7 aprile 2018

RAT-MAN, la serie animata.






                                                               


Ormai devo avere la sfiga, e posso dirlo perché non solo non potrò più lavorare normalmente sui disegni come sempre fatto, ma sono anche a corto di materiale per disegnare, e non solo... Insomma, nel cercarmi un benedetto lavoro in modo da farmi resistere a queste tragedie inaspettate, sto ricominciando a scrivere, ed a finire e ricominciare a vedermi tante di quelle serie animate che aspettano appunto di essere revisionate da me da molto tempo. Non sono un critico, ne' voglio esserlo, nemmeno su Youtube (la mia timidezza non me lo consentirebbe e poi al momento non è nei miei interessi), ma so che mi piace parlare di cosa mi piace, seppur in modo personale e sarcastico. So infatti che molte mie conoscenze ed amici piace leggere cosa scrivo, ed io di interessi ne ho molti, essendo amante dei fumetti, dei cartoni animati, dei film e dei libri.
Così, tanto per scrivere qualcosa non su di me, ma su qualche serie che apprezzo, eccomi riassumere(ecco, più che il termine recensire preferisco questo qua) la prima puntata della serie animata Rat-man, il "supereroe"italiano, parodia iniziale di Batman, di Leo Ortonali, serie ormai conclusa da qualche anno, nata intorno al 1989, di cui ho fortunatamente qualche numero, compratomi quando ero adolescente e in segreto.
E di cui disegnavo abbastanza fanart negli orari scolastici.
Fumetto stra-divertente che ha vignette come questa qua.

La saga animata potete vederla intera e gratuita (pure inediti, come l'episodio che tratterò) sul canale
https://www.youtube.com/channel/UCVEHPGz81aDO27G1oJRQ7-w
Ad ironia dell'episodio, se siete tipi che non amano lo spoiler o robe simili, non leggete, o almeno, leggete dopo la puntata, oppure leggetela mentre vedete, non so, fate voi.
A me piace fare così, l'ho sempre detto e non ripeto i motivi.


Prima Puntata
Il Silenzio dei Ratti.
Qualcosa mi dice che sarà un giallo-thriller ispirato ad un film a me gradito...
C'è una tizia rosha che chiama un certo Tommy in un corridoio semibuio, in cui notiamo una citazione del famoso quadro dell'Urlo.
                                                          "Uhm, chi mi sta guardando?"
La Rosha è in camicia da notte, accende la luce di una stanza, vede un ladro con tanto di coltello e passamontagna, ed urla come il famoso urlo cinematografico femminile isterico. Ed anche il quadro torna ad essere quello originario ed ad urlare. Il ladro alza il coltello e comincia a colpire, pare, la donna, che continua ad urlare assieme al quadro. Comincia la sigla, presentando il Rat-segnale, quel poveraccio di Alfre.. Ehm, Arcibaldo, Ratman fare capolino severo dalla sua poltrona
                                                         "Temetemi, sono l'Uomo Ratto!"
e travestirsi, per andare con la sua Rat-Auto sopra il titolo che porta il suo nome. Non capisco perché la sigla sia in inglese, ma vabbeh. I nemici sullo sfondo e lui che flette i muscoli e si butta nel vuoto... Ritorniamo all'episodio, ed il quadro è adesso protagonista di un film al cinema, visto anche dal nostro "Ratto Mascherato" che si gusta del popcorn. Ebbene sì, ha la sua calzamaglia addosso e viene interrotto da una chiamata. Dal suo amico Brakko. Che è lì accanto. Per farsi dire che deve tenere il telefono spento. Trovata geniale, per farsi notare, poiché Ratman non brilla d'intelletto... 
Tutti poi son concentrati sul detective delle scene del film, che viene disturbato da un forte risucchio di bevanda. Infatti due fanno capire che si son rotti i cogliomberi e se ne vanno dalla sala. Indovinate? E' sempre Rat-man la causa, ed è causa anche del rovinare il finale del film a tutti gli altri intorno. Brakko lo conforta, lo supporta, insomma fa capire che nessuno capisce loro. 
