tipo il cane Attila dei film di Fantozzi. Non so perché, ma che lo faccia il mio ragazzo mi fa una certa tristezza dentro, forse perché lo collego ai miei parenti, al poco rispetto e comprensione verso di me... E' difficile da spiegare, non trovo la parola giusta per definire questo mio aspetto. Però bevo parecchio caffè e molti thè. Amo il thè, moltissimo. Eppure non ho mai sentito questo bisogno di fumare in 22 anni, e continuerò a farlo. Le sigarette poi le odio a morte, ricordo che una mia amica (non la Nicky delle superiori, ma presumo ricordi vaganti a parte, la Azzu conosciuta dopo) fumava quelle; col tempo smise grazie a me che gliele strappavo e gliele buttavo nei cestini. Per scherzo ed affetto verso di lei comunque sia lei smise quel vizio.
10 e 46 minuti. Ricomincia la canzone in loop, mentre aspetto che mia zia parta da Livorno per venire qui a prendermi per farmi fare quella benedetta cosa dell'INPS, sento la parte del mio cuore un pò come ferma in qualche bacinella di carne di plastica, è una sensazione strana lo so, ma io la immagino così; non so nemmeno se ho voglia di lavarmi i capelli, potessi me li taglierei tutti fino alla rasatura, per farli ricrescere nuovi, più puliti e rinati, ma non posso perché mi servono lunghi per Halloween e Lucca Comics, e solo a pensarci ho ansia, molta ansia. Maledetta ansia!
Devo tenermi almeno 11 euro, son pochi ma ho l'ansia di non averli, per colorarmi i capelli da quella signora vista ad agosto dalla mia ultima amica conosciuta quando si rifece i capelli. Poi ho da prendere delle lenti, le volevo prendere da molto infatti, ma ho paura di non riuscire a non farli venire entro fine ottobre, causa anche la posta che mi ha bloccato la carta, che dovrei andare a controllare. Ora forse ormai troppo tardi, ma forse un'occhiata alle poste per vedere se l'hanno sbloccata dovrei vedere. Ma ho ancora il rincoglionimento, e forse fa troppo caldo... Piuttosto controllo di nuovo su Ebay, se la carta l'han sbloccata, ecco.
Niente, è ancora bloccata. Beh comunque mio nonno potrebbe darmi qualcosa intanto. Non potrò avere le adidas ma le lenti quelle sono obbligatorie, però. Il pennarello indelebile Marco lo ha comprato qualche settimana fa tanto con altre cose nuove: un sacchettino di gomitolini colorati, un pettine bellissimo e una matita per occhi per me. "Ora te la compro io, e la metto nell'armadio così non la perdi più.". Lui rivuole le mie sopracciglia disegnate, o almeno che mi trucchi gli occhi. Ma io ho faticato per anni per avere le sopracciglia nude. Ho trovato due giorni fa una vecchia foto di quando avevo ancora le mie sopracciglia al naturale. L'unia cosa che noto cambiata è che avevo più carne in viso, molta più carne addosso. Beh in questi due anni mica mangiavo molto, eh. Comunque io per ora voglio stare senza, anche se mi dicono che somiglio (15672626 persone me l'han detto) a Joey Jordison. Come se fosse l'unico che non le porta/non le portava. Beh, dicono che somiglio molto più a lui per tante altre cose, aggiungiamo in primis anche la mia altezza/statura, siamo alti uguali, io e lui. 1.60 (io un centimentro in più di poco) di tanta rabbia e bamboleria. Ho detto infatti finalmente alla mia ex amica delle superiori che ricordavo quella sua frase insistente "Ma tu mi ricordi tanto uno degli Slipknot, ti giuro!" che al tempo mi dava fastidio molto, ma solo adesso ho capito chi intendeva (non sapeva mai dire il nome di chi li ricordavo, anche questo mi infastidiva molto). Lei manco però si ricorda di questa sua cosa. Nemmeno io ricordo tante cose della mia scuola superiore, almeno per il primo anno, poco. Per questo, riguardando il mio vecchio libro degli amici e diari scolastici rispolverati dopo 5-6 anni, ho avuto un poco di ricordi che riaffioravano a fatica. Ricordo che avevo una mezza amica che vestiva stile emo di nome Emma, che mi raccontava le storie di lei ed il suo ragazzo, della mia scuffia per un tipo dai lunghi capelli mori che seppe tutta la scuola, ovviamente deridendomi (fortuna che negli anni dopo quasi nessuno sapeva di questa cosa), per cui scrivevo lunghe lettere amorose (causa timidezza), e del giorno in cui stava finendo la scuola, tutti a fare palloncini d'acqua, io a scrivere quelle lettere guardando lui dalla finestra, cercando di fare la disinteressata anche se dentro stavo morendo di tristezza, perché il tizio non era molto interessato a me. Mi deridevano tutti a scuola, figurati se un ragazzo si sarebbe messo con me. Soffrii molto per questa