10 aprile 2018

Una pagina nera

Sono queste ultime passate, un po' giornate del cazzo.
Non posso più disegnare al computer, non trovo ancora uno straccio di lavoro, la mia relazione attuale è in crisi definitiva, e non ho chine nuove per disegnare a mano.
Sto passando momenti in cui sono insonne, e altri dove piango senza volerlo.
Altri ancora dove vorrei uscire dalla porta e sparire dalla faccia della Terra.
Mi viene detto che non sono normale.
Come da tutta la vita, ma dettagli.
Sono ancora nell'ombra, e se provo ad essere me stessa del tutto, torno in quel luogo, nascondendomi come se fossi una vergogna in persona.
Non riesco a fare quasi niente, vorrei fare tante cose, ma poi nell'indecisione sono come uno zombie.
Non è depressione ma ci si avvicina.
Questo perché a causa degli ultimi anni mi sono allontanata da molti rapporti, e quando cercavo di averne, qualcuno o qualcosa me li faceva evitare.
Ho paura del futuro, e del fatto di non riuscire a contenere quel desiderio di farla finita.
Penso allora, che ci vuole mai, basta passare sulla strada.
Oppure buttati dalle scale, basta non rimuginarci sul momento.
Provo tanta, tanta rabbia repressa, e mi sento terribilmente in colpa per come sono.
Non ho nemmeno quasi un posto dove andare, mio nonno è morto di recente, mia nonna è come in litigio con tutti gli altri miei familiari, e la mia stessa madre l'ultima volta ha creatomi una nuova ferita dentro. Mia zia stessa anche se meno degli altri, ha alimentato questa cosa della mia famiglia come peso sopra di me. Mio padre è assente, so che è di nuovo nomade, ma non so altro, ne' di come stia. Sto male, tanto, tanto male. 
Le lacrime mi feriscono bollenti gli occhi, il cuore trema.
Non faccio che osservare il vuoto, camminare ovunque come un fantasma silenzioso.
Non sto mangiando neanche tanto: certo son sempre stata un po' sottopeso, ma ora come ora spesso per giorni vado avanti solo di mele. E caffè. E tè.
So per certo di non risultare simpatica a molti, alcuni per il mio semplice aspetto, altri per il mio carattere di facciata. Ma non sono stronza, anzi.
So per certo che è così, perché mi si son state date prove, anche di fronte a me. Questa cosa pure mi ha fatto, e mi fa soffrire. Mi è stato detto di essere acida, o fredda.
Quando ero su di giri, che ero completamente folle o stupida.
Mi si riprende sempre, per ogni cosa.
In realtà non mi interessa molto il giudizio altrui, ma più che queste vengon dette, più la mia emotività ne risente, e il senso di colpa nasce, per tornare ogni volta che riprovo ad essere me stessa in ogni cosa.
Mi piace il furry, i giocattoli, i pupazzi, le cose grottesche, le maratone di film, le cose di notte, i fumetti, la musica un po' particolare (specialmente il metal), l'erotismo, il cinema...
Ogni tanto provo a far vedere che ho tanti interessi, ma ogni volta vengo colpevolizzata se parlo di questi. Ho un forte senso di colpa per tutto, mi vergogno terribilmente di tutto.
Ho una bassa autostima, e sono molto timida.
Trovo molto tristi i luoghi pieni di gente, e i luoghi abbandonati pieni di vita.
Mi trovano strana anche per questo, con qualcosa che non "funziona".
Mi credono incapace, una perversa, una malata, una completa deficiente.
Mi incazzo, faccio capire che così non sono, che sono normale, ma loro continuano.
Ho una sola vita e tra alti e bassi, il peggio la sta avendo vinta.
Torna spesso il passato, anche non a causa mia.
Sto provando emozioni negative anche verso i miei pochi amici, rabbia che cerco di allontanare, più per senso di colpa che per non stare peggio.
L'altra notte sognai che mandavo a fanculo una delle nuove amicizie del mio attuale compagno. 
Io scema non sono, e so benissimo che si stanno corteggiando, o almeno, lui lo sta facendo.
Non lo biasimo del tutto, io e lui abbiamo già deciso da tempo di lasciarci entro quest'anno.
Lo biasimo solo per avermi fatto sentire in colpa sul mio essere.
Lui non trova normale il mio modo di avere amicizie, così come la mia musica, i miei disegni, il fatto di sfondare nel disegno (senza futuro), il mio modo di vedere il mondo e la sessualità.
Come dice anche la mia amica, l'uccellino dalla gabbia ha bisogno di volar via (non ha detto proprio così ma il senso è quello) perché lei ha visto coi suoi occhi come stavano andando le cose.
Anche le nostre animate discussioni.
Pure prima del mio compleanno, notti insonni a causa sua per farmi sentire in colpa di accettare una festa a regalo da una ragazza che non vedo mai, io che i compleanni non ne ho fatti molti.
Arrivai quel giorno in quella casa, a festeggiare, morente di sonno, e con le ansie addosso. Ma non dissi niente di tutta quella faccenda, perché non volevo rovinare niente. Ma crollai subito dopo, era sonno arretrato di giorni. 
Io non ce la faccio più.
Sto impazzendo così, e nessuno sembra, o voglia, venire da me a darmi un po' di conforto. Odio i telefoni, e non vedo nemmeno gran interesse nel mio account di Facebook, ma queste alla fine son sciocchezzuole, no?
Io potrei sparire anche adesso, tanto nessuno verrebbe a saperlo.
Tanto nemmeno ora che son in vita sembrerebbe qualcosa di diverso.

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