Come infatti è assurdo anche il loro ragionamento sulle ipotesi del colpevole che pare essere un idraulico (son alternativi: basta maggiordomi!). Rat-man va al bagno per espellere duecento litri di bevande frizzantose e Brakko zittisce tutte le lamentele in sala, di gente che non ne vedeva l'ora, di levarsi di torno il Ratto Mascherato. Appare Godzilla, ma è un poster dei bagni del cinema. Rat-man sente un rumore strano ed origlia ad uno dei cessi. 
Una delle sue finte orecchie da topo viene trapassata da un coltello. 
Mi era venuto un infarto ma poi ho ricordato che lui le orecchie a topo non le ha, essendo umano. 
Dopo averci deliziato con un altro dei suoi bei discorsi, viene schiacciato dall'uomo del cesso dalla porta di questo (sì è strana come frase ma mi piace). Apre un'altra porta dei cessi, e trova un violinista che stava appunto suonando la musica sottofondo del momento: quest'ultimo, imbarazzato, scappa via senza dire niente. Brakko risponde al telefono (coerenza) e come richiesto dall'amico mascherato, fa la classica scena del poliziotto che arresta tutti, per tentato omicidio. Siamo a qualche momento dopo, ed un'anziana dalla voce snervante afferma di non essere colpevole, perché lo confermerebbe anche il suo povero marito, ma Brakko chiede dove appunto sia l'uomo, e lei come prevedibile dichiara essere deceduto molto tempo fa: Brakko pensa così di poterla incastrare come colpevole. Il simbolo famoso del Ratto, e siamo negli uffici della polizia. Brakko fa il punto della situazione, e ovviamente si scopre che tutti son innocenti, tranne un tipo uscito dal bagno (forse il violoncellista? Sì avevo detto violinista ma tanto è un po' nonsense il cartone quindi per essere coerente...). 
No, è Rat-man stesso, come fa notare appunto il vero se' stesso (va bene basta giochi di parole). 
Il commissario fa notare che i forti indizi portino ad un killer ricercato da molto tempo nella città, che appunto fa fuori le sue vittime dai cinema. Rat-man chiede chi sia l'uomo nelle foto del giornale, un tale Hopkins. 
E' palesemente Antony Hopkins, l'attore che impersonò Hannibal Lecter nel famoso film: qui son riprese anche le sue fattezze, in stile Ortolani ovviamente.
Ci viene fatto sapere che è il detective della scientifica, molto arguto. 
Capacità sua notevole infatti è capire molto delle azioni di qualcuno semplicemente annusando il diretto interessato. Immaginate se qualcuno ha appena fatto qualche attività sessuale... 
Rat-man si sente per un attimo messo da parte e fa presente di essere in fondo un supereroe, quindi che tale Hopkins non sia così credibile nelle sue capacità, ma quest'ultimo conferma le voci, riportandoci cose anche imbarazzanti e personali del Ratto mascherato (ha fumato, curioso). 
Rat-man e il commissario escono dalla stanza, ma mentre l'ultimo continua a parlare, Rat-man è sparito, sicuramente deluso dalla concorrenza. Il commissario infatti presume il giusto, ma Brakko sembra nemmeno ricordarsi chi sia l'amico. Di nuovo il simbolo rosso, è sera tardi, la luna è in cielo, una coppia giovane è lì nella propria auto, a scambiarsi coccole. Sono ad un lago, chiamato "Senza Nome", e lei dice di essere terrorizzata per aver visto prima un film dell'orrore. Pare fosse di serie B, quindi banale, dice il tipo per confortare la donzella. Questa conferma che sia considerata una cosa positiva fare spoiler nei cinema. S'avvicinano dei piedi mascherati da atmosfera cupa dopo pioggia, e lei come ogni film horror che si rispetti, si preoccupa dei suoni da pozzanghera misteriosi. Lui risponde come fosse naturale, che potrebbe essere un animale con addosso degli stivali di gomma, ma questo misterioso essere si avvicina a loro due, dicendo di sapere cosa avevano fatto. Lui, nervoso, afferma di non aver fatto ancora niente di quel che aveva in mente di fare (eh eh, con la donzella s'intende). Il misterioso individuo mostra una mano con mezza cruccetta tra le dita, scambiata come uncino dalla tipa, che viene presa in braccio dal Sir, e fatta cadere di fronte al tipo in impermeabile, come un sacco della spazzatura, da vigliacco. Anche l'auto viene offerta, poiché non sua ma della sfortunata donzella. Il tipo urla, e la cruccetta-uncino fa da primo piano. Terza volta del simbolo, e siamo in una villa. Arn-Arcimbaldo parla e si mostra sotto metri e metri di terra sotto la villa, il covo segreto del Ratto Mascherato. 
