16 agosto 2016

Incubo con pianto

E' la prima volta che narro qui di un mio sogno? 
Forse si, ma sento che questo devo scriverlo per forza, perchè tra tutti i sogni che ho fatto dove al risveglio mi sentivo "viva", questo è stato il più forte e traumatico di tutti.
Perché ho pianto. Piangevo di dolore anche dopo il risveglio.
Ricordo vagamente perché fu un sogno pieno di dettagli, pesante e molto molto emotivo, prove date dalle "pieghe" sul mio corpo da quando mi ero rigirata nel letto e dal sudore per colpa del caldo eccessivo durante la notte.
Ricordo che all'inizio ero in una specie di laboratorio bianchissimo, molto grande e diviso da docce e tende azzurrine (sogno spesso stanze nel buio in rovina,  ma a volte sogno anche stanze degli ospedali candide) e c'erano un sacco di ragazze poco vestite so ognuno di questi letti, forse quasi tutte bionde di capelli e dalla pelle pallida... Ricordo poi di un tizio, sembrava un chirurgo ma non ricordo bene, mi disse qualcosa tutto emozionato da qualcosa, su una certa regola o usanza, e cioè di uccidere le ragazze in qualche periodo preciso. Una delle ragazze infatti, aveva mezzo torace sanguinante, e gli occhi violacei, e stava sdraiata sul lettino, e mi sembrava essere senza gambe, ma non ricordo molto, se non solo che poi scappò dal lettino e spaventata si nascondeva dietro le tende zeppe di sangue. "Poi tornerà qui" disse il tipo, o almeno quel che ricordo, e difatti lei si fece trovare in una zona più sporca e rovinata, sembrava un bagno pieno di ruggine e polvere, e l'uomo la fece a pezzi tagliandole la pancia e le gambe. Io a quel punto scappai perché qualcosa mi diceva che avrebbe fatto la stessa cosa con me, e finii in una specie di parco/centro commerciale pieno di gente, molto tranquillo però, che sembrava anche un acquario e parco acquatico, dove la gente poteva nuotare con gli animali, che erano tanti e di varie specie diversissime tra loro, la maggior parte però stavano in acqua.
Un tizio o tizia mi mostrò gli animali, invitandomi a fare il bagno tranquillamente, ma io stetti lontano appena vidi un cucciolo di alligatore passare:" No, grazie, non mi piacciono i coccodrilli" risposi io, ma questa persona mi guardò aggrottando la fronte, e io con insistenza risposi con tono innervosito:" Ho detto di no, non mi piacciono i coccodrilli, mi fanno paura!" e me ne andai via.
Mentre mi girai apparve un velociraptor da un muro del corridoio con una camicia e fiocchetto al collo sorridente, e io rimanetti ferma per qualche secondo, osservandolo ridermi in faccia.
Questo mi seguì e io corsi via velocemente senza guardarmi indietro, raggiungendo una casa.
La casa ricordava come sempre quella dove avevo vissuto parte della mia infanzia a Livorno, in centro, ma un pochino diversa. Chiudetti le due porte mezze rotte e bianche coperte da molta edera, ma nel chiuderle mi feci anche male alle dita poiché erano anche coperte da fili spinati e reti metalliche arrugginite, e con tutta la forza che avevo le due porte si piegavano, e quindi dovevo anche passare le mani dietro per ribattere il vuoto dietro esse, raddizzandole meglio che potevo. Il dinosauro sorridente cercò di passare dalla porta facendo mezzo capolino da un angolo, e io gridavo che non sarebbe mai riuscito ad entrare per mangiarmi, ma questo insisteva (e qui mi ricorda un sogno simile che feci tantissimi anni fa) e alla fine lasciai perdere, perché apparve anche un altro dinosauro, un piccolo triceratopo grigio vestito di un completo elegante dalla testa ai piedi, all'altra porta. Mentre loro entrarono mi andarono addosso rubandomi qualcosa, e a quel punto apparve anche mia zia e forse mia sorella ma poteva essere anche un'altra persona, perché non si muoveva nè parlava.
"Zia, quel tizio mi ha derubato!" gridai a mia zia (si la mia zia da parte di mia madre) ma lei annuì solamente e continuò a guardare il dinosauro, che si era trasformato in un uomo con barba e occhiali molto timido. "Aspetta, prima chiediamogli il motivo" mi rispose mia zia, e parlò un poco con il tizio a bassa voce. All'improvviso mia zia esclamò:" Ohhhh! Questa è una cosa che ho sempre desiderato!"; il tizio aveva regalato a lei un giornale con una striscia comica sessista sopra. Io la lessi di fretta e sentii dire da mia zia:" Eh si, si è comportata proprio da puttana/troia!" Io guardai loro due con ansia, gridando ancora che i miei soldi (disse il tizio che li serviva poi per un suo progetto riguardo una rivista che in realtà non aveva seguito) erano stati rubati tutti e che doveva arrestarlo per farmeli ridare, ma stranamente la mia voce era strozzata: più cercavo di alzare la voce per farmi sentire, più spalancavo la bocca come per urlare, ma non mi riusciva proprio più di parlare, avevo come perso la voce. L'altro dinosauro divenne una donnina in carne vestita di un lungo vestito a poied esclamò:" Basta, io me ne vado, mi sento offesa!" e io girai la testa verso di lei, cercando di non farla andare via, ma mi sentivo come bloccata, e cascai dal tavolo (ero seduta prima ma non vedevo la sedia) sul pavimento. Non riuscivo più ad alzarmi, le gambe erano come bloccate e cercai di urlare più forte, ma il tavolo era molto alto e loro continuavano a ridere e scherzare cagandomi zero. Io urlavo sempre di più, boccehggiando e cominciando a piangere, urlando nella mia mente "Vi prego ascoltatemi, lui mi ha rubato, ridatemi i miei soldi, perché perché perché, ascoltatemi vi prego".
A questo punto mi svegliai, in questa mia realtà; avevo le lacrime agli occhi, ero tutta una pozza di sudore e la mia maglia e la mia pelle erano piene di grinze, ma ciò mi fece così stare male che continuai a sfogare le lacrime anche sul cuscino, con la stessa ansia e dolore che avevo avuo nel sogno pochi secondi fa. Continuai a piangere dicendomi "Perché, perché???" ma per fortuna dopo un pò mi ripresi sapendo che era stato tutto un terribile e strano sogno.

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