cosa, sapevo che non avrei avuto comunque nessuno, e allora così feci negli anni dopo non provandoci con nessuno. Solo con un ragazzino provai, ma andò male e comunque durò poco. Un altro buco nell'acqua, tu coi ragazzi non ci sai fare. Per colpa di quel ragazzo che indossava sempre cappellini di lana e maglioncini, io avevo le nottate piene di sogni romantici dove io e lui si pattinava sulla neve bevendo tazze di cioccolata calda, e piangevo, piangevo molto sul cuscino, sfogandomi con l'unica cosa che lo potesse "far sentire": chi capisce, capisce. Chi non capisce, capisca che a quell'età se non si aveva il tipo o la tipa, ci si sfogava in quel modo. Mi sfogavo e piangevo nello stesso tempo, stringendo il cuscino e sussurando il suo nome. Non dormivo a volte per questo, e la mattina parevo uno zombie. Occhiaie pesanti, tristezza a lungo andare. Maledetto ragazzino per cui persi la testa e rotto il mio cuoricino. Lo rividi molti anni dopo per puro caso, aveva anche un po' di barbettina, sempre con quel cappellino ma l'avevo riconosciuto, e lo guardai, cercando di non farmi vedere molto, ma sicuramente mi aveva notato. Ma la cosa finì lì. Maledetti sogni in cui il mio alter-ego come donna fantasmagorica, bionda e bellissima lo andava a incontrare mentre dormiva.
11.15. Il mio cuore sussulta un po' a questi ricordi. Sono il passato, va bene quel che ricordi. Ma io sto ricordando molto i miei primi due amici delle superiori, Jhary ed Antar, di cui ho ritrovato una frase che li cita come BEST FRIENDS; e così penso che magari loro potrebbero raccontarmi qualcosa che io ho dimenticato. Magari ritrovare quel Jhary, che tanto mi stava simpatico. Di lui ricordo solo che una volta a scuola, mi disse che si era messo i pantaloni jeans sopra quelli del pigiama. Erano così larghi che manco si era accorto di avere due paia di pantaloni addosso. Questo mi fece ridere molto. Poi vabbeh ogni tanto se ne usciva con qualche frase un poco spinta (ma scherzosa) su di me riguardo a fargli "qualcosa". Non ricordo più altro, ho ricordi vaghi. Antar rimase, ma dopo anni non ci parlammo più. Devo a lui la riscoperta del gruppo degli Slipknot. Ricordo che quando vidi quella maglia del gruppo addosso a lui, gli chiesi (schiettamente) se aveva qualche copia, perché desideravo averne una (lo so era una richiesta strana). Non la ricevetti mai nonostante mi dicesse che l'avrebbe lavata e regalata a me, ma l'interesse per quel gruppo non si sarebbe chiuso lì.
Sono le 11.22, ancora a ricordare. Tanto non andrai a cercarli, lo sai che magari qualcuno si ingelosisce, lo sai bene. Come quando ancora pensi di ringraziare quell'uomo che ti aiutò quando stavi male per quel tuo stronzo di ex qualche anno fa, sparendo dal nulla. 
Certe cose ormai rimarranno nei ricordi, seppure dolorosi e risentiti rimarranno lì. Come appunto dicevi del Gens. Ricordi, solo ricordi. No, non devi cercare quel tizio. Ma lo fai. L'hai trovato, ed hai anche rivisto i tuoi vecchi compagni, e pure quel Jhary. Mi batte il cuore, vedo solo le foto e basta, mi basta vedere quello. Almeno ritrovo un pò di gioia dei vecchi ricordi. E poi la tua ex amica Eleonora, li ha ancora tra gli amici. Ogni tanto ci parlo, ma solo per riavere un giorno tutti i vecchi video e foto che ha ancora di quegli anni. Quando ancora avevo quella matassa di capelli rossi, le sopracciglia folte e vestivo di maglioncini di lana e pantaloni rotti fino all'inverosimile.
Ah, bei tempi.
11.31. Saranno già partiti. Dovrai sentirti la musica che hai nel tablet. Non potrai controllare la carta, ma tanto hai visto che è bloccata. tanto loro chiamano nel caso fossero già sotto casa. Hai tutto quello che serve, CALMA QUESTA ANSIA. CALMATI.
Devo mangiare qualcosa. Una banana, qualcosa. Ecco, ho mandato le richieste, tanto ormai per me son solo un ricordo, magari mi diranno quello che voglio sapere, almeno loro, e poi stop. Ho sempre avuto un cuore facilmente ballerino, maledizione. Sono un tipo emotivo ed ansioso, come Will e Taranee delle Witch, quelle della famosa serie italiana della Disney; mi ci son sempre trovata in loro, passioni simili a parte. Ricordi, ancora quei benedetti ricordi.
Quella chiamata la sto ancora aspettando. Sicuramente Marco non la sente. I miei capelli sono raccolti bene nella coda, sopracciglia rasate di nuovo, non so se mettere la matita, non vorrei riavere sonno, ma mi basterà bere altro caffè, ormai so come farlo in questa casa.
Aaaah, amato caffè caldo. Ora che fa freddo provo quella dolceamara atmosfera.