Eeeeh Rat-man, porcellino, ecco cosa nascondi...
Piccettino (il pupazzo preferito di Rat-man) viene "zittito" da lui perché non crede alla teoria massima che il colpevole sia sempre il maggiordomo (povero Archie). Rat-man clicca dei tasti a caso, del suo computer super tecnologico (come faccia non si sa, con l'intelligenza che ha: ho fatto rima, ah-ah). Fa discorsi con sguardo maligno più per accendere il suo ego da supereroe della città, che per essere un eroe in modo umile e disinteressato alla fama, ma vabbeh. Annusa per caso Piccettino, e si scopre essere il povero pupazzo puzzolente. Oh Rat-man, questo mi fa strano, va bene non essere amorevoli ad esagerazione come me coi miei pupazzi, ma a tal punto di buttarlo nel cestino della spazzatura ce ne vuole, e che è la bomba atomica delle super puzze puzzolenti?
La Rat-mobile appare in pieno giorno, e si fa sentire eccome, distruggendo dei beni pubblici e spaventando una coppia lì vicino, molto vicino: siamo di nuovo negli uffici del commissariato (quindi sì il tipo del giornale, che ha ancora adesso, dev'essere il commissario), e ci viene fatto sapere che la coppia apparsa prima è stata uccisa. Vengon presentati tre oggetti della scena del crimine: uno squalo, il simil uncino-cruccetta, ed un coltello, ma ancora del saper chi sia il misterioso assassino non si è arrivati. Rat-man dice di poter aiutare ancora una volta i due poliziotti, e mostra un elemento inedito, ovvero la foto di un uomo che potrebbe essere il colpevole della faccenda: il suo maggiordomo Arcibaldo. Il commissario, con il sigaro alla mano, ha lo sguardo seccato perché non è la prima volta che Rat-man mostra quella foto, ad ogni indagine. Rat-man arrossisce, prende le tre foto a Brakko, e segue il commissario, domandando dove sia Hopkins: il suo ufficio è lì, piena di locandine di film, come Lo Squalo e due con raffigurate due scimmie, di cui una con uncino evidente. Rat-man apre la porta, e la seconda locandina riporta il titolo "Blade". Vi viene in mente qualcosa adesso?
No, non sto parlando del mezzo vampiro cacciatore o del pupazzo killer con uncino e coltello vestito di lunga giacca nera al posto delle mani di quel b-movie horror (anche se hanno moltissime cose in comune con il killer di questa puntata, non c'entrano niente). 
No mi spiace, non si sta parlando di te...
E neanche di te.
E' notte e tante macchine della polizia illuminano un ingresso di una grossa casa in periferia. Hopkins è intendo a bersi una delle tante tazze di tè: di chi saranno mai?
Ah, son per dei poliziotti legati come salami sui divanetti, a cui viene offerto la bevanda calda dal killer dalla fattezze di Hannibal/Antony. Ci son anche Brakko ed il capitano nel mucchio. Hopkins abbassa il bavaglio a quest'ultimo, che riferisce le solite frasi da eroe che dice le cose ancora prima di farle, ma viene contrastato sempre dall'affascinante serial killer in maglione nero.
Signori e Signore che eleganza e portamento pure nel fare del te'.
Che con voce maligna ammette di aver messo del veleno nel tè, e che quindi tutti loro non potranno fare altro che accettare il loro destino. Hopkins abbassa il bavaglio stavolta a Brakko, che richiede una fettina di limone nella sua tazza. Il Capitano accanto ha un'altra volta ha gli occhi sbarrati. Rat-man è stanco sfinito e suona al campanello: si ferma giusto dove vede le auto della polizia con i fari accesi. Le viene ad aprire una signora coi bigodini in testa ed occhiali fashion fucsia da pseudo-trash fantascienza pop anni ottanta, 
"Mi presterebbe i suoi fantastici occhiali? Sa, ho un aspetto peggio degli straccioni"
Lei risponde che il signor Hopkins è nella villetta a fianco. Lui ringrazia, e si torna alla scena con Hopkins, che ci fa sapere ancora una volta che è un fanatico del cinema (come me), e che non tollera gli spoiler (quello nemmeno io, ma dipende dai casi).