20 settembre 2016

Massacro

Uccidi pure quella bambina che ti ha derubato.
Uccidila pure, offendila.
Uccidi quella signora che poco ti pulisce le scale di casa.
Denigrala anche solo per un giorno.
Uccidi quell'anziano solo per averci provato con te.
Picchialo selvaggiamente per averlo solo pensato di fare.
Uccidi quel ragazzo che piange.
Non sopporti che sia un rammolito, perciò uccidi anche lui.
Uccidi quel bambino che va male a scuola.
Hai troppe cose da fare tu per starci dietro.
Uccidi quella ragazza che si sente incompresa.
E' solo una in cerca di attenzioni, fallita, a che serve mai?


Un massacro, riecco il massacro dentro la mia testa
Mi fanno sentire il tormento dentro di me
Che mi fa tremare le pelli ed il cuore pompa troppo

E' come se cadessi nell'oltretomba

Difatti che ci voglio andare subito all'istante
Voglio levarmi almeno la soddisfazione di uccidere quel fastidio vivente

Voglio la pace nella mia testa
Voglio che se ne vadano via da me
Vi prego, non chiedo molto
solo il silenzio già incombente

Vi odio tutti
Voi odiate già me
Vi prego levatevi di torno, sono per voi di troppo (No?)
Un inutile pezzo di carne già morta per lo stress

Siete solo dei sadici
E malati perversi poichè giocate con la mia testa, dentro
Ribadisco, la malattia siete voi non io

Io son già marcio per causa vostra
Adesso basta giocare con la mia persona
E' tutta colpa vostra se adesso non sono più nelle vostre mani

Il fuoco e l'amore non l'ho più
Voi avete uno strano amore frustrato verso di me
Ma io non accetto nessuno scambio
Tra voi e me, nessuno

Il mio cuore mi fa troppo male
Voglio che smetta di farmi male
Troppo dolore in me

Siete troppi
Io non resisto più come prima
Voglio cadere tra le braccia della dolce Morte

Non ho più sogni grazie a voi
Esseri indefinibili malati come me
Credete di essere migliori di me
Solo perché a voi il cuore batte ancora una volta

Sono morto, non più vivo
Voi volete solo giocare con il mio fisico
Fisico già rattoppato da mille graffi vostri

Ho cercato di nascondermi
Ma purtroppo il mio cuore batteva come il vostro
Era stanco del suo battito solitario
Incontrando altri dolori e dispiaceri

Pentendosi ed essendo felice di ogni vostro incontro
Momento dopo momento
Si è distrutto
Si è stancato
E' morto

Poi tanto morirete anche voi
Solo che nella paura volete uccidere altri
Uccidendo me per primo come cavia
E dato che il tempo è lungo, vi divertirete con lunga calma apparente
Perché io morirò subito

Addio feroci esseri perduti nella vostra morbosità.