Qui allora si capisce benissimo che aveva un più che sensato motivo di essere lui al cento per cento, il serial killer delle vittime uccise. Hopkins ci regala un flashback di quando ero piccolo, con la madre che lo porta a vedere la prima di Titanic di Cameron (quindi del 1997, la cosa cronologicamente parlando è un po' strana ma siamo in una serie su Rat-man). Due tizi dietro loro, riferiscono ormai una cosa che sanno tutti, di quella storia tragica, quindi mi trovo un po' sconcertata su fatto che si rivelasse chissà che cosa a tal punto di rovinare un film. Hopkins, con voce distrutta, spiega così il suo primo trauma (essendo anche stata la primissima volta in un cinema). Brakko scoppia in lacrime nonostante la bandana sulla faccia, e Hopkins, riprendendosi come niente dallo sconforto, torna con la voce minacciosa, spiegando quanto trovasse fastidioso chi rovinasse i finali dei film, paragonandoli a delle mosche ronzanti. Poi sente un odore già sentito in precedenza, (di dopobarba) e Rat-man fa la sua entrata in scena, finalmente, spaccando la finestra da fuori e finendo su un altro divano, libero però. Comincia l'azione e Rat-man salta ancora, stavolta per picchiare di santa ragione Hopkins. Brakko ed altri ridacchiano, e Hopkins prende un barattolo, per lanciare... Biscotti addosso al Ratto Mascherato. In sfondo si notano i poster dei film "La dolce vita", "Full Metal Jacket" e "Ben Hur".
Come in Matrix, Rat-man schiva i pericolosi biscotti e salta dietro il divano vuoto di prima. Hopkins lo incoraggia di morte certa in modo che esca da lì ma Rat-man fa spuntare solo la sua mano coperta da una marionetta tipo bambina dolciosa, che chiede il suo aiuto ("Mi aiuti Signor Hopkins! Lei è un così bell'uomo, lei è così affascinante e intelligente": oh, mica ha tutti i torti...). 
Così Hopkins cambia espressione, si inchina di fronte alla bambola, con fare gentile e cavalleresco, ma viene picchiato da dietro senza saperlo da un'altra bambola.
Lo voglio adesso.
 Brakko ora ride di gusto (mentre poco fa quasi era compassionevole...), e gli altri lo guardano straniti. Hopkins si rialza, e minaccia con una pistola Rat-man. Il nostro eroe così chiede come finirebbe allora tutta 'sta storia, e dopo aver spiegato il piano, Hopkins si accorge di aver rotto la sua più importante regola, ovvero non raccontare il finale di qualsiasi cosa: impazzisce per il suono delle mosche solo nella sua testa, e spaccando la finestra, cade chissà dove. Nessuno si muove, ed anzi si muove solo uno di loro per guardare meglio la stanza senza più il colpevole.
Due tizi, fattorino e camionista di materassi, discutono, mentre dietro il nostro Hopkins casca dal muro. Rat-man fa capolino dalla finestra rotta, rammaricato, e ci viene mostrato l'assassino morto per terra dall'alto, con alcuni passanti che gli si avvicinano. Rat-man così finisce con un suo discorso ad ego smisurato di forte intelligenza contro quella del killer, bevendo una delle sue tazze di tè. I poliziotti, tutti quanti della stanza, tremano allarmati. Rat-man si domanda perché del gusto così strano, mentre il violinista-violoncellista torna in scena, per far più scena.
Scena che finisce così, come la puntata.
Ammettetelo, vi ispira l'idea di un genio, vero?
Ed eccomi finire pure questa rubrica, che rubrica non so se sarà mai, perché come già detto tante volte, lo faccio per sfizio; quindi chissà, ma non è detto per certo, se continuerò a raccontare su tutti gli altri episodi di questa serie, non bella come il fumetto, ma abbastanza gradevole, dai.

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