Zio, sei stato molto cattivo con me

Voglio dedicare questo post ad un momento orribile della mia adolescenza.
E' un trauma molto forte, ma sono stanca di tenermelo dentro.
Qualcuno già lo sa, ma chi non lo sapesse, sappia che io voglio raccontarlo lo stesso.
Perché la vita non è rose e fiori, certe persone non hanno rispetto di altre, e questa cosa è successa anche a me.
Ero adolescente, forse dopo i 13 anni o prima dei 12, comunque sia non avevo ancora il primo "fidanzato" ed non ero sviluppata di fisico.
Mio nonno da parte di zio era ancora vivo, e li volevo un gran bene (ancora oggi, che ne sto scrivendo, mi trema il fisico a parlarne, i miei occhi si annacquano).
Ci parlavo spesso con mio nonno, scherzando sulla sua memoria in senso buono facendomi raccontare la fiaba di Cappuccetto Rosso. Ma mio zio non lo sopportava molto. La sera quando lo portava a dormire, sbuffava molto, lo metteva di fretta nel letto, e il nonno si lamentava. Io ridevo perché mio nonno era un pò comico nel lamentarsi, ma nei giorni seguenti questa cosa mi avrebbe creato più dolore che risate. Mio nonno si sentiva spesso solo, anche quando non si sentiva di andare in bagno per i bisogni, si lamentava della solitudine, e mio zio gridava di fronte a lui. Io mi spaventavo, ma nello stesso tempo mi veniva tristezza, perché secondo me mio nonno non dava assolutamente fastidio. Tutti quei suoi urli a mio nonno arrivarono a farmi piangere dentro, non riuscivo ad accettare che lo trattasse così. Arrivai a pensare che magari a mio nonno avrei pensato io, dato che la notte non dormivo nemmeno, ma non lo chiesi mai per timidezza e per evitare di rimanerci male, ed anche se lo avessi chiesto non me lo avrebbero permesso, trattandomi da bimba idiota ed incapace. Ma era dura sopportare tutto quel casino. Soprattutto se fatto a mio nonno, che era l'unica persona con cui ridevo ogni sera quando ero da sola e mia sorella non c'era (spesso stava dalla sua amichetta del cuore). Il giorno che morii io non ricordo se piansi, ma credo di no. Difficilmente piangevo per un abbandono da parte di qualche essere vivente.
Mi rimanette mio zio, che un pò detestavo per il fatto di mio nonno, ma non avendo molte amicizie al tempo (stavo tutti i giorni chiusa in casa, dalla mattina alla sera), scoprii che mio zio era molto affezionato a me, perché quando disegnavo era l'unico che mi guardava farlo.
Quando i primi anni disegnavo, mia sorella e gli altri in famiglia un pò erano curiosi, poi cominciarono a fregarsene, perciò io mi rinchiusi nel mio mondo del tutto.
Ma con lo zio era un pò diverso.
"Questa sei tu?" mi chiese un giorno. Io annui, senza proferire alcun suono. "Ma sembri una scimmia" mi rispose lui. Al tempo io mi disegnavo con la testa enorme, con un foulard viola che circondava la testa coprendo la lunga fronte, con gli occhi grandi e con le orecchie che uscivano dai capelli). Io rimasi un pò offesa da questo suo giudizio e controribattei con un:" Non è vero, e poi a me piace disegnarmi così, oh.".
Lui rideva ma a me dava molto fastidio che si criticasse il mio modo di vedermi.
Ma nonostante questo divenne "l'unico" mio "amico" di "famiglia".
E poi era anche l'unico che guardava il canale di Mtv con me.
Ed era l'unico che mi prometteva una batteria come strumento musicale tutto per me.
Ma arrivò quel brutto giorno.
L'unica persona che mi ammirava ogni giorno, mi avrebbe fatto un abominio del genere.
Ero con la mia sorellina di pochi anni sul divano, stavamo guardando un film su d'Artagnan, mia zia era temporaneamente fuori, e mia sorella si stava per addormentare. Mentre ci fu la pubblicità, mio zio venne vicino a me a chiedermi di andare "di là". Io mi domandai come mai, ma andai comunque, dicendo di fare presto perché il film sarebbe ricominciato e non volevo perdermelo. Fu sconcertante. Mio zio mi invitò nella stanza matrimoniale. E mi disse di spogliarmi. Io dissi che non volevo ma lui disse che non c'era nulla di male; io per fare presto mi spogliai subito, sentendomi molto in imbarazzo. Lui si posò nel letto e disse di mettermi sopra di lui, e così feci.
Lui mi chiese come mi sentivo, ed io dissi che mi sentivo parecchio a disagio, ma lui rise.
Io poi chiesi di farmi scendere subito, mi sentivo malissimo a stare in quel modo e lui voleva pure che lo abbracciassi, ma a me dava così tanto fastidio che mi rivestii e andai di là in salotto.
Finito il film (di cui persi la dine) mia sorella andò a dormire (al tempo dormiva nella culla) e poi io andai nel mio letto singolo. Ma poi sentii dei passi, e vidi delle ombre nella luce in penombra del corridoio. Era di nuovo mio zio, che a voce bassa mi tirava per le gambe. Io dissi che non volevo andare di nuovo di là nella sua stanza, ma lui mi fece capire che dovevo andare per forza lì.
Mi fece spogliare di nuovo, ma mi portò stavolta in salotto, chiudendo le due porte a chiave. Io stavo sentendomi molto a disagio, e volevo tornare nel mio letto a dormire, ma lui prese la cintura dei suoi pantaloni e mi minacciò che se avessi urlato l'avrebbe usata addosso a me. Io causa timidezza a paura stetti zitta, ma tanto l'avrebbe usata lo stesso su di me.
Mi ordinò di levarmi anche le mutande, tutto quello che avevo addosso, anche i calzini, e di mettermi a quattro zampe come un cane. Io seguii gli ordini e mi batteva forte il cuore, e feci tutto il giro del tavolo. Ai lati del tavolo lui mi fermava con la cinghia, e se non facevo cosa chiedeva che io facessi, mi tirava qualche cinghiata sulla schiena, così ero costretta a fare cose schifose per cui mi sarebbe venuto il vomito. Ogni tanto mi veniva da singhiozzare per lo shock ma lui mi minacciava, e la paura della cinghia mi faceva sentire confusione nella mia testa. Speravo solo che quel momento finisse. Ma invece sarebbe continuato. Dopo quel suo giochetto perverso al tavolo mi riportava nella stanza (io mi lamentavo ma lui mi tirava per le braccia) per costringermi a farli fare un servzietto con la mia bocca. Feci anche quello, mi sentii malissimo, l'odore mi faceva schifo e non respiravo. Ma lui continuava a comandarmi sotto minacce fisiche, e io continuavo a farlo singhiozzando. Mi venne in bocca e io vomitai tutto quello schifo al water e al lavandino dopo, lavandomi i denti, e sentendomi la nausea forte. "Vedrai che poi ti abituerai" disse mio zio ridendo del mio atteggiamento dopo.
Mia zia tornava che ovviamente non sapeva nulla, come se nulla fosse.
Ma le sere dopo mio zio tornava di nuovo a tarda notte per rifare come la prima sera, e ogni volta era un giro tavolo con petting schifosi alle sue parti basse, servizietto con sperma in bocca e nausea.
Non ce la facevo più di stare ogni notte con il batticuore e l'ansia di ripetere quell'incubo.
Non so quanto durò, ma alla fine vuotai il sacco a mia zia. Raccontai ogni singolo particolare, ero tremante e piangevo, anche se pochissimo, e dopo molto tempo mio zio andò in ospedale, causa problemi di sangue e fegato. Sarebbe morto poi nel 2008, facendomi saltare tutti i miei compleanni cause legali da parte di mia zia. Per anni infatti non feci più compleanni a causa sua. Andai da molti psicologi per parlare di questa cosa. Ma a poco è servito. L'assenza di sfogo ed il fatto di tenerlo segreto anche ai miei stessi famigliari ha prolungato il trauma. Lo so perché nei rapporti dopo con i ragazzi o ragazze non ho avuto pochi problemi riguardo l'intimità, e anche quando pensavo di averlo rimosso, se c'era qualcosa che lo ricordava lontanamente, sbiancavo e piangevo di terrore.
Non credo che guarirò mai da questo, e semmai potessi, passeranno ancora molti anni.
Grazie tante zio di avermi ingannato.


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